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Prosegue la correzione dei mercati… Questa notte il discorso di Trump

Lampi di Colore 968

Ieri sera, Wall Street alla fine ha confermato l’impostazione di apertura, chiudendo praticamente sui minimi una seduta in cui tutti i settori hanno mostrato cali,  guidati da quelli più rate sensitive (utilities, energy, telecoms e residenziale).
Tra i motivi citati,  il  rialzo dei rendimenti,  con il  10 anni giunto ai massimi da quasi 4 anni (2.70%) proprio in concomitanza con il  FOMC (domani). E poi c’è  stato il  calo  di Apple (negativo soprattutto per il Nasdaq) che ha apparentemente dimezzato i target di produzione dell’Iphone X, causa domanda sotto attese.
Personalmente, in cima alla lista delle  cause metterei il + 7.5% che mostrava l’S&P 500 da inizio anno (appena 18 sedute).

L’attacco di vertigini dell’azionario US ha avuto un impatto  significativo  sulla seduta  asiatica. Tokyo, che di solito partecipa con entusiasmo a questi eventi (e aveva già  un trend di breve debole) ha preso al volo l’occasione per  tornare ai minimi dalla prima  seduta dell’anno, nonostante retail sales di dicembre assai sopra attese. Va detto che la disoccupazione ha marginalmente deluso, ma al 2.8% resta di gran lunga la più bassa del  G20. Negativi anche i mercati cinesi,  dove alla pesantezza del settore commodities (con oil e rame a loro volta sotto  pressione) si è aggiunto il nervosismo per i danni che potrebbe fare alla relazione USA – Cina Trump stasera allo State of the Union. E poi,  la PBOC ha drenato liquidità.
Nessuno degli altri principali indici si è  distinto in positivo.  Taiwan e Seul hanno sentito il peso delle news di  Apple,  e Sydney quello delle commodities.
In generale la  parte emergente dell’area inizia a innervosirsi per il  rialzo  dei rendimenti US, che ha contagiato  anche i bonds locali.  Vale  comunque quanto  detto per Wall Street: siamo a fine mese e  il  MSCI Asia ex Japan faceva  oltre l’8% da inizio anno.

Con queste premesse, la  seduta europea non poteva che cominciare con la  retromarcia,  e  cosi è  stato,  anche se inizialmente un € in indebolimento, dati macro buoni e forse il fatto che ci fosse meno performance da proteggere hanno offerto un po’ di supporto all’azionario europeo.

Parecchi i dati in Eurozone oggi:
** Il GDP EU del  quarto trimestre è uscito in linea con le attese a +0.6& trimestrale, ma il  dato del  terzo  trimestre è stato rivisto di 0.1% a 0.7%,portando la  crescita anno su anno a 2.7%.  Buoni anche il dato spagnolo e francese.
** marginali correzioni delle Business,  industrial, economic e services confidence europee di gennaio, che restano elevate.
** Incremento inferiore alle attese per il consumer spending francese di dicembre (+1% vs +1.6% atteso), ma la  revisione di novembre cambia il quadro totalmente (da +1.2% a +2.1%).
** Infine, i dati di CPI dei vari stati tedeschi in gennaio hanno correttamente anticipato un inflazione tedesca debole a  gennaio (1.4% da 1.6% vs attese per 1.6%).

A fronte di questo ultimo dato, le reazioni di tassi e divisa sono sorprendenti. I rendimenti dei bonds non hanno reagito che marginalmente, dimostrando in questa fase di rimanere ostaggio della narrativa sulla fine del QE ECB, e delle dinamiche sui tassi US. E la  divisa unica ha fatto un minimo in mattinata, per poi riprendere a salire costantemente,  anche se questa è stata più una funzione della debolezza del  $, che ha ceduto contro tutte le principali divise.

Nel  primo pomeriggio,  si è capito subito che gli investitori US non avevano esaurito con ieri la  razione di prese di beneficio. Wall  Street è  partita  subito al ribasso che ha inferto un altro colpo al  sentiment. I temi restano quelli di ieri: la  salita dei rendimenti che non si arresta (2.72%  il 10  anni US mentre scrivo), la pesantezza del settore energy (oil -2%), le disavventure di Apple (apparentemente sotto  inchiesta per  la  storia del software che rallenta i vecchi modelli),  a cui si è  aggiunto il calo di farmaceutici e healthcare per l’iniziativa di Amazon-JPM-Bearkshire di aggredire questi settori.
E cosi la giornata ha preso la  piega di un selloff più forte e  generalizzato di ieri. L’azionario eurozone ha chiuso con marcati ribassi,  e  poco distante dai minimi. Le perdite sono più o meno equamente divise tra singoli paesi e settori (con le banche a guidare il ribasso). Se i tassi europei hanno accettato  il movimento con indifferenza, con marginali ribassi sui core e spread più  o meno stabili, stranamente l’accentuarsi della risk aversion ha offerto supporto  al Dollaro,  che ha recuperato fino a portarsi quasi in pari con i principali cross (sterlina esclusa).

Domani, all’ultimo FOMC che vede di scena la  Yellen, non si attende alcun movimento  sui tassi (previsto però  a marzo). Il repricing della curva è stato robusto di recente, con la Fed Fund strip  che prezza quasi 3 rialzi nei prossimi 12 mesi.
Ma  il quadro macro migliorato, il  rimbalzo delle  aspettative di inflazione, e la  forza  dei mercati azionari  e debolezza del  dollaro  potrebbero indurre i membri a una stance leggermente più  aggressiva. Questa considerazione ha forse offerto supporto al biglietto verde (che sembrava alla deriva a metà  giornata)  e accentuato un po’ il tono negativo del mercato.
E poi c’è  il  discorso sullo Stato  dell  Unione da parte di Trump, che lo  pronuncerà  stanotte alle 3 ora italiana. Parecchia attesa per eventuali anticipazioni del piano di infrastrutture.

Sul fronte tecnico, la brutta notizia è che il calo odierno ha riportato l’Eurostoxx sotto la  resistenza in area 3620, superata  faticosamente un paio di settimane fa,  prima  che la forza dell’€ esercitasse i suoi effetti sull’azionario continentale. la rottura di 3600 ci metterebbe nuovamente nel range di novembre/dicembre. L’S&P ha lavorato su sentieri inesplorati e quindi per  calcolare i supporti che può  incontrare il  ritracciamento ci viene in aiuto solo  Fibonacci (23.6 a 2770, 38.2 a 2700, 50% a 2650).

Lampi di Colore 967
Volendo tentare un analisi diversa,  il  VIX, che in questo caso  aveva iniziato a salire prima dell’inizio della fase correttiva,  si trova in area 15, che più  o meno lo ha contenuto per  tutto  il  2017. Se questa soglia dovesse tenere,  diciamo che lo storno si ferma tra oggi e domani. Se il movimento dovesse avere l’ampiezza di giugno o novembre 2016, allora 2700 è  da  mettere in conto.

Lampi di Colore 966