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Lampi di Colore – 20 Luglio 2015

Il primo week end privo di sviluppi decisivi sul fronte greco ha prodotto un inizio di settimana abbastanza tranquillo. Ovviamente, non è che il newsflow si sia del tutto inaridito: vi è stato il rimpasto di governo di Tsipras, con l’estromissione dei dissenzienti, oggi le banche greche hanno riaperto dopo 3 settimane, e il Governo ha autorizzato il pagamento delle tranche di rimborsi all’IMF e all’ECB (oltre il 90% del prestito ponte concesso).
Peraltro, la borsa di Atene resta chiusa, e i controlli di capitale rimarranno in vigore a lungo. I cittadini possono effettuare pagamenti locali via assegno e bonifico, ma resta il limite ai prelievi e non si può inviare soldi all’estero a nessun titolo senza l’autorizzazione del Ministero delle Finanze.
In ogni caso per il momento tutto procede secondo i piani. Vedremo come andrà nelle prossime 48 ore con l’approvazione del nuovo codice di procedura civile, e con l’adozione della Bank Recovery and Resolution Directive. Ma è parere diffuso che nelle prossime 4/6 settimane non dovrebbero giungere, da questa fonte, particolari turbative.

Con Tokyo chiusa, la seduta asiatica non ha offerto grossi spunti.
L’annuncio, da parte della Banca Centrale Cinese, che le sue riserve auree sono cresciute di 604 tonnellate da fine maggio 2009 (attualmente 1658 tons) ha dato il colpo di grazia all’oro, che ha violentemente rotto il supporto in area 1130 $ l’oncia. Il ritmo di accumulazione (100 tonnellate l’anno) è assai inferiore alle attese di mercato, da cui la reazione scomposta. Resta da capire che che fine fa larga parte dell’oro che entra a vario titolo nel paese, visto l’enorme surplus tra offerta e consumo dello stesso, riportato dalla China Gold Association.
In ogni caso, con le pressioni inflattive ai minimi termini a causa della debolezza delle commodities (oil in primis), i rischi sistemici ridotti (in particolare col rientro della crisi greca) e il dollaro forte, il contesto globale è assai poco favorevole per l’oro e i metalli preziosi al momento.
Per il resto, scarsa direzionalità per gli indici asiatici, le cui performance restano oggi comprese tra il -0.8% di Taiwan e il +0.9% di Shanghai.

Partita in ritardo per un problema tecnico all’Eurex, la seduta europea ha visto nuovamente il buon sentiment prendere il sopravvento.
Notevole la domanda sui bonds, alimentata dal continuato rientro del premio al rischio: i) le commodities non fanno che scendere, deprimendo, nel breve lo scenario inflattivo. ii) il posizionamento non è più quello di 2 mesi fa quando parti la fiammata sui tassi. iii) il periodo, come noto, prevede un robusto deficit di emissioni-rimborsi (tenuto conto degli acquisti ECB). iiii) e lo stemperarsi delle tensioni greche offre supporto alla periferia.
Bel tempo anche sull’ Equity, trainato dal settore bancario, autore di un’altra performance robusta, benchè leggermente attenuata nel finale. La forza delle banche ha ovviamente favorito Milano, migliore degli indici europei per lungo la giornata. Piazza affari ha fatto segnare nel durante i massimi dal 2009, prima di ripiegare nel finale, chiudendo comunque con un buon +1.1%. Anche la “dichiarazione di intenti” di Renzi sul fronte fiscale ha attirato sicuramente benevolenza, sebbene i dettagli siano ancora distanti nel tempo.

Nel primo pomeriggio, il membro FED Bullard, non votante al momento ma considerato un buon indicatore della “pancia” del FOMC, ha fatto alcune dichiarazioni dai toni poco accomodanti. Il Presidente della Fed di St Luis ha dichiarato di vedere la probabilità di un rialzo dei Fed Funds a settembre “maggiore del 50%”. Considerando che i Future la prezzano tra il 25 e il 30% e il Dollaro è tornato sui livelli di metà aprile (dollar index) la cosa ha un po’ bagnato le polveri a Wall Street, contribuendo a temperare un po’ gli ardori anche all’azionario europeo. D’altronde, un po’ di coda di paglia è normale per l’equity continentale, visto che nelle ultime 9 sedute ha sovraperformato Wall Street di oltre l’8%.
Cosi, le esitazioni dell’S&P 500, sempre alle prese con la resistenza in area 2130-35, hanno ridotto in chiusura il progresso dell’Eurostoxx a +0.45%, mentre lo spread è risalito di un paio di bp a 114. L’€ continua a “discutere” col supporto in area 1.085 vs $.
L’Eurostoxx banks, prima di ritracciare maginalmente, seguendo il sentiment generale, ha fatto segnare nel durante i nuovi massimi da aprile 2014, rafforzando l’impressione di voler rompere la resistenza citata venerdi.

Con il calendario macro non troppo popolato questa settimana, e Cina e Grecia in fase di rientro, per lo meno a breve, l’attenzione sarà tutta per l’earning season US, che entra nel vivo (131 aziende dell’ S&P 500 tra cui Apple, Microsoft, Amazon, Verizon, AT&T e Coca-Cola), e l’apertura di quella europea (giovedi con Daimler, Venerdi basf e Danone). Le prime note di quest’ultima sono fondamentali per giudicar ela sostenibilità del recente rally.