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Il $ prende fiato e interrompe la discesa… Si avvicina la deadline sullo shutdown

Lampi  di Colore

E’  durata poco la pausa di riflessione sugli indici cinesi. Hong Kong ha rapidamente  ripreso la  salita segnando oggi i massimi storici (il  precedente massimo in chiusura risale a ottobre 2007). Decisamente in forma anche le “H” shares cinesi,  mentre i mercati locali, pur positivi, hanno messo a segno recuperi meno brillanti,  al  solito zavorrati dalle small caps che, per motivi misteriosi, risultano escluse dalla recente bonanza. Per sorprendente che possa essere, il gap di performance tra lo  Shenzen 300 e il Chinext a un mese sfiora i 10 punti (+6.9% il  primo, -3% il secondo). Va detto che la  capitalizzazione del Chinext non arriva al 10% di quella del CSI 300.

La  forza dello  Yen ha finito con innervosire le autorità giapponesi a quanto pare.  Il Ministro delle Finanze Aso ha dichiarato stanotte che il livello del cambio non è una questione di primo piano, ma movimenti bruschi e improvvisi possono costituire un problema.  La divisa ha corretto moderatamente, e il  Nikkei ha reagito diligentemente,  riportandosi a contatto con i massimi di periodo (di poco, la chiusura  costituisce il nuovo massimo dal ’91).

L’apertura europea è  avvenuta con tono incerto di ieri. Se non altro, la notizia che la cellula di Berlino del SPD si è detta contro l’accordo  per la  Coalizione ha fornito  il  catalyst per un moderato indebolimento dell’€.
Successivamente, anche il Governing Council ECB ha denunciato  qualche insofferenza nei confronti della recente price action sul cambio. Le solite  fonti anonime vicine al Governing Council hanno fatto sapere che una modifica della  guidance sugli acquisti è improbabile al prossimo meeting. E cosi l’azionario europeo ha alzato timidamente la testa in mattinata, producendo un test della  citata resistenza in area 3620 da parte dell’Eurostoxx.
Peraltro, le indiscrezioni ECB hanno impattato anche sui tassi, e questo ha fatto venir meno al movimento  la  collaborazione del settore bancario. Cosi, alla  price action è mancato lo  spunto tipico delle rotture rialziste convincenti, e gli indici sono rimasti in balia degli umori di Wall Street.

Nel primo pomeriggio, l’unico dato di peso odierno in US, ovvero il NY empire manufacturing di gennaio, ha marginalmente deluso le attese (17.7 da prec 19.6 e vs attese per 19). I principali sottoindici peggiorano il quadro, mostrando discese più marcate, sulle quali possono aver pesato le nevicate di inizio mese.
Più che sui dati macro, l’attenzione è rivolta all’earning season,  e  a Washington dove si sta discutendo un rinnovo breve della Continuing Resolution, che finanzia il Governo US fino a venerdi. La  collaborazione dei Democratici, necessaria per approvare il rifinanziamento temporaneo per lo meno al Senato, è messa in forse dal muro contro muro su immigrazione e in particolare la DACA (Deferred Action for Childhood Arrivals). Politico.com sostiene che a  Trump uno shutdown temporaneo potrebbe fare persino comodo per distogliere l’attenzione dalle suel dichiarazioni razziste etc.

Cosi il rally del $ si è un po’ affievolito e nemmeno l’intervento del Governatore della Banca di Francia lo ha rimesso in moto. Villeroy ha dichiarato che il recente apprezzamento dell’€ è una fonte di incertezza e va monitorato attentamente, perchè  potrebbe avere un impatto sull’inflazione. Ma, dopo le minute di scorsa settimana, il mercato si attende una modifica della stance nei primi mesi del 2018,  e niente, nelle dichiarazioni odierne, anonime e non, ha contraddetto quest’aspettativa.  Ne era possibile che ciò avvenisse, pee non alimentare la confusione che già regna nella comunicazione. In questa fase un eventuale correzione della divisa unica deve necessariamente passare da un recupero di momentum del biglietto verde.
Oggi abbiamo una stabilizzazione che coinvolge la maggior parte delle divise del G10,  ma le  news dal  Congresso ne contengono l’entità, in particolare in relativo al calo che la ha preceduta.

Dopo un apertura brillante, anche Wall Street è finita in parte vittima del newsflow (o più  probabilmente dell’insostenibilità del recente ritmo di rialzo) e nel processo ha fatto evaporare i guadagni dell’azionario europeo, respingendolo sotto le resistenze. Le  condizioni per un recupero dell’azionario europeo ci sono, a mio parere, ma  l’iperestensione del  rialzo dell’S&P 500 costituisce un rischio, nel breve.