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Inizio tranquillo di una settimana importante

Quella che si apre oggi è una settimana piena di avvenimenti importanti.
Oggi si è partiti un po’ in sordina, il che spiega in parte la scarsa direzionalità e il clima estivo sui mercati. Ma domani il calendario comincia a prendere momentum, con il Richmond Fed, e l’annuncio del nuovo Premier in UK, nonchè le trimestrali di Coca-Cola, United Technologies e Visa. Mercoledi decolliamo definitivamente, con i PMI flash di Luglio in Giappone, Eurozone e USA. Oltre a ciò abbiamo gli aggregati monetari e sul credito ECB, le vendite di nuove case di giugno in US, e le trimestrali di Boeing, Caterpillar, Ford, Facebook e AT&T. Giovedì abbiamo il piatto forte della settimana, con l’ECB meeting, accompagnato dall’IFO in Germania e dal Kansas Fed in US. Riguardo gli earnings abbiamo  nientemeno che Amazon, Google e Intel. Venerdì chiudiamo con la prima stima del GDP USA del secondo trimestre, e le trimestrali di McDonald e Twitter. Senza dimenticare che il mercoledì successivo abbiamo il FOMC in cui con ogni probabilità verranno tagliati i Fed Funds per la prima volta dal dicembre del 2008 (oltre 10 anni fa!).

Parecchia carne al fuoco, quindi, di cui gli earnings di un bel po’ di aziende “top” costituiscono una bella porzione. Finora i risultati pubblicati (28 aziende su 500) mostrano che il 78% ha battuto le stime di EPS in media di un 2.2%, mentre il 54% ha battuto quelle di fatturato, ma in aggregato la media di scostamento è marginalmente negativa (dati di Bloomberg). Quindi ok, ma non esaltante per ora (la sorpresa media su EPS di solito supera il 3.5%). Ala fine di questa settimana potremo trarre conclusioni più affidabili.

I mercati asiatici hanno aperto la settimana con un tono debole. Colpa principalmente di Wall Street che Venerdì sera, nelle ultime 2 ore di contrattazione, ha accumulato uno 0.65% di perdita (S&P 500). La scusa ufficiale per lo storno l’ha fornita l’Iran, con il sequestro di una Petroliera battente bandiera inglese. Considerando che il balzo del petrolio sulla notizia non ha raggiunto nemmeno il 2% i casi sono 2: o l’oil è particolarmente debole in questa fase, o i veri motivi dello storno vanno cercati altrove. E’ comunque da notare che nel week end non vi è stata una particolare escalation. Non vi sono cittadini UK coinvolti e la petroliera era scarica.
A mercati chiusi, il Presidente della Fed di Boston Rosengren, votante quest’anno, nell’ultimo discorso prima da parte di un membro Fed prima del black out pre FOMC, ha dichiarato di non ritenere giustificato un taglio dei tassi a questo meeting. Una voce fuori dal coro Fed, che fa a ridurre un po’ la possibilità di un taglio di 50 BPS tra 9 giorni. La probabilità di questo outcome prezzata dai Fed Funds futures è scesa al 18% (era al 70% subito dopo il discorso di Williams.

Sul fronte Trade si ravvisa un certo miglioramento del newsflow. Apparentemente le importazioni di beni agricoli USA stanno riprendendo e i toni di parte cinese sono più costruttivi. Su un Blog, parte di un media statale cinese, si è notato che le parti “stanno cautamente mostrandosi reciprocamente sincerità e buona volontà”. L’ onnipresente caporedattore del Global Times Hu ha osservato che gli importatori cinesi hanno ripreso gli acquisti segno che i colloqui riprenderanno presto.
Sarà per questo che i principali indici asiatici hanno in corso d’opera recuperato un po’, chiudendo con perdite generalmente ridotte, anche se in realtà “A” e “H” shares cinesi sono risultate le peggiori. Apparentemente, sui mercati locali le azioni legate all’agricoltura hanno fatto male, forse andando a prezzare il dirottamento di domanda in US per motivi politici.

Su queste basi l’apertura europea è avvenuta con toni timidamente costruttivi. In assenza di dati di rilievo, l’attenzione è stata divisa sull’apertura di Wall Street nel pomeriggio, e sulle vicende politiche italiane, senza però notizie particolari nel week end su cui basare nuove azioni. Il prossimo appuntamento su questo tema potrebbe essere Mercoledi, quando Conte riferirà in parlamento sul Russiagate e Salvini dovrebbe replicare dal suo seggio. Gli sviluppi potrebbero dare qualche altro scossone alla maggioranza.
Ironicamente, oggi la pressione è stata sentita più sui titoli di stato, che Venerdì avevano recuperato parzialmente le perdite, e meno su Piazza Affari, che avendo sofferto tanto l’ultima seduta, oggi ha rimbalzato inseme agli altri indici.
Nel primo pomeriggio era atteso l’unico dato di un qualche significato, ovvero il Chicago Fed national Activity index di giugno. L’indice non ha offerto brividi: l’attività economica è indicata praticamente a trend (-0.02 da -0.03 di maggio), in quanto lo zero in questo caso non indica stallo ma ritmo di trend.
Ci ha pensato il South China Morning Post a dare un piccolo supporto al sentiment annunciando che Mnuchin e Lighthizer dovrebbero fare visita ai Cinesi la prossima settimana per un nuovo round di colloqui. Si tratta di indiscrezioni non confermate, ma che risultano coerenti con il newsflow. Altre indiscrezioni riportano che gli USA potrebbero esentare 110 prodotti cinesi dai dazi.
Non tutte le news sono positive. Il WaPo riporta che Huawei, già in precedenza, inserito nella lista nera in quanto minaccia per la sicurezza nazionale, sarebbe nuovamente sotto accusa per avere segretamente lavorato con il Governo nord coreano alla costruzione e manutenzione della rete wireless del paese. I dettagli sarebbero stati forniti da un ex dipendente che ha consegnato al giornale americano una serie di documenti e contratti a prova dei rapporti tra Huawei e la Nord Corea negli ultimi otto anni.
Trump, per contro ha nuovamente attaccato la Fed con una serie di tweet, e questa non è nemmeno più una notizia, se non per il fatto che il Presidente ha aggiunto che per il FOMC è meglio agire preventivamente perchè dopo sarebbe più costoso (concetto mutuato dal discorso di Clarida della scorsa settimana). L’insistenza sulla manipolazione del cambio da parte degli altri paesi sembra sempre di più un modo per preparare il terreno a qualche tentativo di intervento per indebolire il $.
In ogni caso la reazione del mercato è stata modesta e gli indici Eurozone chiudono con i marginali guadagno mostrati per il grosso della seduta. Quasi stabili i cambi mentre i rendimenti sono moderatamente scesi, e lo spread è salito come accennato sopra.
Da domani il newsflow dovrebbe cominciare a fornire spunti maggiori.