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Consolidamento dell’azionario Eurozone. L’S&P 500 flirta con quota 4.000

Ieri sera, Wall Street ha messo a  segno la  seconda seduta  di consolidamento dopo l’accelerazione di venerdì sera. L’S&P 500 ha ceduto lo 0.32%, nonostante il  violento rimbalzo  del  settore  bancario (+1.8%) e delle Small Caps (+1.72%).  A  pesare Energy e Auto tra gli altri, mentre il Nasdaq 100 (-0.1%) ha per una volta outperformato, con la  collaborazione di un rientro del rialzo dei  rendimenti in corso di seduta.
Sul fronte piano infrastrutture le indiscrezioni si rincorrono, con il WAPO ( link ) a riportare che stasera avremo l’illustrazione di una prima  parte del piano “Build Back Better” da parte di Biden,  per un valore di 2.25 trilioni di $, contenente 650 bln per “ponti, autostrade e porti”, 300 per altre infrastrutture e poi soldi per anziani e disabili. Il  portavoce della  Casa  Bianca ha dichiarato che è loro intenzione cancellare gran parte dei tagli alle tasse del 2017. Si parla  di corporate tax che ritorna al 28% (non è una novità). Con la maggioranza di 1 voto al Senato, credo che sarà un impresa.
Stanotte l’Asia ha seguito Wall Street sul terreno del consolidamento. Peggio degli altri ha fatto Tokyo, zavorrata dalle banche dopo che Mitsubishi UFJ ha dichiarato a sua volta perdite  sul caso Archegos. Inoltre il  Governo si prepara a varare nuove misure di contenimento nel distretto di Osaka. Negativo anche l’intero China complex, nonostante una sorpresa positiva dal PMI ufficiali di marzo.


Il PMI manifatturiero  ha battuto le  stime, riportandosi sui livelli di Dicembre. Bene i new orders a 53.6 da 51.5. Anche gli export orders hanno recuperato (da 49.6 a febbraio a 51.2) a dimostrare un nuovo supporto della domanda globale.
Ancora meglio il  PMI non manifatturiero, balzato su di quasi 5 punti. Bene il settore costruzioni (+7.6 punti a 62.3), e forte anche servizi +4.4 punti a 55.2. Gli indici dei prezzi sono saliti al massimo da dicembre 2016.
In generale sembra che almeno parte della debolezza riscontrata dalle survey del mese scorso  sia da  attribuire al Capodanno cinese. L’attività resta abbastanza robusta.
Degli altri indici, solo Sydney ha recuperato qualcosa.

Venendo al quadro Covid la situazione resta difficile in Europa, con la Francia in impennata, la Germania e altri paesi in deterioramento.


In Italia continuano i segnali di un arresto del trend di salita. Sembra che le misure stiano facendo effetto. Le prossime settimane ci diranno se è così. Chissà che non stia subentrando un effetto clima. In effetti la parte settentrionale d’Europa sta performando peggio di quella meridionale.
Negli USA, a differenza che in UK, si nota un nuovo aumento dei casi. In effetti la CDC si è già espressa contro un eccessiva riapertura definendola prematura. Ma le ospedalizzazioni dovrebbero rimanere sotto controllo, con il 29% della popolazione vaccinato, il che vuol dire che lo è la stra grande maggioranza degli strati fragili. E poi in US ormai si vaccina l’1% della popolazione al giorno praticamente. La situazione dovrebbe migliorare rapidamente. Per il resto dei paesi il riepilogo è contenuto nello schema di DB qui riportato.


I principali paesi EU hanno superato il 10% di vaccinati, quindi approcciano la metà della popolazione sopra 65 anni (20-23% del  totale). Ora ad aprile dovrebbe avvenire l’accelerazione, con l’arrivo da metà mese di  Johnson & Johnson. Purtroppo le autorità continuano a fare casino, con Astra Zeneca ancora bloccato in Francia e Germania stavolta per i pazienti più giovani. Io non discuto le motivazioni, ma certo è che bloccarlo prima per gli anziani poi per i giovani non contribuisce alla fiducia nei vaccini, n enell’operato delle autorità stesse. E in Francia l’intenzione di vaccinarsi era già bassa.
Stasera alle 21 parla Macron ed è probabile che dichiarerà un lockdown nazionale.

Con queste premesse, la  seduta europea è partita con un approccio consolidativo con gli indici appena in negativo (escluso Milano), i rendimenti in correzione, e l’€ un moderato recupero. E’ anche l’ultimo giorno del trimestre e qualche sistemazione/presa di beneficio sui trend più forti ci sta. Per strano che possa sembrare, della quarantina di indici che personalmente monitoro (anche se le piazze saranno una trentina), nei primi 10 posti, con preformance sul trimestre dal 9% in su, 7 sono piazze europee (nell’ordine Svezia, Olanda, Milano, Eurostoxx 50, Norvegia ,Dax, Cac 40). Gli intrusi sono Russell 2000 Small cap al terzo posto, Sud Africa al quarto e Taiwan al quinto.
Ugualmente sensata qualche ricopertura su bonds, e su €, ai minimi da novembre scorso.
Sul fronte macro, di rilevante abbiamo un mercato del lavoro tedesco a marzo migliore delle attese (-8.000 disoccupati vs -3.000 attesi) e un inflazione europea che a marzo rimbalza meno delle attese, con la core inflation che si assesta a 0.9% vs attese per stabilità a 1.1% anno su anno.
Con prese di beneficio leggermente più insistenti su banche (ancora qualche strascico di Archegos) e i difensivi in denaro, ci siamo diretti verso i dati del primo pomeriggio in US:


L’ADP è uscita appena sotto attese, ma con 517.000 nuovi occupati a marzo non fa nulla per smentire la teoria di una robusta accelerazione ciclica in corso. Tra l’altro, il dato  di febbraio è stato  rivisto parecchio al rialzo. Venerdì a mercati chiusi avremo il dato del Bureau of Labour Statistics, atteso a 650.000. La stima è credibile, considerando che comprende il settore pubblico, che sta incamerando 350 bln $ di sussidi. Se non sarà marzo, sarà ad Aprile che vedremo gli stati assumere con impeto.
Il  Chicago PMI a marzo ha marcato  il massimo dal luglio 2018, e uno tra i livelli maggiori di  sempre, superato solo una manciata di volte negli ultimi 20 anni.
Male le pending home sales, in calo del 10.6%. E’ evidente che per l’attività immobiliare il momento migliore, quello coi tassi a 0.5%, è  passato.
Vedremo domani PMI e ISM manifatturiero.
Priva di grossi spunti, e con il timore di cosa potrebbe dire Macron stasera alle 21, e  Biden alle 22 italiane su piano infrastrutture e rialzo delle tasse, la  seduta europea è andata a chiudersi con moderate correzioni (Dax e Milano flat), un modesto rimbalzo dell’€, modesti cali dei rendimenti e rimbalzo di oro e commodities.
Wall Street, che ieri aveva clamorosamente sottoperformato l’Europa, recupera bene, trainata dal Nasdaq. Ma è l’S&P che è entrato nel campo gravitazionale di quota 4.000.  Direi che nelle prossime sedute un superamento sembra scritto. Se lo facesse oggi, in chiusura di trimestre, sarebbe molto elegante. Se lo fa domani, primo aprile, forse l’auspicio è peggiore….