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Resiste il mood difensivo… S&P, seconda settimana negativa di fila a novembre

Lampi di Colore 881

Vuoi vedere che l’S&P mette giù la  seconda settimana negativa di  fila  a novembre? Al momento la  marginale  perdita odierna è sufficiente a mantenere la performance settimanale in negativo di un inezia. Certo, un cumulativo -0.25% non è un brutto modo di consolidare dopo 8 settimane di rally per un totale di oltre 4%.

L’Asia stanotte ha fatto un po’ eco la forza di  Wall Street ieri sera (+0.82% l’S&P 500, +1.3% il Nasdaq 100), ma,  come nel caso dell’Europa  ieri, senza troppo entusiasmo. Moderati guadagni per gli  indici principali, tranne che per  Shanghai che continua a soppesare il nuovo corso di politica economica e monetaria. La People Bank of China ha emanato nuove guidelines per contenere lo  shadow  banking system e  chiarito che continuerà ad amministrare una politica prudente e neutrale e a  favorire il  deleverage. E il vice responsabile  del  Research Office of the State Council ha dichiarato che una crescita  del 6.3% nel triennio 2018-20220 sarà  sufficiente a raggiungere il  target stabilito  dal  partito, il che suona come un avvertimento: rallenteremo.  Cosi la settimana per Shanghai (-1.5%) risulta  meno positiva che per Wall  Street.

Stesso discorso per l’azionario europeo, che non ha capitalizzato il rally US maturato  dopo la chiusura di ieri sera. Un po’ di colpa se  la  prende l’€,  rimbalzato in nottata vs un dollaro apparentemente indebolito dal Russiagate ( Un pezzo del  WSJ ha indicato che una dozzina di funzionari della campagna elettorale di Trump sono stati messi sotto  inchiesta).
In Italia, Carige continua ad essere sospesa in attesa di capire se l’aumento  di capitale trova le  garanzie (dovremmo avere notizie nel week end),  mentre  Credito Valtellinese ha lasciato un altro  25% sul terreno oggi,  sulla base della comune opinione che se Carige non viene sottoscritto, le  possibilità  di  successo per il  suo sono nulle.
Su queste basi,  i settori bancari italiano ed europeo non sono certo  stati  d’aiuto  all’indice generale.
In mattinata Draghi al European Banking Congress di Francoforte ha ribadito concetti noti: la ripresa si sta irrobustendo,  ma il recupero dell’inflazione è ancora incompleto e non autosufficiente. Scarsi  effetti sui mercati.

Nel  primo pomeriggio in US,  altro newsflow positivo per il ciclo US. I nuovi cantieri a  ottobre hanno sorpreso  in positivo alla grande (+13.7 vs + 5.6% atteso) un quadro confermato  dall’incremento  sopra attese anche dei permessi di costruzione. Era cosi difficile  prevederlo, viste le  distruzioni degli uragani in autunno? In ogni caso, è  attività economica in accelerazione. La previsione della  FED di Atlanta è salita al 3.4%, quella della  Fed di NY addirittura al 3.8%.
Sul  fronte riforma,  il   Senate Finance Committee  ha approvato  una bozza di riforma fiscale  assai diversa da  quella della Camera. Il Senato  US ha in programma di approvarla  la  prossima settimana, dopodichè avremo la  (difficile) riconciliazione.

Come ieri, l’impatto su tassi e divisa è stato pressochè nullo.
Analogamente Wall  Street non si è  fatta influenzare,  e  oscilla poco  sotto la  parità.  Purtroppo, l’azionario europeo,  complice un lieve spostamento  delle fortune economiche e una earning season non poi cosi brillante (si noti la sorpresa media calcolata da Bloomberg evidenziata in giallo nella figura sotto), è  tornato nella fase  in cui guadagna meno di  Wall Street nei giorni positivi e perde di più  in quelli negativi.

Lampi di Colore 882

E  cosi la  chiusura dell’Eurostoxx dilapida quasi completamente il  rialzo  di ieri (Milano anche peggio). In sintonia i bonds, con rendimenti in moderato calo e spreads tendenti ad allargare, mentre la  divisa unica recupera un po’ meno di quanto faceva di primo mattino.

In generale, la  settimana si chiude con un sentiment opaco,  nonostante la resilience di Wall Street. La  risk aversion si fa notare, oltre che nelle deboli performance dell’azionario europeo e asiatico, sui cambi,  dove a fronte di un dollaro in ritirata, performano le safe heaven currencies (€ e Yen, oggi in grande spolvero) mentre cedono abbondantemente tutte le commodity e carry currencies ($ Australia, $ NZD, $ Canada, Corona svedese e norvegese) che normalmente sono positivamente correlate con il  risk appetite. E i rendimenti calano più  o meno ovunque.
Vediamo cosa porterà  il week end.