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Lampi di Colore

Lampi di Colore 4

In realtà la  settimana era iniziata con toni accettabili in Asia. Nel week end sono usciti in Cina 2 importanti dati:
** Le riserve valutarie cinesi (quelle che dovevano scendere di 1 trilione in 12 mesi, secondo alcune proiezioni che circolavano quest’estate) sono salite di 11 bln, vs attese di un calo di 49 bln. Ora, i numeri non tengono conto dell’attività in FX swaps, e quindi parte dell’attività di supporto della divisa da parte della PBOC può non essere riflessa in questo dato. Detto questo, sembra evidente che i flussi di capitale si sono calmati, e con essi anche le attese di svalutazione della divisa cinese.
** Peggio delle attese invece il trade balance di ottobre, con importazioni ed esportazioni in calo superiore alle attese. Ovviamente c’è sempre da tener conto del calo delle commodities, però in generale i segnali di ripresa su questo versante scarseggiano.

Gli indici locali hanno però reagito maggiormente al calo del rischio sistemico, che non alla stecca macroeconomica, mettendo a segno un ulteriore salita. Positiva anche Tokyo, principalmente grazie al balzo del $/Yen seguito ai payrolls. A parte gli exporters, anche i finanziari hanno reagito bene, come nelle altre aree geografiche, alla prospettiva di tassi US in salita. Meno arzille le altre piazze, a cominciare da Sydney che soffre la pesantezza delle commodities.

La seduta europea è iniziata con quello che sembrava un consolidamento del movimento di Venerdi, con l’azionario marginalmente negativo, e l’€ in moderato rimbalzo.
Al clima incerto hanno contribuito alcuni sviluppi sul fronte politico:

** In Portogallo, Le opposizioni di sinistra si sono accordate tra di loro su un programma e quindi con ogni probabilità il governo di centro destra di Coelho è destinato ad essere sfiduciato, aprendo la strada a nuove elezioni o a una coalizione di sinistra. Il timore è che, specialmente nella  seconda eventualità, la politica fiscale  subisca una svolta verso minor rigore. L’impatto si è visto soprattutto sui bonds portoghesi, che hanno lasciato sul campo 15-20 bps sulle scadenze dai 5 anni in su.
** In Spagna, il governo locale Catalano ha votato in giornata risoluzioni in direzione di una dichiarazione di indipendenza. A questo punto la parola passa alla Corte Costituzionale che dovrebbe dichiarare illegali le decisioni votate, ed eventualmente anche sospendere il parlamento locale. Successivamente al Governo Centrale si presentano varie opzioni, tra cui tagliare i fondi alla regione, incriminare i politici locali, o bypassare il parlamento locale grazie all’articolo 155 della Costituzione (Governo regionale che si mette contro l’interesse nazionale).
** In Grecia il pagamento di una tranche da 2 miliardi del bail out è stato rinviato perchè ancora manca l’accordo sulla ricapitalizzazione del sistema bancario.

Tutto ciò ha contribuito a produrre una mattinata difficile per i bonds europei periferici, ma non molto  di più.
Nel  primo pomeriggio, parecchia attenzione ha ricevuto  un pezzo di Reuters abbastanza circostanziato, recante vari spunti sul dibattito interno al Governing Council.
Tra i principali:
** La discussione sarebbe non sul “se” abbassare il depo rate, ma di quanto abbassarlo
** L’ECB sta soppesando circa 20 proposte di intervento, e ritiene che una mera estensione della scadenza del programma avrebbe un impatto trascurabile.
A parte ciò l’aspetto  rilevante è che le informazioni contenute nel pezzo sarebbero posteriori al FOMC, il che dimostra che la stance della Yellen e la price action successiva non hanno modificato la determinazione ECB. Sempre di indiscrezioni si tratta, ma del tipo che piace ai mercati.
Cosi l’€ si è rapidamente riportato sui minimi, e l’equity ha messo a segno un per la verità timido rimbalzo.

Il vero turn around del sentiment si è avuto con l’arrivo degli americani. Wall Street ha aperto debole e non ha cessato di scendere fino alla chiusura europea, avvenuta su livelli inferiori ai minimi, pre payrolls, di venerdi.
Difficile individuare un singolo motivo per la rapida discesa. Gli emergenti e le commodities, vittime sacrificali del rialzo dei tassi FED e della forza del $, hanno accelerato rapidamente al ribasso, segnando entrambi  minimi relativi (i primi da inizio ottobre,  il  paniere CRB da agosto). Ciò offre supporto alla teoria che la prospettiva di un inizio della normalizzazione dei tassi US a dicembre non lasci il mercato cosi tranquillo. Anche perchè una volta stabilito con buona probabilità che il  primo rialzo a avverrà a dicembre, la discussione sta rapidamente migrando sulla collocazione dei successivi e sul punto di arrivo dei Fed Funds.

A parte le considerazioni fondamentali,  anche il fronte tecnico, come accennato la scorsa settimana, presenta le sue criticità, con la borsa americana tornata nei pressi del livello che la ha contenuta per tutto il 2015, e quelle europee tornate a contatto con la media mobile a 200 giorni, e nei pressi dei livelli teatro dell’accelerazione al ribasso di agosto (area 3480 di Eurostoxx, toccata venerdi).
Prima di trarre conclusioni vediamo la chiusura  dell’America stasera, e la price  action delle prossime ore. Ma l’Engulfing Pattern messo a  segno oggi dall’Eurostoxx è un nuovo segnale che invita  alla cautela.