Seleziona una pagina

Il Job Act scampa il rischio smantellamento

Lampi di Colore 425

La giornata della conference di Trump è iniziata con un tono cautamente positivo in Asia. Tokyo si è ripresa un po’ grazie, manco a dirlo, all’indebolimento dello Yen nei confronti di un $ che “sentiva” l’incombere della conference.
Intuibilmente, i mercati locali cinesi hanno sofferto un po’, per il rischio di strali da parte di “The Donald”. A parte ciò, sul sentiment hanno pesato frizioni geopolitiche con Taiwan per uno sconfinamento navale.
Generalmente positivi il resto degli indici, in particolare Seul grazie a Samsung.

Difficile dire cosa abbia causato la piccola fiammata di risk aversion poco dopo l’apertura europea. C’è stata la notizia del piccolo malore e successivo intervento per il Premier Gentiloni, che ha sicuramente pesato sugli asset italiani, finchè non si è chiarita l’entità del problema ma il resto degli indici è sembrato troppo remissivo. Eventualmente le news sul dossier compromettente in mano ai russi sulla possibile collaborazione di Putin alla vittoria di Trump  possono aver temporaneamente pesato.
In ogni caso, l’episodio di volatilità si è esaurito abbastanza rapidamente, lasciando i mercati al tipico trading erratico che precede gli eventi.

L’equilibrio è stato successivamente rotto, con i principali indici in progressivo miglioramento, da un paio di circostanze:
** La Corte costituzionale italiana ha rigettato il quesito referendario sull’articolo 18, eliminando una delle preoccupazioni del mercato, ovvero il rischio smantellamento del Jobs Act, o la possibilità che il PD chiedesse elezioni anticipate per evitare il Referendum. Gli altri 2 quesiti sono stati approvati, ma Vaucher e sulla responsabilità in solido appaltante-appaltatore. Ma Il Referendum potrebbe essere evitato se le leggi verranno modificate. Per inciso, il 24 gennaio avremo un’altra importate pronuncia della corte, sulla costituzionalità dell’Italicum.
** Il dollaro ha preso a recuperare terreno contro i principali cross, presumibilmente sulla base di ottimismo dell’ultimo minuto circa il contenuto della conference di Trump. L’idea è che la comparsa di dettagli sul piano fiscale, e in particolare sulla Border Tax, potesse offrire supporto al biglietto verde. Anche eventuali accenni ai suoi piani per riempire i posti vacanti alla Fed sono stati citati come catalyst.

La sentenza della Corte ha invertito la dinamica sugli asset italiani, con contagio positivo agli altri bonds periferici, mentre il dollaro forte, recentemente assai ben correlato col risk appetite, ha ridato vigore agli altri indici, Dax in testa. L’unica parte del “Trump trade” che non ha dato segnali forti è stata la parte tassi US, rimasta abbastanza quieta in attesa dell’evento.

Venendo all’evento, la prima parte della conference ha un po’ infastidito i mercati: troppo accento allo smantellamento dell’Obamacare e a questioni specifiche di aziende e/o settori, troppi riferimenti a conflitti di interessi potenziali e ipotesi di complotti sovietici, e su tutto un tono troppo “Cowboy” (L’amministrazione Obama ha creato l’ISIS, Se piaccio a Putin è un vantaggio, Sarò il più grande creatore di posti di lavoro che Dio abbia mai creato). Tutt’altro rispetto a quel che cercava il mercato.
La price action è migliorata quando, su sollecitazione dei giornalisti,  il Presidente Eletto ha infine toccato i temi fiscali, confermando l’intenzione di istituire una border tax.
Ma i contenuti sono in generale rimasti troppo vaghi rispetto a quelle che erano le attese, e, a conference finita, €, Yen e Sterlina si stanno riprendendo larga parte di quanto perso in giornata, mentre l’azionario ha un po’ smarrito il tono positivo di metà pomeriggio. La chiusura europea ha risentito della delusione, con solo il Dax in grado di tenere parte dei progressi, seguito da Milano.

In sostanza, quasi un non event, nel senso che ne sappiamo ben poco di più sulla politica economica di Trump rispetto a 2 ore fa, ma la conferma della Border tax ha evitato che la Conference si tramutasse in un boomerang  per i mercati. Sembra che per i dettagli dovremo aspettare che parlino i “tecnici”, il che aggiunge un po’ di incertezza al quadro generale.

Sul fronte tecnico, il Dax sta tentando un breakout rialzista, tecnicamente valido, salvo conferma della price action domani, anche se il ripiegamento finale gli ha levato un po’ di vigore. Range trading per il resto degli indici, con bollinger bands in restringimento, a indicare una potenziale uscita in tempi non troppo lunghi.