Seleziona una pagina

Si riaffaccia il rischio geopolitico, ma è il Big Tech a deprimere l’azionario.

NB LAMPI VA IN VACANZA E TORNA  LUNEDI’ 29 APRILE
Un altro fallimento per l’S&P 500 ieri sera. L’indice ha scambiato in positivo fino a 0.7% ma è stato nuovamente respinto per chiudere a -0.22% totalizzando la quinta discesa di seguito, qualcosa che mancava da ottobre 2023. Il Nasdaq 100 ha fatto nuovamente peggio, chiudendo a -0.57%, ai minimi da inizio febbraio. Parlando di record negativi, a meno di sviluppi decisamente improbabili, Wall Street chiuderà la settimana in negativo, e sarà la terza di seguito una serie vista l’ultima volta a settembre. Per il Nasdaq 100, alla quarta settimana negativa, bisogna tornare addirittura a dicembre 2022. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, un mese fa, i le sedute negative erano rare.
La retorica dei membri Fed ha spinto i rendimenti treasury verso i massimi di periodo (4.99% per il 2 anni, 4.58% per il 10 anni). Dopo la chiusura, Netflix ha riportato bene ( link Netflix blows past earnings estimates as subscribers jump 16%) , ma l’accoglienza è stata fredda, forse anche perchè il colosso dello streaming ha annunciato che smetterà di riportare il numero dei sottoscrittori paganti dall’anno prossimo. In generale sembra un indicazione che le aspettative su “certi nomi” sono piuttosto alte. Occhio gli earnings di Tesla (23 Aprile) Meta (24 Aprile) Microsoft e Google (25 Aprile ) Amazon (30 aprile) Apple (5 Maggio) e Nvidia (22 Maggio)

Nel corso della notte, Israele ha compiuto la sua rappresaglia contro l’attacco iraniano di pochi giorni fa.  Ormai i fatti sono noti : l’attacco è avvenuto tramite droni alla base di Esfahan. Non ci sono state vittime, e l’Iran ha definito l’attacco fallito e dichiarato che non ci sarà una ritorsione immediata, ma eventuali reazioni sono destinate ad ulteriori aggressioni.
Come forse gli USA auspicavano, la reazione è stata di facciata, e dimensionata per evitare un escalation, che presumibilmente nemmeno  l’Iran vuole.
L’iniziale fiammata di risk aversion scatenata dalle prime news, con Il Future S&P 500 giunto a calare dell’1.7%, si è in gran parte riassorbita nel corso delle prime ore. con i futures USA ed europei che hanno approcciato l’apertura dei mercati europei a perdite dimezzate. Parimenti, il calo dei rendimenti osservato in nottata si è ridotto progressivamente in nottata. Stesso discorso per il balzo del petrolio.
Il calo della volatilità ha certamente a che vedere con il corretto dimensionamento dell’ incidente, una volta che le news sono diventate meno frammentarie e più precise. Resta il problema di valutare l’impatto della crisi mediorientale, che non sembra andare verso una rapida de-escalation. Se dobbiamo guardare ai precedenti, sembra che l’inflazione e i suoi corollari siano i principali rischi che si corrono. Così è stato con la guerra in Ucraina (al di la dell’impatto immediato) sui prezzi delle commodities, e anche per il raid di Hamas che ha dato origine a tutto questo. L’economia europea è più danneggiata, per la dipendenza dall’estero per l’energia, e per la vicinanza, mentre gli USA sono meno impattati, e a meno di grosse escalation l’economia USA dovrebbe subire ricadute marginali.  Comunque, finche la faccenda resta in questi termini, non dovrebbe essere un motivo di ulteriore risk aversion nel breve (le ultime parole famose).

Certo, la seduta asiatica era troppo prossima agli eventi per uscirne bene. Dei principali indici, solo Mumbai ha performato positivamente, e solo il China Complex, e Sydney hanno contenuto le perdite all’1%. Male Nikkei, Seul, Jakarta, Vietnam, e soprattutto Taiwan (-3.8%). colpita dal taglio all’outlook da parte di TMSC, il colosso dei chip (*TSMC SHARES DROP AS MUCH AS 6.1% AFTER LOWERING MARKET OUTLOOK).
Dopo il Giappone anche la Corea comincia a scaldarsi sul tema difesa della divisa ( link S. Korea ‘thoroughly’ monitoring FX market, having response plans ready). Come osserva El Erian, in generale sembra un tema di divergenze economiche tra USA e resto del mondo. Poi c’è il tema non banale della politica monetaria, laddove in Giappone i tassi sono ancora a zero e in Corea al 3.5%. Tra l’altro il CPI giapponese di marzo ha pure sorpreso al ribasso stanotte, il che non facilita le timide mire di normalizzazione della Bank of Japan.

Proprio quando Ueda ha dichiarato che  potrebbe alzare i tassi nel caso lo Yen debole divenisse un fattore inflattivo ( link  BOJ’s Ueda signals possible rate hike if weak yen boosts inflation) .
Tra parentesi, i dati inflattivi di recente a livello globale hanno smesso di sorprendere costantemente al rialzo mi pare.

L’apertura europea ha visto gli indici fattorizzare la discesa di Wall Street ieri sera e l’ulteriore calo di futures stanotte a causa della geopolitica. Gli indici sono partiti in calo di circa un punto percentuale e su quei livelli hanno trascorso il resto della mattinata. Coerentemente, i tassi hanno mostrato tendenza a calare, e l’€ ha debuttato sulla difensiva.
Sul fronte macro, solo una delusione dalle retail sales UK di marzo, a proposito di divergenza USA- resto del mondo.

A colmare il vuoto ci hanno pensato i membri ECB, a cominciare dalla Lagarde. Il tono della Presidente è stato più equilibrato e quindi anche se altri (Scicluna, Sikmus) sono stati dovish, il messaggio è uscito meno netto e questo ha ridotto il supporto ai bonds, ridato un po’ di supporto all’€.
*LAGARDE: DISINFLATION PROCESS IN THE EURO AREA HAS CONTINUED
*LAGARDE: RISKS TO THE INFLATION OUTLOOK ARE TWO-SIDED
*LAGARDE: UPSIDE RISKS INCLUDE GEOPOLITICS, WAGES, PROFITS
*LAGARDE: DOWNSIDE RISKS INCLUDE STRONGER TRANSMISSION, ECONOMY
*LAGARDE: NOT PRE-COMMITTING TO A PARTICULAR RATE PATH
*LAGARDE REPEATS STATEMENT ON POTENTIAL ECB RATE REDUCTION

*ECB’S KAZAKS SAYS IT’S TOO SOON TO DECLARE INFLATION VICTORY
*ECB’S KAZAKS: ECONOMY ISN’T STRONG, BUT CONFIDENCE IS IMPROVING
*KAZAKS: ECB TAKES FED INTO ACCOUNT, BUT HAS ITS OWN MANDATE
*EUROPE FACES TWIN BLOW IF ECB AND FED DON’T CUT: SCICLUNA
*ECB POLICY GETS MORE RESTRICTIVE AS INFLATION SLOWS: SCICLUNA
*ECB MAY NEED 50BPS CUTS IF INFLATION SET TO MISS 2%: SCICLUNA
*ECB COULD MAKE BACK-TO-BACK SUMMER RATE CUTS, SIMKUS SAYS
*ECB’S SIMKUS: QUARTERLY PROJECTIONS WILL FORM BASIS FOR CUTS
*ECB’S SIMKUS: THREE OR FOUR RATE CUTS ARE POSSIBLE THIS YEAR
*ECB CAN MOVE FIRST BUT FED DIVERGENCE WOULD BE FELT: VUJCIC
*ECB’S VUJCIC: DISINFLATION MAY HIT VIRTUAL STANDSTILL MID-YEAR
*ECB’S VUJCIC: PROLONGED ENERGY-PRICE JUMP WOULD MOVE INFLATION

Nemmeno negli USA era previsto alcun dato, e anche qui il vuoto è stato riempito dagli speakers Fed. Ancora indicazioni che visto che i dati non vanno nella direzione sperata è meglio attendere, e accenni che, alla bisogna, si può anche alzare.
*FED’S GOOLSBEE: INFLATION LAST THREE MONTHS CAN’T BE DISMISSED
*FED’S GOOLSBEE: SO FAR IN 2024, INFLATION PROGRESS HAS STALLED
*GOOLSBEE: MAKES SENSE TO WAIT, GET MORE CLARITY BEFORE MOVING
*GOOLSBEE: FED NEEDS TO SEE IF STRONG DATA POINT TO OVERHEATING
*GOOLSBEE: HOUSING INFLATION `HAS NOT BEHAVED’ AS EXPECTED
*GOOLSBEE: CONSUMER LOAN DELINQUENCIES ARE AN AREA OF CONCERN
GOOLSBEE: ASKED ABOUT A POSSIBLE RATE HIKE IF NEEDED, SAYS ‘DON’T THINK ANYTHING IS NOT ON THE TABLE’
*BARKIN: DEMAND IS ROBUST, BUT NO SIGNS ECONOMY IS OVERHEATING

Così i ribassi dei rendimenti USA seguito alla fiammata di geopolitica sono quasi completamente scemati, con i treasury a tratti in negativo. Wall Street all’apertura ha nuovamente provato la via del rialzo, ma è stata rapidamente respinta, con la tecnologia e le Magnificent Seven, oggi davvero pesanti, a guidare il ribasso. L’azionario Eurozone ha mostrato una certa reslilienza, andando a chiudere con cedimenti moderati. E’ un fenomeno, quello dell’outperformnce europea, che dura da tutta la settimana. Non a caso Eurostoxx 50 e Dax chiudono in calo di mezzo punto sulla settimana, e il CAC 40 e il FTSE Mib pressochè invariati, mentre l’S&P500 viaggia sul -2.5% abbondante. La spiegazione della sottoperformance risiede nelle prese di beneficio su Nasdaq e Big Tech/magnificent 7,rispettivaemnte -5% e -7% sulla settimana. Sotto questa luce, il tema geopolitico sembra un paravento. Quello dei tassi è più reale, nella misura in cui la loro salita oltre certi livelli inizia a incidere sui titoli a multipli più elevati.
I tassi europei chiudono la seduta con marginali rialzi, mentre i cambi, dopo tanto errare, chiudono pressochè invariati. Generale progresso tra le commodity, con metalli industriali e preziosi sempre trainanti, un rimbalzo delle commodity agricole ee uno,più piccolo del petrolio.
Dopo la chiusura, Wall Street ha accentuato i ribassi, con l’S&P 500 tornato a cedere 0.75% e il Nasdaq 100 che fa strada a -1.7%.
Ormai, la soglia del 5% per questa correzione è ampiamente raggiunta, come forse era da attendersi, vista la violenza del rialzo che la ha preceduta.
Dovesse rimanere questo il quadro, per Wall Street sarebbe la sesta seduta consecutiva in calo, una serie in grado di certificare il cambio di struttura del mercato. La price action odierna non avrà fatto che accentuare i livelli di ipervenduto dei vari indicatori citati negli ultimi lampi.
Dal punto di vista tecnico, un serio test di quota 5.000 per l’S&P 500 è in corso. Il fatto che questo test avvenga in concomitanza con la chiusura della settimana aggiunge significato all’esito. A 3 ore dalla campana siamo lavorando sotto il supporto, ma considerando:
** la serie negativa
** i citati livelli di ipervenduto,
** il repricing occorso (Il Nasdaq 100 ha ridotto il progresso da inizio anno a meno di 2 punti!!!)
** il fatto che il massimo dei rendimenti di martedì è per ora rimasto invariato
** la possibilità che a fin seduta si presentino dei flussi di ricopertura
personalmente non darei il livello come rotto fino alla campana. Viceversa,  una rottura secca sul grafico settimanale sarebbe un segnale che il tono è diventato davvero debole, e i rimbalzi saranno di entità modesta.