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Peggiora il quadro sui contagi in US e Cina, ma il sentiment tiene

Di ritorno da una pausa di 2 giorni trovo contagi, e mercati azionari,  più  alti.
Sul fronte epidemia, abbiamo un ulteriore deterioramento dei numeri in alcuni stati del  Sud degli USA, il  permanere di numeri rilevanti in alcuni emergenti (Brasile, India, Messico) e un nuovo focolaio a Pechino (vedi sotto  il  consueto schema, courtesy of DB).

Per quanto riguarda gli USA, le  ultime news  parlano  di nuovi record di casi giornalieri in Texas (+3.7%),  Arizona (+6.7%) e Florida (+3.6%) e di ospedalizzazioni in crescita a livello locale (e  presto nazionale, se il trend non si inverte immediatamente) cosa  che esclude che si tratti di un fenomeno dovuto all’aumento dei test.


Per  il momento non è  ancora  stata annunciata nessuna nuova  misura di contenimento,  ma se continuiamo così, qualcosa verrà  fatto, anche se non arriveremo nemmeno vicino al livello di lockdown osservato ad  Aprile. L’impressione è che nel breve buone notizie da qui non ne verranno.
Dove invece si è passati all’azione, dopo qualche giorno di numeri in crescita, è  invece a Pechino. Le  autorità  hanno dichiarato  lo  stato  di allerta 2, e hanno chiuso le  scuole e imposto il test a ogni cittadino che vuole  uscire dalla città, insieme con altre misure restrittive. I numeri sono, in assoluto,  modesti,  ma quando si parla  di Cina più dei numeri contano le  azioni, che sono inequivocabili.
Non tutte le notizie sul fronte epidemia sono state negative. Un test dell’università  di Oxford ha dato come risultato che il Desametasone riduce di un terzo la mortalità dei pazienti sotto ventilazione assistita.

Tra  le novità  sul fronte macro, spicca la  clamorosa  sorpresa  positiva delle retail  sales  USA di Maggio uscite oltre il  doppio delle attese, e con revisioni al dato di aprile.

Considerando che finora i consumi erano stati la parte più deludente nell’ambito  recupero dell’attività evidente nei dati globali,  ecco che questo dato accentua la  sensazione di “V shaped recovery” che sembra animare l’azionario.

Sta di fatto che,  dopo la significativa correzione della scorsa settimana (S&P 500 -4.8%, Eurostoxx -6.8%),  e un inizio negativo, la  prima metà di questa sta permettendo un discreto recupero. Alla causa hanno giovato anche ulteriori speculazioni di piani di stimolo in arrivo in US (si è  tornati a parlare di piano infrastrutture, ma non solo. E’ inevitabile: tra la  seconda metà  di Giugno e fine luglio si esauriscono i prestiti del PPP e le estensioni dei sussidi di disoccupazione, mentre gli assegni inviati agli Americani ad Aprile  e  maggio diventeranno un lontano ricordo. E’ praticamente certo che il Congresso produrrà estensioni dei programmi, dopo la pausa del 4 Luglio. Considerando che lo  stimolo  fiscale  già deliberato (e in gran parte erogato) è superiore al 13% del GDP  per l’anno in corso, e visto quel che bolle in pentola un 20% non è da escludere.

La  seduta asiatica ha avuto un tono contrastato  stanotte,  con il  China Complex a mostrare moderati guadagni, insieme con Sydney e Seul,  mentre Tokyo, e Mumbai hanno ceduto  marginalmente. News sul focolaio a Pechino a parte, a turbare un po’ il sentiment sono intervenute un paio di questioni geopolitiche, ovvero l’aumento di tensioni tra le 2 Coree, dopo che quella del Nord ha smantellato un ufficio di collegamento e iniziato  ad aumentare le truppe al  confine,  ed una scaramuccia di confine tra Cina e India che ha causato 3 morti tra le truppe di Nuova Delhi.  A supportare le “A” shares, manco a dirlo, news di ulteriore stimolo monetario in arrivo
*CHINA MAY CUT RRR END-JUNE TO EARLY JULY: INFO DAILY COMMENTARY
*CHINA MAY CUT BENCHMARK DEPOSIT RATE IN 3Q: ECO. INFO. DAILY

La seduta europea, dopo i fasti di ieri (+3.4%) è  partita con un tono titubante. Ma la notizia che Cina e India hanno inteso evitare un’escalation,  anche se i rapporti restano tesi, hanno prodotto un rapido accumulo di ulteriori progressi
*CHINA DOESN’T WISH TO SEE MORE CLASHES AT INDIA BORDER: ZHAO
*CHINA SAYS AGREES WITH INDIA TO DE-ESCALATE BORDER TENSION
*CHINA URGES INDIA TO STOP ANY PROVOCATION IMMEDIATELY: WANG YI
*MODI SAYS INDIA WANTS PEACE, BUT WILL RETALIATE IF PROVOKED
*INDIA: SERIOUS IMPACT ON BILATERAL RELATIONSHIP DUE TO CLASHES

In mattinata ordini e fatturato dell’ Industria italiana di Aprile non hanno certo ripetuto  il  successo  delle retail  sales USA (-29% e -32% rispettivamente), ma questo  dipende anche dal fatto che, da noi, a Giugno escono ancora i dati di Aprile.
In generale, pur con la  tara del lag nella  rilevazione, la differenza tra la qualità dei dati USA e quelli europei e globali è stata niente meno che spettacolare. Per  avere un idea di quanto i primi hanno recuperato  in relativo  rispetto  al resto si può  guardare ai rispettivi surprise index, con quello USA ai massimi storici e quello EU ancora  su livelli depressi.

A bocce ferme, si potrebbe osservare che l’EU ha parecchio margine per sorprendere in positivo rispetto agli USA,  dove, dopo gli ultimi exploit, gli analisti avranno iniziato  ad adeguare le attese. E’  un fatto però che a livello  di assett,  quelli  europei hanno recuperato meno di quelli USA, ma la differenza di performance non è  minimamente paragonabile a quella implicita nella qualità  dei  dati. Così come Wall Street, anche l’azionario continentale sta anticipando un significativo miglioramento dei dati, in questo caso ancora da vedere.

Nel primo pomeriggio, i nuovi cantieri USA di Maggio hanno deluso le attese (+4.3% vs stima +23.5% da precedente -26.4%) ma i permessi di costruzione (+14.4% da -21%) pur leggermente sotto  attese, lasciano ben sperare per un recupero.

L’apertura di Wall Street ha avuto un tono inizialmente positivo,  ma  successivamente hanno cominciato  ad affluire i dati sui contagi nel  sud del  paese, e il tono continua ad essere greve :
**TEXAS VIRUS HOSPITALIZATIONS SURGE 11% IN 24 HOURS: STATE
**FLORIDA COVID-19 CASES RISE 3.3% VS. PREVIOUS 7-DAY AVG. 2.8%
** FLORIDA COVID-19 POSITIVITY AT HIGHEST SINCE AT LEAST APRIL
La  reazione degli indici è  stata  composta, in ogni caso, con l’Europa che ha conservato  il grosso dei guadagni, e Wall Street che solo a tratti è  scesa in negativo e non sembra aver ancora deciso con che segno chiudere.
Più marcata la  reazione del Dollaro, che ha recuperato terreno sentendo la risk aversion, e dei tassi, mentre l’oro, che in mattinata faticava, ha recuperato terreno. Le chiusure europee vedono buoni progressi,  mentre nel pomeriggio il restringimento dello spread è  in gran parte evaporato  insieme col  rialzo dei  rendimenti e la resilience dell €.

Nonostante la  correzione della settimana scorsa,  il sentiment sull’azionario USA, da parte di alcune categorie di investitori continua ad essere estremamente euforico. Complice una  recente  ampia  diffusione tra il retail,  l’ottimismo espresso dagli operatori in derivati ha raggiunto nuove vette, superando di parecchio i livelli già  elevati osservati a Febbraio (vedi grafico,  courtesy of Sentimentrader.com)


Come abbiamo avuto modo  di sperimentare parzialmente la  scorsa settimana, questo  tipo di eccesso, nel  breve, è foriero di  correzioni, specie in un periodo,  come quello attuale,  in cui i catalyst negativi non mancano. Certo è che però negli ultimi mesi esplosioni di euforia si stanno facendo più frequenti e violente,  un mood che mi sembra richiamare sempre di più quello prevalente a fine anni ’90. Considerando anche la  scarsa  preoccupazione della  FED  circa  gli effetti  secondari delle sue  politiche monetarie ultraespansive (*POWELL: B/SHEET DOESN’T PRESENT THREAT TO INFLATION, STABILITY), e lo  struggente desiderio della  Casa bianca  per una ripresa  del  rally azionario, direi che le probabilità che l’attuale quadro possa evolvere in una bolla in un futuro non troppo distante (anche se non immediato) è aumentata.