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Nonostante i PMI europei brillanti il $ recupera la debolezza di questi giorni

Lampi di Colore 638

La giornata è iniziata con un tono cauto in Asia. Sicuramente l’orrendo attentato a Manchester è un fattore negativo per il sentiment, ma l’impatto non è ben quantificabile, al di la di perdite modeste per gli asset UK (Gilt, Sterlina e future FTSE 100). La debolezza del $ ha nuovamente bagnato le polveri a Tokyo, alle prese con un PMI manifatturiero flash di maggio non granchè brillante (52 da prec 52.7). La parte emergente dell’Asia sembra stranamente indifferente alla debolezza del biglietto verde, a cominciare da Shanghai che chiude ancora in calo. Il Chinext, indice che raccoglie le small caps (principalmente tecnologici) ha chiuso ai minimi dal 2015, ed è giù del 10% da inizio anno. Difficile dire se la preferenza per le big caps sia un sintomo di liquidità in calo, oppure rifletta un effettiva sofferenza delle piccole aziende, maggiormente indebitate e dipendenti dal credito bancario.

L’Europa ha aperto col medesimo tono cauto, ma la cautela è stata spazzata via dai PMI Flash di maggio, che in aggregato si sono mantenuti sui massimi da 6 anni (composite Eurozone a 56.8 invariato rispetto a aprile, vs attese per 56.7). In miglioramento il manifatturiero, trainato dalla Germania (59.4 da prec 58.2 e vs attese per 58) mentre nei servizi, in marginale assestamento a livello Eurozone, è la Francia a guidare (58 da prec 56.7 e vs attese di invariato). In assenza dei dettagli, il confronto tra i dati tedesco e francese con quello Europeo mostra che la crescita dell’attività si è un po’ ridimensionata nel resto d’Europa, pur restando nei pressi dei massimi. Markit segnala che i prezzi di vendita mostrano ancora rilevanti pressioni al rialzo, ma gli incrementi degli imput prices si stanno ridimensionando e il sottoindice è ai minimi da 5 mesi. Anche il sottoindice dei new orders ha ripiegato leggermente, sui minimi da 4 mesi, ma a 55.5 si trova ancora ad un livello elevato.
Il quadro è stato rafforzato dall’IFO tedesco di maggio, a sua volta significativamente sopra attese (114.6 da prec 113 e vs attese per 113.1).
Personalmente, visti i livelli eccezionalmente elevati (per l’Eurozone) degli indici, e il tono un po’ meno entusiasta che i medesimi indici mostrano in altre parti del mondo (Cina, Giappone, US) da 1 o 2 mesi, non mi sarei stupito di una correzione da parte dei PMI odierni. Ma nemmeno questi risultati mi lasciano particolarmente sorpreso. Nel breve le elezioni francesi si son portate via i residui di rischio politico e una tenuta del sentiment in Eurozone è pienamente comprensibile.
In ogni caso, l’azionario continentale ne ha approfittato per recuperare terreno,  l’€ è tornato rapidamente sui massimi e i rendimenti tedeschi hanno mostrato una tendenza al rialzo,  mentre i principali spread periferici hanno continuato a contrarsi in linea con quanto mostrato i giorni scorsi.

Meno scintillante, come di recente, la messe di dati in US.
** il PMI flash composite US di maggio ha mostrato un rimbalzo di 0.7 punti a 53.9, favorito da un accelerazione del PMI servizi (54 da 53.1 vs attese per 53.3) a fronte di un manifatturiero deludente (52.5 da prec 52.8 e vs attese per 53). Tra le good news abbiamo i new orders ai massimi dell’anno, e la forza dei servizi grazie alla domanda interna. Meno incoraggiante il calo di domanda estera che ha spinto la crescita del manifatturiero ai minimi da settembre.
** Delusione dalle new home sales di aprile a -11,4% da marzo vs attese per -1.8%. A mitigare la negatività robuste revisioni ai mesi precedenti, che in pratica compensano il calo. Ma il momentum sembra scemare.
** Infine il Richmond Fed manufacturing di maggio ha clamorosamente deluso, passando da 20 a 1 vs attese per 15. Dei primi 3 indici regionali usciti, Empire NY e Richmond hanno mostrato pesanti cali, e il Philly Fed ha fracassato le stime. Poveri noi che dobbiamo interpretare questi dati.

Wall Street, incurante dei dati, ha ripreso a macinare, giungendo a recuperare interamente il calo di mercoledi scorso. Dopodichè, toccati i 2400 di S&P 500, ha apparentemente “sentito” ancora una volta il livello, prendendo fiato.
In una giornata in cui i dati europei hanno scintillato e quelli US sono usciti nella migliore delle ipotesi misti ( e Shaeuble ha pensato bene di ribadire che l’€ è troppo basso)  è interessante notare che in chiusura il Dollaro recupera l’iniziale debolezza e l’€ corregge un po’. Eventualmente, la divisa unica comincia a risentire del positioning (vedi lampi di ieri), dell’ipercomprato, e della possibilità che il mercato dei tassi US vada a prezzare uno scenario un po’ più simile a quello della FED. Tra l’altro, domani escono le minute dello scorso FOMC. Vedremo che impatto avranno su divisa e tassi US.