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Si intensificano i segnali di pressioni sui prezzi

Chiusura sui minimi ieri sera per Wall Street (S&P  500 – 0.69%, -0.72%). Difficile  dire cosa abbia determinato l’iniziale  ottimismo,  e il  successivo deterioramento del sentiment in una seduta semifestiva e senza dati.  Fatto sta che la forza delle commodities e l’impatto  sulle condizioni finanziarie hanno continuato ad essere un argomento di cautela, con diverse commodities (oil, metalli, carbone) a mostrare forti rialzi,  anche se il  Gas si è un po’ calmato.

Umori più fiacchi anche stamattina in Asia, a  cominciare dal China Complex,  protagonista di un marcato arretramento. Il cambio  di sentiment rispetto a ieri è  stato propiziato  da  una nuova  raffica di notizie dai toni cupi:
** Evergrande ha lasciato  scadere altri pagamenti senza eseguirli ( link ),  e  altri developers avvisano di non essere in grado di pagare le proprie scadenze ( link )
** Le  vendite d’auto nel  paese hanno segnato a settembre un -17% anno su anno ( link )
** I prezzi del carbone sul mercato fisico sono esplosi sopra quelli dei futures, anche a causa  delle inondazioni che hanno prodotto la  chiusura del 10% delle miniere nello Shanxi ( link ).
**  Infine il  Governo cinese ha avviato ispezioni nei financial regulators, nelle grandi banche e nei gestori di debito distressed ( link ).
Vuoi per il newsflow, vuoi per il  sentiment ereditato dagli USA, “A” shares,  “H” shares e Hong Kong hanno tutte ceduto ben oltre l’1%, insieme anche a Taiwan.
Tokyo a sua volta  aveva da scontare la  mezza smentita di Kishida sui capital gains, e comunque anche preoccupazione per  la  bolletta  energetica, vista la  dipendenza del  Giappone dall’estero. Il  premier ha poi dichiarato che intende migliorare la  distribuzione del reddito con politiche che aumentino i salari, il che è un po’ un dietrofront rispetto alla maggiore attenzione agli azionisti che ha caratterizzato gli ultimi anni. A favore di Tokyo c’è però il crash dello Yen, che in poco più  di 2 settimane ha ceduto un 3% vs $ toccando i minimi da  fine 2018. Come accennato  ieri, il cross sembra reagire alla circostanza che la  Bank of Japan è l’unica delle principali banche centrali non impegnata in inasprimento della politica monetaria, e per la  quale il mercato prezza tassi immobili. Mi pare che questo guadagno di competitività non sia ancora interamente fattorizzato dall’azionario locale. Tra  gli altri principali indici dell’area,  Seul  ha ceduto parecchio (-1.4%), secondo alcuni commenti in reazione al meeting della Bank of Korea, nel  quale 2 dei 7 membri hanno votato per un rialzo dei tassi (il tasso di riferimento è  rimasto invariato a 0.75%). Modeste variazioni per gli altri indici

L’apertura europea aveva da fattorizzare la  discesa di Wall Street ieri sera,  continuata dal future S&P 500 durante la  seduta asiatica. Si spiega fondamentalmente così il -1% abbondante con cui l’Eurostoxx 50 ha iniziato  le contrattazioni. Oltre a ciò,  i rendimenti hanno continuato a  salire in Eurozone con il  Bund che ha superato il livello di -0.1% per  la  prima volta da Maggio 2019. A contribuire al movimento, i prezzi all’ingrosso tedeschi di Settembre, +13.2 % anno su anno, +0.8% sul mese. Al  solito la  cosa ha messo di buon mood le  banche, ma non il  resto.  Il  settore auto ha poi scontato i brutti dati di vendita cinesi.
Alle 11 lo Zew tedesco ha confermato il ridimensionamento dell’ottimismo degli analisti e operatori sull’economia tedesca, con la  parte expectations calata a 22.3 da precedente 26.5, e vs attese per 23.5 e quella relativa alla situazione corrente ancora più ridimensionata (21.6 da prec 31.9 e vs stime per 28). A pesare il rallentamento e i problemi cinesi, l’aumento del costo dell’energia e i problemi di approvvigionamento.
Sul  fronte cambi, movimenti ridotti,  con il  $ a recuperare su Yen,  € e  con la  Sterlina che ha ignorato  i dati occupazionali di settembre (in particolare l’inflazione salariale) con un occhio alle negoziazioni sul post Brexit, che stanno andando verso un inasprimento dei toni. La  Gran Bretagna ha rigettato come insufficienti le  proposte per  il confine Irlandese di parte EU (rigetto da  parte UK della giurisdizione della Corte di Giustizia EU sull’Irlanda del Nord).
**  BREXIT: IRISH DEPUTY PM VARADKAR SAYS DO NOT THINK WE COULD EVER HAVE SITUATION WHERE A COURT OTHER THAN ECJ DECIDES ON RULES OF EUROPEAN SINGLE MARKET
** BREXIT: UK’S FROST SAYS FEARS EU PROPOSALS MAY NOT DO THE JOB AT FIRST ROUND

Alle 12,  il  NFIB small business optimism USA di Settembre ha marginalmente deluso nel  livello (99.1 da precedente 100.1 e vs stime per 99.5).  Ciò  detto  la  parte interessante riguarda il mercato del  lavoro (record di difficoltà nel  reperire manodopera qualificata, e nei compensation plans) e prezzi  (intenzioni di aumentare listini). Di seguito il commento del  capo economista NFIB Dunkelberg : “Small business owners are doing their best to meet the needs of customers, but are unable to hire workers or receive the needed supplies and inventories,”
Nordea ha riassunto in un interessante serie di grafici le relazioni tra queste variabili, e disoccupazione, salari margini e prezzi al consumo, concludendo che vi sono chiare indicazioni sulla non temporaneità de alcune pressioni sui prezzi

Nonostante queste news poco costruttive, il  sentiment aveva recuperato nel corso della mattinata, con gli indici EU in grado di ridurre fortemente il passivo, e i future USA passati in positivo.
Nel  primo pomeriggio il  capo economista ECB Lane ha ribadito invece quella che è l’opinione delle principali Banche Centrali su questi fenomeni: Appena più  cauto  il  francese Villeroy.
*LANE: ONE-OFF SHIFT IN WAGES DOES NOT IMPLY INFLATION TREND
*ECB’S LANE: FUNDAMENTALLY BOTTLENECKS WILL RESOLVE THEMSELVES
*VILLEROY: UNCERTAINTY SHIFTED FROM GROWTH TO INFLATION OUTLOOK
*ECB’S VILLEROY: SEEING ‘FEW SIGNS’ OF WAGE-PRICE SPIRAL
*VILLEROY: ECB SHOULD KEEP SOME OF PEPP’S FLEXIBILITY IN TOOLBOX

Wall Street è  partita con un tono incerto,  cosa  che ha annacquato  un po’  il  recupero  dell’azionario europeo. In rialzo in particolare  i rendimenti sulla  parte breve della curva treasury,  cosa  che ha di nuovo frenato il  tech e  le large  caps,  mentre le  small  caps  oggi performano.
Alle 16 un altro dato molto  atteso. I job openings di Agosto in US hanno per la  prima volta deluso il consenso, uscendo a 10.4 milioni vs 10.9 attesi e in calo di oltre 600.000 da  Luglio. Il numero  di Luglio è  stato  però  rivisto a oltre 11 mln. Ma soprattutto le  dimissioni volontarie hanno fatto il nuovo record, al 2.9 % del  totale, a  indicare un mercato del lavoro in cui le  aziende competono per attirare i lavoratori ( grafico Oxford  Economics)

Nel  pomeriggio hanno preso la  parola i membri FED Clarida (vicepresidente) e Bostic.  Il primo ha ribadito che il tapering è in arrivo perchè  le condizioni sono state raggiunte, e che l’inflazione è transitoria sia pure con dei rischi. Il secondo è sembrato meno convinto che la  cosa si risolverà.
*CLARIDA: MODERATION IN BOND BUYING PACE MAY SOON BE WARRANTED
*FED’S CLARIDA: BAR FOR TAPER ‘MORE THAN’ MET ON INFLATION, ‘ALL BUT’ MET ON EMPLOYMENT
*CLARIDA: FOMC GENERALLY SAW GRADUAL TAPERING THAT ENDS MID-2020
*CLARIDA SAYS INFLATION SURGE TO PROVE `LARGELY TRANSITORY’
*CLARIDA: FLAVOR OF STAGFLATION RIGHT NOW BUT DON’T SEE A TREND
*FED’S CLARIDA SAYS INFLATION RISKS ARE TO THE UPSIDE
*FED’S CLARIDA: BOTTLENECKS ARE A `BIG UNKNOWN’
*CLARIDA: IF INFLATION EXPECTATIONS MOVED UP TO RUN PERSISTENTLY HIGH, FED WOULD REACT; ‘THAT IS NOT THE CASE AT PRESENT’
*BOSTIC SAYS TRANSITORY IS A `DIRTY WORD’ TO DESCRIBE INFLATION
*FED’S BOSTIC SAYS U.S INFLATION IN BROADENING, NOT TRANSITORY
*BOSTIC: `EPISODIC’ BETTER DESCRIBES PANDEMIC-INDUCED INFLATION
*BOSTIC: INFLATION LIKELY TO REMAIN ABOVE 2% GOING FORWARD
*FED’S BOSTIC WOULD BE COMFORTABLE STARTING TAPER IN NOV: FT

La  chiusura europea vede gli indici cedere marginalmente terreno, con le  piazze periferiche (Milano e Madrid) in outperformance, grazie ai settori bancari che hanno outperformato quello EU, e a una serie di single stories. I numeri USA e le  dichiarazioni dei membri hanno fatto salire il  Dollaro  sui principali cross. Ironicamente una buona asta 10 anni Treasury ha mandato in calo i rendimenti della  parte  lunga della curva USA, un movimento in gran parte dovuto al  positioning molto scarico.  Vedremo domani la  reazione al CPI di Settembrte,  atteso più  o meno stabile  sui livelli di  Agosto dal  consenso. Più tranquillo oggi il comparto commodities.

Domani inizia l’earning season a Wall Street. Rispetto alle ultime 4, le  attese sugli utili si sono ridimensionate nel run up  verso le prime trimestrali.  Come si nota dal grafico e dalla tabella (Courtesy of Citigroup)i preannouncements delle aziende si sono deteriorati nell’ultimo periodo, con i CEO impegnati a  “gestire” le attese,  portandole  su livelli facilmente battibili.


Il  ritorno a quest’esigenza da  parte delle  aziende lascia forse intendere che la sorpresa media tornerà  maggiormente in linea col passato, e non sarà  più  a 2 cifre,  come nell’ultimo anno. Questo ritorno nei ranghi può  avere più  motivazioni:
** gli analisti sono diventati troppo ottimisti
** i margini cominciano ad essere erosi dall’aumento dei prezzi e dalle difficoltà  di approvvigionamento
** Il  Dollaro  si è rafforzato,  cosa che solitamente ha un impatto  sugli utili
** L’effetto dello stimolo fiscale  sta un po’ scemando

Comunque, un earning season meno brillante è, almeno il parte, scontata dall’azionario USA. Come si nota dal grafico, il rally che ha caratterizzato il mese prime l’inizio delle 4 earning season precedenti questa volta non si è  verificato,  anzi, c’è  stato un consolidamento.


Vedremo di che tipo saranno le  reazioni alle prime pubblicazioni.