Ed ecco che i record storici accumulati nel 2024 dall’S&P 500 sono già due!
Ieri (lunedì) Wall Street ha progredito nuovamente, anche se il guadagno è marginale (+0.22%) e la chiusura è avvenuta più vicino ai minimi di seduta (+0.1% ) che non ai massimi (+0.6%) marcati poco dopo l’apertura. Ancora più magro il progresso del Nasdaq 100 (+0.09%) mentre la conferma dei nuovi massimi ha prodotto un mega catch up delle Small Caps del Russell 2.000 (+ 2.01%). Non a caso l’S&P Equal Weight ha sovraperformato (+0.51%). Una seduta non fa storia, ma almeno abbiamo avuto una reazione, dopo che il comparto small caps aveva accumulato oltre 6 punti di ritardo nelle 15 sedute intercorse da inizio anno, e con gli indici generali a nuovi massimi. Vedremo il recupero in relativo iniziato a novembre riprende, oppure è solo uno short covering di breve.
La seduta asiatica ha avuto nuovamente un tono contrastato. Abbiamo assistito al rimbalzo di Hong Kong e delle “H” shares cinesi, e a quello meno convinto delle “A” shares (Shanghai e CSI 300). Moderati progressi per Seul, Sydney, Taiwan e marginali per Jakarta, mentre Vietnam e soprattutto Mumbai hanno ceduto.
La reazione delle “H” shares sembra legata alla pubblica richiesta del Presidente Xi ai regulators di prendere misure più vigorose per stabilizzare il mercato azionario ( link China’s Premier Orders More Measures to Arrest Stock Rout). In risposta a queste esortazioni, sono circolate indiscrezioni che le autorità starebbero considerando di smobilizzare circa 2 trilioni di yuan (278 bln $), disponibili sui conti esteri, delle aziende statali cinesi per finanziare un fondo dedicato a investire nelle azioni cinesi ( link China Weighs Stock Market Rescue Package Backed by $278 Billion). SI parla poi di espandere il divieto di vendita alla scoperto alle assicurazioni ( ** CHINA IS SAID TO EXPAND STOCK SELLING CURBS TO INSURERS – BBG), mentre China Securities sostiene in un editoriale che i grossi flussi in entrata (?) negli ETF dedicati ai principali indici locali sono un segnale che il mercato ha visto il bottom.
Sono misure che sembrano dettate dalla disperazione, e bisogna dire che, sui mercati locali, l’effetto è stato per ora modesto. Però il momentum ribassista era fortissimo, e comunque questa è una chiara dimostrazione della determinazione delle autorità ad arrestare la valanga.
A supportare il sentiment sul tech cinesi, infine la notizia, riportata dal NYT che il fondatore di Ali Baba Jack Ma e il Presidente attuale Joe Tsai avrebbero approfittato del dell’estrema debolezza del titolo per accumulare ammontari importati ( link Alibaba co-founders buy more than $200 million worth of shares, sending stock up). Se gente così ben informata compra, vuol dire che c’è valore, sarebbe il ragionamento. Quindi il titolo ha preso un 7/8% che si riflette nelle quotazioni dell’ADR al Nasdaq oggi, seguito da altri omologhi come Baidù. Vedremo se nei prossimi giorni il recupero prenderà momentu, o resterà come la classica rondine.
L’altro tema della seduta era la Bank of Japan, che ha mantenuto tutte le misure invariate, ha abbassato le previsioni di inflazione per il 2024 (fiscale, inizio ad Aprile), ma alzato marginalmente quelle del 2025 e dichiarato che la probabilità di raggiungere L’obiettivo della stabilità dei prezzi è aumentata. L’outlook macro è rimasto invariato. In conferenza Ueda ha dichiarato che qualunque rialzo dei tassi sarà gestito in modo dal lasciare una stance espansiva della politica monetaria. La menzione dei rialzi ha inizialmente fatto salire lo Yen, ma in giornata la forza del Dollaro ha causato un ritracciamento.
La seduta europea è partita con gli indici impegnati in un tentativo di catch up su quelli USA, fallito quasi subito. Infatti i bonds hanno fin dalle prime battute iniziato a ritracciare i cali dei rendimenti di ieri.
L’unico report rilevante della mattina era l’ECB lending Survey del quarto trimestre ( link ) che ha mostrato risultati ambivalenti. Infatti i lending standards sono stati inaspriti sia alle aziende che ai consumatori, ma meno che nel trimestre precedente. Le banche si attendono che i lending standards restino invariati per le aziende, ma per i consumatori si inaspriscano nel trimestre in corso.
Stesso discorso per la domanda, che è calata per entrambe le categorie, ma meno. Le banche si attendono ancora calo della domanda di credito dalle aziende, ma stabilità per i consumatori.
Qui bisogna vedere se vogliamo dare più importanza al trend (sempre meno banche segnalano un tightening) o allo stock (abbiamo un altro trimestre di tightening e contrazione della domanda, mi pare il sesto consecutivo). Altri indicatori mostrano che in effetti le condizioni di credito stanno leggermente migliorando, grazie anche al calo dei tassi. il prossimo trimestre, vedremo se il miglioramento continua e si esordisce in espansione di domanda ed easing.
Oggi l’agenda era piuttosto vuota anche per gli USA. Avevamo solo survey regionali di attività manifatturiere e non, che hanno mostrato contrazione e deluso come spesso di recente.
Come osservato diverse volte, la validità di questi report recentemente si è parecchio appannata, in particolare riguardo al livello di attività segnalata, se non per l’indicazione del trend. Detto questo, non stanno certo dando segnali di accelerazione dell’attività che i consenso si aspettava per gennaio dopo i dati macro di dicembre.
Inoltre un amico mi ha fatto notare il sottoindice employment della survey manifatturiera di Richmond, che è crollato di 14 punti a – 15 minimo dal Covid e, prima, dalla grande recessione.
Dove abbiamo visto, ancora, un grafico di questo tipo?
Risposta, nei dettagli dell’ISM services di Dicembre, piombato di 7 punti a 43.3, minimo post covid e prima GFC.
Ribadito che si tratta di singole letture,su report la cui accuratezza di recente è messa in discussione, sembra che si stiano un po’ accumulando segnali di indebolimento dell’occupazione a livello di survey (si pensi anche al Beige Book commentato il 18 gennaio link ).
Le uniche variabili che non mostrano alcuna debolezza sono la disoccupazione e i Jobless Claims. Ma la prima sarebbe più alta, se la forza lavoro non fosse calata di recente, ai minimi da febbraio scorso. E i sussidi forse riflettono un calo dei richiedenti, a parità di gente che perde il lavoro (ho visto uno studio di Bloomberg che analizza il fenomeno, ma devo ancora guardarlo bene).
Domani i PMI preliminari di gennaio (che condividono i problemi di affidabilità rilevati con le survey regionali USA) ci daranno un’altra lettura di questa variabile, in attesa dei payrolls di Gennaio alla fine della prossima settimana.
Wall Street ha aperto con il medesimo tono svogliato e consolidativo che ha caratterizzato gran parte della seduta di ieri, con le Small Cap in consolidamento del balzo di ieri e gli altri indici a galleggiare attorno alla parità. Una price action che non poteva certo ispirare gli indici continentali, che chiudono con cali moderati, un po peggio Madrid che ieri aveva outperformato.
Nel corso della seduta però i rialzi dei rendimenti si sono accentuati in Eurozone sulla parte medio lunga delle curve vuoi per l’attesa dell’ECB di dopodomani, vuoi per il peso dell’issuance. Stranamente, nonostante i tassi in US salgano meno, l’€ per il momento non se ne avvantaggia, e anzi chiude la seduta piuttosto debole, ignorando l’aumento dei tassi reali, visto che le attese di inflazione non si muovono. Tra le commodities, correzione del petrolio e recupero di metalli industriali e preziosi.
Negli USA, mentre Wall Street continua il suo consolidamento, il mercato obbligazionario ha assorbito senza problemi la prima delle aste previste, ovvero 60 bln di 2 anni. Domani e dopo abbiamo complessivi 102 bln tra 5 e 7 anni,il che contribuisce a spiegare i rialzi dei rendimenti.
Stasera dopo la chiusura riporta Netflix, il primo dei big tech se non erro, il che forse giustifica il clima d’attesa. Domani sera abbiamo Tesla.