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Si complica la strada per le misure fiscali… Al Senato crescono le indecisioni

Lampi di Colore 917

Ieri sera Wall Street ha confermato i sospetti impliciti nella mesta chiusura europea, virando al ribasso in serata, per chiudere sui minimi di seduta. Principale catalyst, dissensi dell’ultim’ora sulla bozza di misure fiscali,  con il  Senatore Marco Rubio che ha minacciato l’opposizione in assenza di un espansione del child tax credit. Con Corker ancora contrario e Flake, Lee e Collins indecisi, non è che ci siano voti da sprecare.

Analogamente, il sentiment è stato nuovamente opaco stamattina in Asia,   anche se, come di recente, la colpa  sembra più della  pesantezza degli indici cinesi che non di Wall Street. Lo HSCEI ha avuto un’altra seduta volatile,  con banche e immobiliari a guidare il movimento. Gli argomenti continuano ad essere il tightening finanziario e l’impatto dei rialzi dei tassi  FED,  dopo il mini rialzo di ieri operato dalla PBOC. Per Shanghai, ai minimi da agosto, la correzione dai massimi post 19mo Congresso del Partito comincia a farsi non trascurabile, a dimostrazione che a volte le soluzioni banali funzionano.
Il  Giappone ha avuto un Tankan un po’ meno univocamente brillante di altre survey di attività in EU e US, con la confidence delle piccole  aziende in ulteriore miglioramento ma quella delle grosse aziende in aggregato  leggermente sotto  attese. Ma  a disturbare Tokyo  può  essere in effetti stata Wall Street (e magari il tonfo aftermarket di Oracle), più  il  rafforzamento dello Yen.

Con l’aria che tira di recente, l’Europa non ha mancato di reagire negativamente al  ribasso di Wall Street che aveva già  in parte anticipato ieri. Tra i temi,  la perdurante debolezza  delle banche, che dopo il rimbalzo di  Basilea 4 hanno infilato (con oggi) 5 sedute negative a fila. Il fenomeno è accentuato su quelle  italiane su cui pesa la   risk aversion causa elezioni anticipate e i perduranti dubbi sui bisogni di ulteriore capitale di alcuni istituti.
Sul fronte Brexit, il tono delle dichiarazioni uscite insieme con la ratifica dell’apertura della fase 2 delle negoziazioni (*MERKEL SAYS BREXIT PHASE 2 AN EVEN TOUGHER SET OF NEGOTIATIONS; *TUSK: REACHING BREXIT DEAL REALISTIC AND DRAMATICALLY DIFFICULT; *JUNCKER: REAL NEGOTIATIONS ON SECOND PHASE WILL START IN MARCH) ha accentuato il “sell the news” sulla sterlina.

Sul fronte macro, poco da vedere oggi in US: L’Empire manufacturing di dicembre ha marginalmente deluso ma i dettagli sono più costruttivi e il livello assoluto elevato. La produzione industriale di novembre è uscita lievemente sotto attese, ma le revisioni a ottobre compensano. Per dare un idea della qualità dei dati macro recenti in US basta dare uno sguardo al Bloomberg surprise index Nordamericano, ai massimi da inizio serie nel 2000 (Il più famoso Citi Surprise index, xhe se non erro considera anche i dati di inflazione, e ai massimi dal  2012)


Lampi di Colore 916

Nel pomeriggio, un newsflow a tratti contraddittorio, ma generalmente positivo, da Washington, sull’esito della riconciliazione delle bozze fiscali ( The compromise GOP tax overhaul measure is finished, and “we ought to have every senator’s support,” House Ways and Means Cmte Chairman Kevin Brady tells reporters ) ha ridato fiato a Wall Street, che sembra diretta a un nuovo massimo. Ma come di recente, il sentiment ha faticato a contagiare l’azionario europeo, che solo nel finale ha evitato, con un colpo di reni, un’altra chiusura negativa.
Se non altro le news hanno ridato un po’ di smalto al biglietto verde contro le principali divise, ed è sorprendente che il ritorno dell’€ sui livelli pre CPI US – FOMC – Draghi non abbia ridato un po’ di animo all’azionario continentale, per il quale il settore bancario continua a essere una discreta zavorra.
Allargando un po’ l’analisi, tocca di osservare che, contrariamente a quanto avvenuto in US, in Eurozone l’azionario è salito meno di quanto hanno fatto gli utili aziendali (+8/9% Eurostoxx vs +18/20% profitti), con conseguente contrazione dei multipli, anche se al rotondo incremento dei secondi contribuisce il ritorno all’utile dei settori energy e bancario. Certo, la divisa resta un argomento per la divergenza, anche se il recente recupero del $ non ha apparentemente impattato la performance relativa tra i mercati alle 2 sponde dell’Oceano Atlantico. Eventualmente, le vicende della riforma fiscale hanno offerto supporto agli USA, bilanciando l’effetto. Personalmente, continuo ad attendermi un recupero in relativo dell’azionario continentale, magari stemperato l’effetto immediato della firma del provvedimento, dopo il quale forse vedremo un po’ di “sell the fact” a Wall Street.
I rendimenti chiudono in calo per i bonds europei core mentre lo spread btp bund allarga, anche oggi, in linea con la performnce degli altri asset italiani (azionario e banche in particolare). In lieve rialzo i rendimenti treasury.