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Ieri sera, Wall Street alla fine ha confermato l’impostazione di apertura, chiudendo praticamente sui minimi una seduta in cui tutti i settori hanno mostrato cali, guidati da quelli più rate sensitive (utilities, energy, telecoms e residenziale).
Tra i motivi citati, il rialzo dei rendimenti, con il 10 anni giunto ai massimi da quasi 4 anni (2.70%) proprio in concomitanza con il FOMC (domani). E poi c’è stato il calo di Apple (negativo soprattutto per il Nasdaq) che ha apparentemente dimezzato i target di produzione dell’Iphone X, causa domanda sotto attese.
Personalmente, in cima alla lista delle cause metterei il + 7.5% che mostrava l’S&P 500 da inizio anno (appena 18 sedute).
L’attacco di vertigini dell’azionario US ha avuto un impatto significativo sulla seduta asiatica. Tokyo, che di solito partecipa con entusiasmo a questi eventi (e aveva già un trend di breve debole) ha preso al volo l’occasione per tornare ai minimi dalla prima seduta dell’anno, nonostante retail sales di dicembre assai sopra attese. Va detto che la disoccupazione ha marginalmente deluso, ma al 2.8% resta di gran lunga la più bassa del G20. Negativi anche i mercati cinesi, dove alla pesantezza del settore commodities (con oil e rame a loro volta sotto pressione) si è aggiunto il nervosismo per i danni che potrebbe fare alla relazione USA – Cina Trump stasera allo State of the Union. E poi, la PBOC ha drenato liquidità.
Nessuno degli altri principali indici si è distinto in positivo. Taiwan e Seul hanno sentito il peso delle news di Apple, e Sydney quello delle commodities.
In generale la parte emergente dell’area inizia a innervosirsi per il rialzo dei rendimenti US, che ha contagiato anche i bonds locali. Vale comunque quanto detto per Wall Street: siamo a fine mese e il MSCI Asia ex Japan faceva oltre l’8% da inizio anno.
Con queste premesse, la seduta europea non poteva che cominciare con la retromarcia, e cosi è stato, anche se inizialmente un € in indebolimento, dati macro buoni e forse il fatto che ci fosse meno performance da proteggere hanno offerto un po’ di supporto all’azionario europeo.
Parecchi i dati in Eurozone oggi:
** Il GDP EU del quarto trimestre è uscito in linea con le attese a +0.6& trimestrale, ma il dato del terzo trimestre è stato rivisto di 0.1% a 0.7%,portando la crescita anno su anno a 2.7%. Buoni anche il dato spagnolo e francese.
** marginali correzioni delle Business, industrial, economic e services confidence europee di gennaio, che restano elevate.
** Incremento inferiore alle attese per il consumer spending francese di dicembre (+1% vs +1.6% atteso), ma la revisione di novembre cambia il quadro totalmente (da +1.2% a +2.1%).
** Infine, i dati di CPI dei vari stati tedeschi in gennaio hanno correttamente anticipato un inflazione tedesca debole a gennaio (1.4% da 1.6% vs attese per 1.6%).
A fronte di questo ultimo dato, le reazioni di tassi e divisa sono sorprendenti. I rendimenti dei bonds non hanno reagito che marginalmente, dimostrando in questa fase di rimanere ostaggio della narrativa sulla fine del QE ECB, e delle dinamiche sui tassi US. E la divisa unica ha fatto un minimo in mattinata, per poi riprendere a salire costantemente, anche se questa è stata più una funzione della debolezza del $, che ha ceduto contro tutte le principali divise.
Nel primo pomeriggio, si è capito subito che gli investitori US non avevano esaurito con ieri la razione di prese di beneficio. Wall Street è partita subito al ribasso che ha inferto un altro colpo al sentiment. I temi restano quelli di ieri: la salita dei rendimenti che non si arresta (2.72% il 10 anni US mentre scrivo), la pesantezza del settore energy (oil -2%), le disavventure di Apple (apparentemente sotto inchiesta per la storia del software che rallenta i vecchi modelli), a cui si è aggiunto il calo di farmaceutici e healthcare per l’iniziativa di Amazon-JPM-Bearkshire di aggredire questi settori.
E cosi la giornata ha preso la piega di un selloff più forte e generalizzato di ieri. L’azionario eurozone ha chiuso con marcati ribassi, e poco distante dai minimi. Le perdite sono più o meno equamente divise tra singoli paesi e settori (con le banche a guidare il ribasso). Se i tassi europei hanno accettato il movimento con indifferenza, con marginali ribassi sui core e spread più o meno stabili, stranamente l’accentuarsi della risk aversion ha offerto supporto al Dollaro, che ha recuperato fino a portarsi quasi in pari con i principali cross (sterlina esclusa).
Domani, all’ultimo FOMC che vede di scena la Yellen, non si attende alcun movimento sui tassi (previsto però a marzo). Il repricing della curva è stato robusto di recente, con la Fed Fund strip che prezza quasi 3 rialzi nei prossimi 12 mesi.
Ma il quadro macro migliorato, il rimbalzo delle aspettative di inflazione, e la forza dei mercati azionari e debolezza del dollaro potrebbero indurre i membri a una stance leggermente più aggressiva. Questa considerazione ha forse offerto supporto al biglietto verde (che sembrava alla deriva a metà giornata) e accentuato un po’ il tono negativo del mercato.
E poi c’è il discorso sullo Stato dell Unione da parte di Trump, che lo pronuncerà stanotte alle 3 ora italiana. Parecchia attesa per eventuali anticipazioni del piano di infrastrutture.
Sul fronte tecnico, la brutta notizia è che il calo odierno ha riportato l’Eurostoxx sotto la resistenza in area 3620, superata faticosamente un paio di settimane fa, prima che la forza dell’€ esercitasse i suoi effetti sull’azionario continentale. la rottura di 3600 ci metterebbe nuovamente nel range di novembre/dicembre. L’S&P ha lavorato su sentieri inesplorati e quindi per calcolare i supporti che può incontrare il ritracciamento ci viene in aiuto solo Fibonacci (23.6 a 2770, 38.2 a 2700, 50% a 2650).
Volendo tentare un analisi diversa, il VIX, che in questo caso aveva iniziato a salire prima dell’inizio della fase correttiva, si trova in area 15, che più o meno lo ha contenuto per tutto il 2017. Se questa soglia dovesse tenere, diciamo che lo storno si ferma tra oggi e domani. Se il movimento dovesse avere l’ampiezza di giugno o novembre 2016, allora 2700 è da mettere in conto.