Sistemazioni di fine trimestre influenzano la price action

NB:  Lampi si ferma fino a  Martedi 3 aprile

Avevo detto che l’S&P  500 aveva lavorato poco sul supporto della media a 200 giorni per considerarlo un test valido? Eccomi accontentato.
Ieri sera,  un avvitamento del settore tecnologico (-3.3%) nella seconda parte di seduta  ha portato l’indice generale  a  ritracciare  buona parte del rimbalzo di lunedi, chiudendo con un pesante -1.7%.
Cosa è successo?
Un Nasdaq già alle corde per la storia di Facebook e il  contagio agli altri social, è  stato affossato da una serie di “single  stories” su alcuni esponenti di rilievo del  comparto: Nvdia (-8%) ha sospeso i test sulle self  driving car ; Tesla (-8%) è finita nuovamente sotto  inchiesta per un incidente (e oggi crolla  per un downgrade del merito  di credito) ;Twitter (-11%) è  stata oggetto di un report di un operatore specializzato in short bets (Citron);  Facebook ha perso comunque il 5%.
Vista la  violenza del reversal – il Nasdaq ha ritracciato praticamente tutto il  rimbalzo di lunedi –  ed il  momentum negativo di alcuni campioni (oggi scende pesante anche Amazon, apparentemente oggetto di attenzioni tutt’altro che benevole dal Presidente Trump), sembra sensato attendersi anche dal Nasdaq un test della media a 200 giorni,  il che implica un ulteriore discesa del 3%.

Va detto che, ormai, tutto il mercato guarda a questa media, in particolare sull’S&P 500, e quindi è possibile che,  fallito  il test millimetrico di venerdi, come supporto vada considerata comunque un area un pò  più  vasta, per evitare di finire vittima di false rotture. Personalmente guarderei all’area 2600-2550 come livello da  tenere,  dando per scontato che se arriviamo ai minimi intraday del 9 febbraio è  per romperli, almeno temporaneamente.

Un eventuale permanenza dell’indice sopra la  media, nonostante il focus sul  livello, gli eventuali stops sottostanti,  le orde pronte a vendersi la  rottura, e le potenziali pressioni provenienti dal Nasdaq, sarebbe un discreto positive. Vedremo.

Ovviamente la seduta asiatica non l’ha presa troppo bene. Considerata la  matrice tech dello storno, Tokyo l’ha sopportato anche discretamente. La piazza giapponese figura relativamente bene, in relativo, nelle  ultime  sedute (a 5 giorni perde meno dell’1% a fronte del -2% Eurozone e del  -3% US),  e  la  forza è  confermata dal recupero del future durante la seduta europea. Niente male per un indice che era stato  il  primo a rompere i minimi di febbraio. Direi che è un motivo per un cauto  ottimismo.
Tra gli altri indici,  pesante la  galassia cinese, con le  “H” shares giù di oltre 2 punti e Shanghai,  Shenzen e Taiwan poco meglio. Seul ha pagato,  mentre Mumbai e Sydney, meno esposti al tech, hanno subito meno.

L’Europa ha ovviamente risentito dello scherzo da prete del Nasdaq (dalla chiusura europea di ieri l’S&P ha perso quasi il  2%) aprendo in marcato calo. Ma fin dalle prime battute gli indici hanno dato l’impressione di essere in grado di assorbire almeno parte della correzione “made in US”. L’Eurostoxx è  arrivato a perdere un massimo di 1.4% a metà mattinata e da  li è partito  un recupero costante, che lo ha postato a chiudere in moderato guadagno,  nonostante una Wall Street finora incapace di recuperare anche una frazione di quanto perso ieri.
Sicuramente la correzione dell’€ è  stato  un fattore a supporto dell’azionario continentale anche oggi. Il posizionamento delle vacanze di Pasqua ha anticipato un po’ del “position squaring” di fine trimestre,  il che sul fronte cambi ha dato sicuramente una mano al biglietto verde, in particolare contro cross sovraffollati come quello con l’€ .
E poi, francamente, non c’è dubbio su quale area abbia mostrato maggior forza sul fronte macroeconomico nell’ultimo periodo: basta guardare i Surprise indexes,  USA a +48.5, Europa  a -57.

Nell’isteria della trade war, qualcuno sul  Forex li ha persi di vista forse.
A guardare il grafico, sembra sensato attendersi una contrazione dello spread tra i 2  indici, che solitamente resta su livelli cosi negativi per periodi brevi. L’iperestensione al  ribasso dell’indice Eurozone alimenta un po’ di  speranza è che siano i dati  Eurozone a tornare maggiormente in linea col consenso.

Tornando al fine trimestre, è probabile che anche la resilience degli indici europei sia almeno in parte dovuta a ricoperture.

Nel  primo pomeriggio, la  terza revisione del  GDP US del quarto trimestre ha confermato  che i consumi negli ultimi 3 mesi del  2017 sono stati elevatissimi. Il dato  di GDP  è  stato  rivisto da 2.5% a 2.9% grazie a un aumento del consumer spending al ritmo del 4% (da 3.8%). Anche un maggiore accumulo di scorte ha contribuito alla revisione positiva.
Come sappiamo, nei primi 2 mesi del 2018 i consumi negli USA sono rallentati.  Ma  si tratta, con ogni probabilità, di un calo fisiologico dopo un periodo  in cui alcune categorie di spesa erano state abnormemente gonfiate dagli  uragani,  come mostra questo grafico,  courtesy of Pantheon Economics


Meno costruttivo il quadro offerto dal goods trade balance di febbraio, deterioratosi di un altro bln $ a 75.4 bln di deficit.  Positive, per contro,  le  new home sales di febbraio, e anche l’accumulo di scorte all’ingrosso per lo stesso mese dovrebbe contribuire positivamente al  GDP del trimestre in corso.

In generale, notizie per il  momento snobbate da Wall Street,  che continua a dibattersi tra il peso del Nasdaq, e la tenuta dei supporti per l’S&P 500.
Detto del Dollaro, un’ asta treasury 7 anni mediocre ha levato supporto ai bond US e cancellato i guadagni di quelli europei core, che erano stati ben supportati per buona parte della seduta.  Chissà  che domani il  CPI flash tedesco di marzo non rafforzi il tenue segnale di inversione visto oggi (Progetto di shooting star sul Bund , ovvero chiusura sotto l’apertura dopo aver fatto massimi intraday).
Il raffreddarsi dei rapporti tra Salvini e Di Maio ha accentuato la forza di un BTP che già andava forte,  sostenuto dal rally globale dei bonds e dalle ricoperture post  elezioni.
Domani è  l’ultimo giorno del trimestre per i mercati, prima di una pausa che per alcuni sarà di 4 giorni. Il position squaring potrebbe incrementare, con effetti imprevedibili sulla  price action.