Seleziona una pagina

Nuovi minimi per Wall Street in quello che è per ora il peggior dicembre dal 1931

Venerdi sera, Wall Street ha chiuso praticamente sui minimi, terminando con un -1.9% la quarta settimana negativa a fila delle ultime 5. Difficile indicare un motivo particolare per la debolezza, ma è un fatto che recentemente il venerdi si è rivelata una giornata di vendite. E’ successo 8 volte su 11 nel quarto trimestre, è a Dicembre siamo 2/2 con una media di oltre 2% di calo (-2.3% e -1.9%). L’impressione che si ha è di una riluttanza degli investitori a portarsi le posizioni nel week end, l’ennesimo sintomo di un sentiment depresso, in particolare se riscontrato in un mese dalla stagionalità tipicamente positiva come dicembre. Sentimentrader osserva che precedenti del genere (minimi a 6 mesi a Dicembre e serie di minimi venerdi) hanno portato a performance attraenti nel breve, ma per il momento le precedenti indicazioni in questo senso non hanno portato che effimeri rimbalzi da ottobre in poi.

La seduta asiatica non ha comunque sfigurato, viste le circostanze. Tokyo ha messo a segno un modesto rimbalzo, e gli indici cinesi hanno sostanzialmente tenuto. Nel week end, la pubblicazione dei prezzi delle case di novembre nelle principali città cinesi ha mostrato un tenue rallentamento (salita in 66 su 70 città vs 69 di ottobre). Il focus principale è sulla China Central Economic Work Conference, che parte mercoledi, nella quale le autorità comunicheranno le guidelines di politica economica e il target di crescita. Vista la mediocre performance degli ultimi mesi, le attese sono per ulteriore stimolo fiscale e una politica monetaria tendente all’espansivo. Vedremo. Tra gli altri indici, guadagni per Mumbai e Sydney.

Anche l’apertura europea ha tenuto un certo contegno. Gli indici hanno preso ispirazione dall’Asia e dal recupero dei Future su Wall Street e così l’Eurostoxx ha passato la mattinata indugiando attorno alla parità.
Il calendario macro era scarso in Eurozone oggi. L’unico dato di rilievo, il CPI finale di novembre ha visto la revisione al ribasso del dato flash di 0.1% a 1.9% per l’headline ( a causa di un cambio di arrotondamento), mentre il dato core è rimasto invariato a 1%.

Sul fronte Brexit, le indiscrezioni su un nuovo referendum si sono fatte cosi insistenti che la May si è vista costretta a smentirlo violentemente, nel discorso odierno. La Premier ha dichiarato che permetterlo sarebbe una sconfitta per la Democrazia, perchè non si da seguito al volere dei cittadini e inoltre dividerebbe ulteriormente il paese, in una fase in cui serve coesione.
Il fatto è che, vista l’indisponibilità dell’EU a rivedere nella sostanza i termini dell’accordo, l’unica speranza per la Premier è di costringere i Conservatori ribelli, e magari qualche Laburista timoroso di una “hard brexit” o una brexit senza accordo, a sostenere il deal che ha in mano al momento. Per questo ha tempo fino al 21 gennaio, dopodichè la questione passa in mano al Parlamento, per cui la Premier sta forzando la mano e oggi ha proposto un voto il 14 gennaio sull’attuale accordo. Le ultime notizie sono che Corbyn avrebbe intenzione di lanciare una mozione di sfiducia nei confronti della May, anche se non è chiaro quali potrebbero essere gli effetti di una sfiducia, visto che la mozione è contro di lei e non contro il Governo.

Sul fronte italiano, è confermato il nuovo numero di 2.04% sul deficit e siamo in attesa della pronuncia dell’EU, che dovrebbe arrivare entro mercoledi, quando è prevista la riunione della Commissione. Il cambio di tono da parte del Governo italiano, e la riduzione del gap tra richieste di Bruxelles e offerte italiane dovrebbe ottenere l’effetto quanto meno di impedire la messa sotto procedura immediata dell’Italia. Anche perchè nel frattempo la Francia sembra attestarsi su un 3.2%, secondo le parole del Premier Philippe.

Diversamente da Venerdi, le 2 release macro US odierne hanno deluso:
** l’Empire NY fed di dicembre è uscito la metà del consenso (10.9 da prec 23.3 e vs attese per 20), ma va notato che i sottoindici non hanno affatto i toni drammatici del headline. I new orders hanno perso 6 punti a 14.5, mentre l’Employment è salito di 12 a 26.1.
** Il NAHB homebilders index continuato a scendere (-4 punti a 56 vs attese per invariato) segnando il minimo da 3 anni. La nota rivela che il pubblico sta diventando sensibile ai costi delle nuove abitazioni (e probabilmente ai tassi). Sicuramente il settore immobiliare sta dando crescenti segnali di aver passato il picco, ed è da monitorare.

Sarà anche per queste news (anche se quelle positive di venerdi non avevano sortito effetti) che Wall Street ha virato al ribasso e sembra intenta a impegnarsi in quella “rottura temporanea” del supporto a cui accennavo venerdi. Irritato dalla discesa, Trump ha twittato che è incredibile che la Fed pensi anche soltanto di alzare i tassi mercoledi. Il Direttore del National Trade Council  Navarro ha rincarato la dose sostenendo che la Fed alza solo per affermare la sua indipendenza dalla Casa Bianca (un buon motivo, a mio parere) e che dovrebbe guardare maggiormente ai dati.

L’accelerazione al ribasso dell’S&P 500 ha coinvolto l’azionario continentale, che chiude sui minimi di giornata. I dati deboli hanno levato anche supporto al $, che restituisce i guadagni di Venerdi. I tassi US fanno ritorno verso i minimi segnati 7 giorni fa mentre quello Eurozone risultano abbastanza stabili, sia core che periferia.

Sul fronte tecnico, al quarto test (più i 2 sostenuti a febbraio marzo) si può considerare violata l’area 2600-2630. Un primo target del movimento può essere 2.500 che oltre ad essere la proiezione del movimento di uscita dal grosso consolidamento di ottobre-dicembre, è anche il livello dal quale è partito il poderoso rialzo di fine 2017, inizio 2018, che risulterebbe completamente cancellato.


Un approdo in tempi brevi (sono 2 punti percentuali dai livelli attuali) avrebbe elevate possibilità di produrre un rimbalzo, visto l’elevato ipervenduto (siamo già a 32 di RSI) il sentiment depresso, la distanza dalla media mobile a 200 giorni (8%). A ben vedere, queste caratteristiche potrebbero produrre un rimbalzo anche prima.
Crise, di Boomberg, osserva in una nota che questo risulta al momento essere il secondo peggior dicembre dal 1928, quando l’S&P ha iniziato ad essere calcolato. E’ stato battuto solo dal 1931 nel mezzo della grande Depressione, mentre il dicembre 2002 vi è andato vicino. Vedremo se il record resisterà (o eventualmente migliorerà) entro il 28.

Tra gli eventi principali della settimana abbiamo:
Domani l’IFO tedesco e i dati sull’immobiliare USA
Mecoledi il FOMC, l’inizio della Chia Central Economic Work Conference, e il meeting della Commissione Europea.
Giovedi i meeting della Bank of Japan e della Bank of England, e in US il Philly fed di Dicembre
Venerdi la stima finale del GDP US del terzo trimestre