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La settimana delle banche centrali inizia con un tono correttivo


NB Domani Lampi salta un uscita e torna mercoledì 1 Febbraio 2023

Venerdì sera il bel rialzo accumulato da Wall Street nel corso della seduta è in gran parte sfumato nel finale, con l’S&P 500 in progresso di 0.25%, da +0.8% di un ora prima, e il Nasdaq 100 in guadagno di un comunque buono 0.96%, che però è di un 0.7% più basso dei massimi di seduta. Difficile trovare un motivo preciso per queste prese di beneficio finali, al di la del fatto che la settimana era stata positiva, e quella in cui entriamo oggi è letteralmente traboccante di eventi, dati, riunioni di banche centrali e trimestrali, il cui incombere può aver indotto gli operatori a consolidare un po’ di profitti e posizionarsi un po’ più difensivi. Una tendenza che sembra proseguire oggi.

La seduta asiatica stamattina ha visto il ritorno a pieno regime, con la riapertura, dopo una settimana di Shenzen, Shanghai e Taiwan. Il sentiment è stato opaco, in parte perchè la riapertura delle “A” shares cinesi non è stata così effervescente come atteso, con le piazze locali cinesi a mostrare progressi moderati/marginali. Hong Kong e HSCEI, che avevano riaperto dopo la metà della scorsa settimana mostrando corposi rialzi, hanno restituito il grosso, chiudendo la seduta odierna con passivi importanti (-2.7% e -3.6% rispettivamente). Le altre piazze sono risultate in ordine sparso, con Taiwan molto forte, Nikkei e Mumbai marginalmente positive, e Sydney, Jakarta, Seul e Vietnam negative, le ultime 2 di più dell’1%.
Anche le prese di beneficio sulla Cina sembrano mancare di un catalyst preciso. Bloomberg riporta che l’attività in Cina nella settimana festiva è tornata, grazie all’abbandono delle politiche zero covid, al 90% dei livelli pre covid (China Celebrated Lunar New Year Like Covid No Longer Exists link ) . Era possibile attendersi molto di più, con la pandemia che colpiva? Non direi.

L’apertura europea ha ereditato in gran parte il mood asiatico, con i principali indici ad accumulare perdite nella prima parte della mattina. A impattare sul sentiment anche ulteriore pressione in vendita sui bonds Eurozone sull’apertura del contante, in seguito alla pubblicazione del CPI spagnolo di Gennaio, significativamente sopra attese, che ha lasciato agli operatori l’impressione che forse la strada per l’inflazione non è così in discesa come scontano i mercati di recente anche in Eurozona. Vedremo come pubblicheranno gli altri paesi. Ovvio che la presenza dell’ECB Giovedì complica il quadro, anche se la Lagarde a Dicembre aveva dichiarato che la Banca Centrale si attendeva una ripresa dei prezzi a gennaio febbraio, e quindi, almeno per loro, questi numeri non dovrebbero essere una gran sorpresa.
Tra l’altro, il CPI tedesco che doveva uscire domani, è stato rinviato dall’ufficio statistico alla prossima settimana a causa di un problema tecnico. Questo implica che il dato flash Eurozone di mercoledì verrà prodotto utilizzando una stima di quello tedesco.
Per quanto riguarda le altre release macro,  una settimana molto pesante (rimando all’agenda riepilogata in fondo al pezzo) si è aperta un una nutrita serie di dati:

Abbiamo avuto 2 sorprese negative sul fronte GDP: sia la Svezia che la Germania hanno riportato una contrazione nella prima stima del GDP del quarto trimestre 2022. Riguardo la Germania, se tempo fa una recessione veniva data per scontata, di recente il consenso e le autorità puntavano ad una stagnazione. La contrazione è marginale e potrebbe essere eliminata dalle revisioni. Ancora non abbiamo i dettagli, ma sembra che i consumi si siano contratti, come dice il Federal Statistical Office of Germany ( link ). Anche per la Svezia la contrazione è stata una sorpresa.
Marginalmente positivo per contro il GDP del Belgio. Bene anche le retail sales Spagnole, mentre, sempre sul fronte prezzi, il PPI italiano di dicembre è tornato ad accelerare. I dati di confidence economica, industriale e servizi Eurozone di Gennaio hanno continuato a recuperare.
Questi numeri in generale tiepidi come crescita e un po’ più caldi delle attese come prezzi hanno imposto alla mattinata eurozone una price action correttiva sia come azionario che come bonds, che ha trovato eco anche nei futures USA. L’aumento dei rendimenti ha supportato per un po’ l’€, mentre in generale le commodity hanno arrancato.
Il sentiment ha fatto un nadir in tarda mattinata e poi è cominciato un recupero almeno sull’azionario continentale.
Nel pomeriggio negli USA era previsto solo il Dallas Fed manufacturing di gennaio, che è uscito migliore delle attese ma sempre in contrazione ( -8.4 da recedente -20 vs stime per -15). Wall Street è partita in negativo, e finora, nonostante un paio di tentativi, non è riuscita a sovvertire la situazione.
Il nervosismo è comprensibile, visto che andiamo verso il FOMC di Febbraio, dopodomani sera, con un quadro macro non troppo dissimile da quello osservabile al FOMC di dicembre (forse i dati macro sono peggiorati, ma non in maniera enorme, erano già bruttini prima) e con il mercato dei tassi che sconta uno scenario diverso da quello Fed. Il timore è che Powell si metta di impegno per imporre la view Fed, con conseguenze prevedibili (almeno quelle di breve) sugli asset.
Gli indici europei hanno comunque recuperato nel pomeriggio, chiudendo con perdite moderate o marginali. Una resilience notevole, visto che i rendimenti ,per contro, hanno accusato l’impatto dei dati macro e dell’incombere della riunione ECB di giovedì, recante rischi analoghi al FOMC. Del resto, la situazione inflattiva Eurozone è ancora più interlocutoria di quella USA, e l’economia, a meno a guardare le survey, in una posizione migliore. E’ vero che la divergenza tra lo scenario ECB e quello scontato dal mercato è inferiore (non ci sono tagli scontati per il 2023), ma la Lagarde ha maggiori motivi di preoccupazione sul fronte prezzi. Oltretutto la scorsa performance della Presidente, il 15 Dicembre, è stata salutata da un -3.5% dell’Eurostoxx 50. Vedremo se i prossimi giorni il nervosismo sugli asset europei aumenterà.
Anche la forza dell’€ esibita in giornata è rientrata in chiusura, mentre i rendimenti e lo spread conservano i rialzi maturati nel corso della seduta, con la consueta tendenza delle curve ad appiattirsi/invertirsi di quanto si va a scontare un inasprimento della politica monetaria. Sulle commodity una seduta volatile si chiude ancora con oil e gas pesanti.

E veniamo agli appuntamenti della settimana:
Domani: in Asia PMI cinesi ufficiali manifatturiero e servizi. Il CPI tedesco è rinviato ma abbiamo quello francese, e il GDP Italiano e EU del quarto trimestre 2022. In US abbiamo l’employment cost index del quarto trimestre 2022, il Chicago PMi e la Consumer Confidence di gennaio. E come earnings Caterpillar, Exon, AMD, UBS, GM:

Mercoledì, oltre al già commentato FOMC in serata, abbiamo in Cina il PMI manifatturiero S&P Global, in Europa i PMI manifatturieri finali di gennaio e il CPI flash gennaio in Italia ed Eurozone. In US l’ISM manufacturing gennaio, l’ADP survey dicembre, i Job openings di novembre. Come earnings abbiamo Meta.

Giovedì abbiamo, oltre alla citata riunione ECB, anche la Bank of England, e in US i sussidi di disoccupazione. Come earnings abbiamo Apple, Alphabet, Amazon, Ford.

Venerdì abbiamo i PMI servizi e composite finali di gennaio in giro per il mondo, e in US il labour market report USA di gennaio, e l’ISM services.