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Le minute FOMC favoriscono un consolidamento dell’azionario. Domani i PMI flash di Agosto

Ieri sera, le minute del FOMC del 29 Luglio ( link ) non hanno deluso chi sperava in un po’ di movimento.
I membri hanno apprezzato il rimbalzo congiunturale in corso, ma hanno sottolineato bene i rischi, e la grande incertezza, e osservato che una ripresa “un po’ meno robusta” è probabile nel secondo semestre 2020. Venendo però ai punti rilevanti, i membri non hanno segnalato una particolare urgenza di incrementare lo stimolo monetario. I commenti diretti a forme di controllo della curva sono stati tiepidi, con la maggioranza del membri dell’opinione che i benefici siano modesti, anche se vale la pena di tenerle in considerazione in caso la situazione si deteriorasse seriamente. Anche modifiche in direzione di maggiore flessibilità del target di inflazione non sono sembrate imminenti. L’idea è che QE e forward guidance restano gli strumenti principali, ma ulteriori aumenti richiedono un peggioramento del quadro.
Questa minore proattività rispetto alle attese ha accentuato le ricoperture sul Dollaro, e alimentato prese di beneficio su azionario e pressioni rialziste sui tassi treasury, in osservanza delle correlazioni che hanno funzionato gli ultimi giorni. L’impressione è che, a meno di minute super aggressive, la reazione sarebbe stata questa anche a fronte di outcome più generosi: l’azionario e cambio erano giunti all’appuntamento iper-estesi, e in nessuno dei 2 casi la reazione ai nuovi massimi (assoluti per l’S&P, da 27 mesi per il Dollar Index) era sembrata entusiastica. Un segnale della necessità di consolidamento, come avvenuto per l’oro nelle ultime 2 settimane.
Il calo di 0.7% maturato nelle ultime 2 ore non è niente di notevole, ma sufficiente a riportare l’indice sotto i massimi violati il giorno prima, cosa che induce molti a nominare figure come “falso breakout” e “doppio massimo”. Vedremo.

Sentientrader.com ha fatto un lavoro assai più dettagliato del mio di ieri, andando a vedere le performance successive di tutte le occasioni (nell’era moderna) in cui il bear market (almeno -20%) è stato seguito da un recupero molto rapido. Come si nota dai grafici e dallo specchietto, nella maggioranza dei casi si è avuta qualche forma di consolidamento, mai troppo profonda, e a 1 anno tutte le performance sono positive.


L’analisi sembra confermare quella a spanne fatta da me ieri, che mostra che raramente il recupero dopo un calo violento  si risolve in un doppio massimo importante. Il 2007 l’eccezione più significativa, ma in quel caso per il recupero erano stati necessari 4 anni, ed era arrivata una nuova recessione. In questo caso il rimbalzo è stato così rapido che dovremmo uscire con il trimestre in corso dalla recessione attuale. Naturalmente, nella situazione in cui siamo, non si può escludere affatto un “double dip”.

Poco o tanto che sia, il calo di Wall Street è riverberato pesantemente in Asia stanotte, con tutti i principali indici in calo. Robusta la discesa di Seul e Taiwan zavorrate dalle difficoltà dei semiconduttori seguite alle news su Huawei e Ndvia ( link ) . A danneggiare le azioni coreane  anche, secondo i media, la recente accelerazione dei contagi, che minaccia di far scattare l’allerta 3.

In questo contesto, l’azionario europeo non è affatto riuscito a beneficiare del calo dell’€ innescato dalle minute FED. Anzi ha dovuto fare catch up con il punto perso dagli indici USA dalla chiusura europea di ieri sera. E come al solito ci ha aggiunto qualcosa, che possiamo attribuire alla maggior presenza di ciclici e di banche, e minore di tech, che ormai è considerato difensivo.
A parte ciò, c’è da dire che i numeri del Coronavirus non hanno una bella faccia in Europa. I nuovi casi ieri in Germania sono saliti nuovamente, a 1707. In Francia sono stati il massimo dal 6 maggio, 3.776, in Spagna il massimo dal 23 Aprile 3.715. E in serata anche le notizie in italia non sono state delle migliori, con 845 casi. Più dei livelli, ancora ridotti, in particolare in termini di ospedalizzazioni e decessi, è il trend a disturbare.

Così la mattinata europea, in assenza di particolari news macro, è stata all’insegna della risk aversion, con azionario in calo (al solito le banche le peggiori), rendimenti in calo, cambio fluttuante sui livelli di ieri sera, e spread in allargamento. A metà giornata, le minute ECB non hanno minimamente eguagliato quelle Fed in termini di spunti. L’attuale stance è largamente condivisa, mentre un riferimento alla forza dell’€ che il mercato attendeva è mancato, cosa che ha stabilizzato, nel breve, la divisa unica.

Nel primo pomeriggio, dati abbastanza rilevanti in USA:
** i Jobless claims (1.106.000 da prec 971.000 e vs attese per 920.000) sono tornati sopra il milione, proprio nella settimana della rilevazione dei nuovi occupati di Agosto. Meglio i continuing claims (14.8 mln da prec 15.4 mln e vs stime per 15 mln), anche se questa settimana mancano i dati di California e Florida. Anche i claims del Pandemic Unemployment Assistance (PUA) sono saliti di 53.000 a 543.000 a dimostrazione che in effetti, nonostante i miglioramenti, il numero di gente che diventa idonea a richiedere il sussidio resta abbastanza elevato.
** Sotto attese anche il Philly FED (17.2 da prec 24.1 e vs attese per 20.8), che rimane però significativamente in territorio di espansione. in calo anche i principali sottoindici (new orders -4.0pt a  +19.0, ed employment -11.1pt a +9.0).
In generale, segnali di una moderata perdita di momentum del ciclo, che può riflettere l’impatto delle misure di contenimento della seconda ondata del virus, così come un po’ di calo dello stimolo fiscale, visto che il nuovo pacchetto non ha ancora visto la luce.
Domani avremo notizie fresche, con la pubblicazione dei PMI flash di Agosto, in US come in Giappone ed Europa.

La chiusura europea vede gli indici restituire, con gli interessi, i guadagni di ieri. Se il cambio galleggia poco distante dai livelli di ieri, la risk aversion ha dato supporto ai bonds, e ai metalli preziosi, che recuperano in parte il calo di ieri.
Wall Street sembra al momento incapace di mettere giù due giorni di calo di seguito, con l’S&P poco sopra la parità, trainato dal solito Nasdaq che recupera interamente il calo di ieri al momento.

L’impressione personale è che avremo un decorso simile a quelli illustrati sopra, vale a dire un consolidamento/correzione nei prossimi mesi, favorito da :
** rilassamento macroeconomico da contenimento dell’infezione e calo intensità stimolo fiscale, visto che in US si parla attualmente di un mini accordo per un pacchetto da 500 bln
** incertezza da campagna elettorale e relative ricadute su rapporti USA – Cina
** eccesso di euforia e positioning elevato.
L’entità di questo movimento non dovrebbe essere eccessiva, perchè cause ed effetti verranno affrontati da ulteriori razioni di stimolo fiscale e monetario, e questo supporterà nel breve economia e asset e soprattutto continuerà a nutrire quella che è una psicologia da bolla negli investitori. Per cui, salvo seri sviluppi negativi (seconda ondata autunnale, difficoltà col vaccino, insorgenza di qualche altro problema), dopo il consolidamento dovremmo vedere livelli ancora più elevati.