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Il panico vero sui mercati

Da dove comincio per commentare la giornata di oggi sui mercati?
Che sarebbe stata una giornata difficile lo si è capito immediatamente, quando dopo un calo d quasi il 5% ieri (S&P 500 -4.89%) stanotte i futures sono partiti in rosso accumulando subito un’altra consistente discesa (circa 3%).
Un contributo alla negatività è venuto dal pasticciato intervento di Trump ieri sera, nel quale ha annunciato la sospensione dei voli con l’Eurozone per 30 giorni. Trump ha incluso nel blocco le merci, costringendo la Casa Bianca dopo ad una smentita. Il Presidente è stato anche corretto dal portavoce dell’associazione di Assicuratori AHIP, che ha chiarito che le aziende si sono impegnate a offrire i test, e non annullare i contributi alle spese di cura.
A parte ciò, Trump ha promesso sgravi fiscali, prestiti alle SME a basso costo (50 bln stanziati), e imprecisate proroghe ai periodi di malattia e tagli ai contributi.
Il WaPo  ha riportato che Il Presidente avrebbe chiesto a Mnuchin di intercedere presso Powell perche intraprenda ulteriori passi per sostenere la borsa, e si sarebbe lamentato di averlo nominato, in quanto starebbe danneggiando la presidenza e il paese. L’effetto di una probabilità di rielezione che le ultime vicende stanno mandando in picchiata.

Sta di fatto che le borse asiatiche hanno ceduto 2/4 punti, con Sydney a -7% e Mumbai a -8%, penalizzata dalla chiusura tarda.
Già, perchè all’apertura europea gli indici si sono assestati attorno ai 6 punti percentuali di perdita. Grosso impatto sul sentiment hanno avuto, oltre alla performance di Trump, 1) l’ampio risalto dato alle misure varate da Conte ieri, e 2) la percezione che anche in UK si sta passando alla strategia della diluizione dei contagi, rispetto al contenimento. Sembra ormai assodato che il modello “italiano” diventerà dominante nei paesi occidentali, e ciò imporrà un dazio elevatissimo all’attività economica.
Come ieri, i beni rifugio hanno offerto poca assistenza e così i mercati si sono diretti verso il meeting ECB con le ossa rotte e gli occhi umidi rivolti alla Lagarde in cerca di conforto.
Alle 13.30 circa, un quarto d’ora prima degli annunci, è stato comunicato che alle banche (in risposta ad una loro richiesta d’aiuto) verranno allentati i requisiti di capitale e verrà concessa flessibilità sui non performing loans. Un passo in una direzione pericolosa, ma utile a levare pressione al settore, che comunque in questi ultimi anni ha messo parecchio fieno in cascina.

Alle 13.45 le misure:
** tassi lasciati invariati
** LTRO di ammontare illimitato per offrire ampia liquidità fino a giugno
** TLTRO con incentivi a prezzare che portano il tasso fino a 25 bps sotto il depo
** un supplemento di 120 bln di acquisti di titoli da qui a fine anno, incentrato principalmente sul credito

Ad un mercato che sognava un opzione nucleare, 120 bln da qui a fine anno (meno di 15 bln/mese di incremento) sono sembrati spiccioli. In passato, il QE di Draghi aveva raggiunto, se non erro, gli 80 bln al mese.
La reazione è stata violenta, il btp è stramazzato giù di alcune figure e l’azionario ha bruscamente accelerato al ribasso.

Alle 14.30, la Conference.
La Lagarde ha illustrato le misure, ha chiarito che il Coronavirus è uno shock enorme di domanda anche di offerta e che la politica monetaria non può contrastarlo da sola: serve coordinamento con quella fiscale, e per il momento lo sforzo in questo senso non è significativo. La decisione ha goduto dell’unanimità. La review è sospesa.
Interpellata sulle modalità della nuova razione di QE ha detto che la capital Key resta in vigore ma useranno flessibilità. Un infelicissima frase sul fatto che non è compito dell’ECB contenere lo spread ha causato una doppia sospensione al ribasso del BTP future, e il successivo tentativo di rimedio a CNBC( *ECB’S LAGARDE SAYS CAN DEVIATE FROM CAPITAL KEY IF NECESSARY) non ha cambiato granchè la faccenda.

Il pacchetto di misure ha deluso il mercato. Ma che possibilità aveva l’ECB, con il margine di manovra rimasto, di accontentarlo? Hanno optato per lasciare invariati i tassi, una mossa sensata perchè altri tagli non avrebbero aggiunto granchè e avrebbero riaperto il dibattito sugli effetti collaterali. Ma così facendo hanno dato l’impressione che quella leva è ormai esaurita.
L’aggiunta di 120 bln di QE è deludente, ma sembra indirizzata a offrire supporto al credito, il cui eventuale collasso costituirebbe un colpo enorme a un settore corporate già impattato pesantemente dal blocco dell’attività. Il sostegno al mercato dei periferici sembra demandato al settore bancario al quale viene fornita liquidità illimitata per finanziare l’economia, ma eventualmente anche per ricominciare in grande stile un carry trade sugoso. In ogni caso, nulla vieta di supportare anche i governativi periferici, facendo appello alla flessibilità. E comunque alla velocita a cui si muovono le cose, chissà cosa può arrivare la prossima settimana. Ora attendiamo le azioni, prima di giudicare: vedremo da domani di che qualità è il supporto ai governativi.
La performance della Lagarde è una nota dolente. Nervosa, imprudente e goffa nel suo rincorrere le reazioni del mercato, non ha dato l’impressione di saper aggiungere ai contenuti del Governing Council come il suo predecessore. Va detto che oggi l’impresa era impossibile, e che comunque non si può certo ascrivere l’intero pandemonio odierno ad una delusione per l’ECB.

Quando si è capito che l’azione dell’ECB non avrebbe salvato la seduta, nel mercato ha cominciato davvero a scorrere il sangue. Le borse europee hanno accumulato perdite superiori al 10%, Wall Street ha oscillato tra il -5% e il -8%, le curve governative si sono contorte, con le parti brevi più supportate e il long end assediato dalle vendite, gli spreads sono esplosi (Italia in testa), quelli del credito pure, Ie commodities sono crollate, oro compreso. I principali cambi hanno oscillato, incapaci di prendere una direzione mentre tutto il resto è crollato contro dollaro.
Le chiusure degli indici europei non hanno precedenti, ritengo, con le performance delle piazze principali comprese tra il -10.75% di Londra, e il -16.9% di Piazza Affari.

Poco dopo la chiusura Europea vi è stato un sussulto. E’ entrata in campo anche la FED, con 2 modifiche sostanziali:
** Sono stati indetti repo per 500 bln $ a 1  e 3 mesi, in risposta ad un aumento dello stress sui tassi monetari
** Gli acquisti di T-Bill sono stato convertiti on un QE vero e proprio, ovvero acquisti di treasury con scadenze sulla curva.
La mossa ha prodotto un robusto rimbalzo di Wall Street, con l’S&P 500 arrivato a perdere il 3%.
Ma successivamente il movimento è stato interamente ritracciato, a dimostrazione che la giornata odierna era irrecuperabile perfino per la FED, e l’ECB era quindi sconfitta in partenza anche se al posto della Lagarde si fosse seduto John Maynard Keynes.
A fine seduta, la chiusura dell’ S&P 500 (-9.5%) si colloca al sesto posto tra le peggiori sedute di tutti i tempi, dopo il -22.9% del 19/10/87, 3  sedute del 1929 e una del ’37, mentre il 2008 si colloca all’ ottavo posto con -9.5% del 15/10.

CONSIDERAZIONI:

1) Il mondo sembra essersi svegliato. Gli investitori si sono infine resi conto che questa infezione, e le misure contenitve che impone, costituiscono un enorme freno all’economia globale, che costerà un impatto molto grosso sulla crescita di quest’anno (e non le risibili frazioni di punto indicate finora da organismi internazionali e case di investimento).
Questa percezione sta imponendo un enorme repricing ai mercati. Ma è finalmente una percezione adeguata al livello del problema. Si può sempre peggiorare, e lo faremo se le misure si riveleranno inefficaci in varie aree. Ma al momento non si può più parlare di sottovaltazione del problema. Chiunque si è reso conto che probabilmente le scuole chiuderanno ovunque, e ovunque saranno imposte misure più o meno draconiane

2) La price action mostra chiari segnali di capitulation. Al di la del disastro sull’azionario, vedere il long bond giù di 2 figure e mezza, e il 30 anni USA giù di 7.5, in una seduta in cui la  borsa crolla e FED ha ripreso il QE, vedere l’oro giù del 4%, il ricercatissimo Palladio giù del 20%, il Vix a 75, massimo dall’ottobre 2008 vuol dire che gli investitori hanno buttato fuori tutto senza distinzione, costretti dai margin calls, dal deleverage disperato, dall’esplosione di rischio di portafoglio che costringe a vendere senza farsi domande. Una delle più grosse capitulation mai viste.
Questa price action normalmente si nota alla fine delle gambe ribassiste, e conduce ad un assestamento, in quanto riduce drasticamente il posizionamento e la quantità di forced sellers.

3) Il fallimento delle misure monetarie parla chiaro. Gli investitori le ritengono necessarie ma non sufficienti. Questa epidemia, si è capito, produrrà un grosso ammanco di GDP, di output economico o come lo vogliamo chiamare, e questo va almeno in parte colmato con risorse pubbliche, per evitare che il sistema si accartocci in un circolo vizioso di defaults, disoccupazione, calo dei consumi etc. Il finanziare le aziende è necessario, ma serve restituirgli reddito e domanda.
Mi aspetto che la giornata odierna, il -27% dell’S&P 500 in 3 settimane, il -34% dell’Eurostoxx etc riescano a spaventare i nostri governanti a sufficienza da fargli affrontare come si deve il problema. in fin dei conti che abbiamo risparmiato a fare fino ad ora col patto di stabilità, se non per affrontare problemi come questo? In caso contrario, il mercato potrà anche rimbalzare (ma non è detto), ma successivamente rafforzerà il messaggio.