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Prende momentum la correzione dei “reopening trades”

Ieri sera Wall Street non si è fatta impressionare più  di tanto dalla Turchia e dalle sanzioni reciproche con la  Cina. L’S&P 500 ha chiuso con un progresso dello 0.7%, e il Nasdaq 100 di ben 1.7%. Sicuramente il  calo dei tassi reali (vedi lampi di ieri) ha favorito quest’ultimo e il  settore  tecnologico. Ma siamo anche di fronte a prese di beneficio sul trade ciclico/riapertura dell’economia, come ha mostrato la  pessima  performance relativa del Russell 2000 Small  Cap (-0.9%). Questo trade era tirato, e un pullback ci stava. Il catalyst è costituito da un ormai conclamato aumento dei casi covid globali che non risparmia nemmeno gli USA, come nota Bloomberg in questo  pezzo ( link ),  e  come riportato ieri relativamente al rinvio delle  riaperture  in New jersey etc.
Vediamo un po’,  allora,  come vanno i casi. Le  progressive riaperture in UK e US e l’ineveitabile  rilassamento delle popolazioni in seguito al progredire dei vaccini hanno effettivamente fermato il  miglioramento  in termini di casi nei 2 paesi, e  come mostra Bloomberg, in alcuni stati USA i casi sono tornati a salire. Salgono anche in Canada, in India (e alcuni altri emerging) e in Germania e Francia, a ritmi crescenti.


In italia sembra  di notare un’inversione di tendenza, anche se è  presto per darla per  acquisita. Va anche detto che siamo stati i primi a inasprire significativamente le misure.
L’impressione personale è che la riaccelerazione nei paesi anglosassoni sia da monitorare, ma non dovrebbe condurre ad un aumento significativo delle ospedalizzazioni e delle morti, perchè ormai in UK hanno vaccinato il 41% della popolazione (vedi tabella di DB sotto per tutti i principali stati) e in US oltre il  24%, e il grosso delle categorie vulnerabili (72% fascia oltre 75 anni e 69% da 65 a 74 anni).


Ha quindi senso attendersi per i paesi anglosassoni un andamento simile a quello di Israele, dove abbiamo avuto  un paio di stalli nel calo dei casi (nei riquadri della prima figura), che però non hanno impattato significativamente sul calo di ospedalizzazioni e morti (vedi sotto)

Su queste basi non credo che in US e UK le riaperture subiranno dilazioni importanti. Anche perchè gli USA fanno oltre 17 mln di vaccini a settimana, pari a oltre  il  5% della popolazione, e UK oltre 4 milioni, pari al  6%. I progressi sono piuttosto rapidi.
Purtroppo in Europa lo scenario non è così confortante. Ma si spera che ad aprile l’accelerazione ci permetta di raggiungere in tempi brevi la  vaccinazione della maggioranza dei vulnerabili,  e quindi lo status attuale  degli USA. Non a caso, l’azionario dei paesi industrializzati affronta una fase laterale, con ritorno su tech, ma non ha risentito granchè (nemmeno l’Europa per ora) di questa  riaccelerazione. A mostrare la maggior risk aversion  è l’Asia, dove i contagi sono sempre rimasti contenuti, ma le campagne vaccinali sono molto più indietro.

Giustappunto, la seduta asiatica ha avuto un tono non in linea con quello USA. A bagnare le polveri alle borse dell’area, apparentemente gli indici cinesi che avrebbero sofferto dell’aggregazione di USA,  Canada e UK all’EU per le  sanzioni per il trattamento degli Uiguri. Può essere, ma la  notizia era più o meno nota ieri a livello di intenzioni. Sta di fatto che le performance dei principali indici sono comprese tra il +0.53% del Nifty (Mumbai) unica piazza positiva, e -1.73% delle “H” shares cinesi. Male anche Seul, Shanghai e in misura minore Tokyo.

La  mattinata europea ha preso il medesimo andazzo, con gli indici in correzione fino dai primi scambi e ancora investitori in uscita da reopening trades  e ciclici, e in rientro su alcuni temi tech. La risk aversion si è riflessa anche sui tassi con rendimenti in calo in particolare sulla parte medio lunga delle curve. Il  clima  cupo sul  fronte Covid e campagne vaccinali si è apparentemente ripercosso anche sull Euro,  che ha ceduto tutto  il giorno,  andando a lambire i minimi di un paio di settimane fa, che sono anche quelli da novembre scorso, ed è terminato per la prima volta sotto la media mobile a 200 giorni.

Pesanti anche le commodities, oil in testa, in linea con il sentiment da lockdown trade.
Un altra fonte di nervosismo in mattinata è stato il crescente circolare di report secondo i quali l’EU giovedì al Summit a Bruxelles sarebbe intenzionata a bloccare le  esportazioni di vaccini prodotti in Olanda. Se questa mossa si concretizzasse, otterrebbe l’effetto di alimentare tensioni con i paesi extra EU, e ridurre l’appeal del territorio Eurozone come luogo dove fare investimenti produttivi. Speriamo che questa cosa venga evitata. Purtroppo nel pomeriggio Reuters ha riportato che l’EU intende abolire tutte le  esenzioni al divieto di esportazione dei vaccini (  EU TO ABOLISH ALL COUNTRY EXEMPTIONS FOR VACCINE EXPORT CURBS link ). Vedremo che succederà.

Nel pomeriggio in US erano previsti alcuni dati minori:
** il current account USA del quarto trimestre 2020 ha mostrato un deficit in linea con le attese, in salita di quasi 8 bln e ai massimi da 13 anni. Il trade balance è in deficit di 200 bln. Mi immagino che succederà in questo trimestre, con tutto lo stimolo fatto. Un fattore di debolezza per il Dollaro, che però oggi non si è sentito.
** Le new home sales hanno deluso clamorosamente a febbraio. Le tempeste di neve hanno un ruolo ma basta guardare i tassi e quindi la direzione delle richieste di mutuo, per capire che non è solo quello.
** Il  Richmond Fed è andato meglio delle attese, vedremo domani i PMI

Wall Street è partita senza una direzione precisa e lo è restata per gran parte del pomeriggio europeo. Ovviamente i flussi di smontamento dei trade pro ciclo sono continuati. Powell e la Yellen non hanno detto granchè all’audizione alla Camera. Li abbiamo sentiti tanto spesso di recente, che era difficile che emergesse qualcosa di nuovo, in una giornata in cui oltretutto i rendimenti treasury scendono.
Nel pomeriggio, oltre alla conferma delle misure propedeutiche al (eventuale, si spera) blocco delle esportazioni di vaccini) abbiamo avuto un discorso del Ministro dell’Economia italiano Franco, che ha detto di attendersi una ripresa nel secondo e terzo trimestre e che i lockdown potranno essere allentati tra maggio e giugno (in linea con quanto ho espresso sopra)
*ITALY ECONOMY MINISTER FRANCO SAYS EXPECTS ITALY’S COVID RESTRICTIONS TO BE EASED AND TO MOVE TOWARDS NORMALITY IN MAY AND JUNE

La chiusura europea vede l’azionario in aggregato calare ancora moderatamente, con il Dax ancora invariato, un modesto rimbalzo di Madrid e invece Milano che cede oggi. Detto sopra dell’€ vicino ai minimi del 2021, i rendimenti sono calati, più in periferia che nei paesi core.
Dopo la chiusura europea la prima delle 3 aste treasury (183 bln in totale) ovvero quella sul 2 anni, ha avuto domanda “normale” (bid to cover 2.54). Vedremo 5 e 7 anni domani e dopo.

Tutto tranquillo quindi? Macchè.
Senza particolari motivi il petrolio ha accelerato la discesa e al momento sta mostrando il secondo calo di oltre il 6% nello spazio di 4 sedute. In assenza di particolari catalyst, direi che il movimento si può tranquillamente ascrivere al mood di correzione dei trade ciclici/da riapertura più volte citato sopra, del quale fanno parte:
** il calo dei tassi (ma guarda: non era la loro salita il rischio per l’azionario??)
** la sottoperformance del Russell 2000 Small Cap ( -3.5% mentre scrivo)
** Le vendite di ciclici, travel, leisure, linee aeree
** l’outperformence del tech e dei difensivi
Ovviamente la reazione degli indici generali ad un fosso dell’oil è di prammatica. L’S&P ha accumulato un discreto passivo e i tassi sono calati ulteriormente. la momento, sono dell’idea che questa su ciclici, settori penaizzati dai lockdown, commodities etc è una presa di benedicio fisiologica, che procede, oltretutto, abbastanza spedita. Non credo che sia l’epilogo del reopening trade nel del rally dell’azionario.