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Settimana negativa per l'azionario… Prima settimana negativa per l'S&P

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Ieri sera, Wall Street ha effettivamente recuperato, chiudendo ben distante dai minimi di seduta, ma non è riuscita a  evitare una modesta perdita (-0.38%). In assenza di  un modesto  recupero oggi, l’S&P segnerà la prima settimana negativa dopo  8 positive.

Dal punto  di vista tecnico la  candela  di ieri si configura come un piccolo “hanging man”.  Un’ eventuale chiusura sotto  il  minimo  di ieri (che avverrebbe sotto la  media mobile  a  20 giorni per la  prima volta da agosto scorso) costituirebbe un segnale ribassista di breve.

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Finchè restiamo sopra  la  media mobile  a  20 gg il quadro tecnico resta indeterminato. In caso di rottura, primo  target 2530 (undercut mm 50gg). Vedremo la chiusura stasera.

La  reazione dell’Asia alla debolezza  di ieri  è  stata  contenuta,  complice la tenuta dei mercati cinesi per il  tutto  sommato buon esito dell’incontro Trump-Xi, e per la  decisione delle  autorità  di festeggiare  l’evento aumentando l’accesso  degli  investitori stranieri al settore finanziario nazionale (possibilità  di  avere la  maggioranza di assicurazioni e brokers e di salire nell’azionariato di banche e asset managers).
Diversamente, Tokyo è  scesa, offrendo una conferma  tecnica  al  quadro  ribassista di breve illustrato  ieri. Tra l’altro, a 78, l’RSI è  ancora in territori di ipercomprato nonostante  i 2 downdays.

L’apertura europea non si è  giovata  del  parziale recupero  di  Wall  Street ieri  sera.  L’azionario  sembra guardare con preoccupazione al rannuvolamento  del quadro  politico a  Washington, e conseguente pausa nell’apprezzamento del  $.  Il rimbalzo dei  rendimenti piace al  settore  bancario,  ma non al  mercato generale,  che si era  assuefatto alla totale  assenza  di volatilità  sui bonds (la famosa botte piena e moglie ubriaca).
In questo  contesto,  le  trimestrali continuano a essere accolte  con freddezza (oggi Leonardo,  Telecom Italia mentre Banco BPM e  Popolare Sondrio  vanno in controtendenza rispetto al settore) e su alcune  small cap, fioccano le prese di beneficio. In generale l’earning season è buona ma non eccezionale,  in particolare alla luce delle  attese (DB ha osservato  che il beat ratio è  ai  minimi dal 2015).

Sul  fronte  macro, un po di dati di produzione industriale per settembre in Europa: in linea quella francese, brutta quella  italiana e sopra attese quella  UK.  L’unico  impatto è stato sulla  sterlina che ha messo a segno un rimbalzo nonostante dalla  conferenza stampa di Barnier e Davis non sia uscito granchè. Il negoziatore europeo ha dichiarato che se non si vedono progressi in tempi brevi sull’ offerta finanziaria,  il  rischio è  di arrivare a  fine anno senza un deal.

Nel  pomeriggio  in US il focus è  rimasto  su Washington. L’effetto  della  bozza approvata in senato ha continuato a tenere sulla difensiva dollaro  e risk assets.
Peraltro, hanno cominciato  a  girare commenti sui media secondo cui nonostante le  differenze tra le bozze, Senato e Camera dovrebbero essere parecchio incentivati a  raggiungere un terreno comune. Dopo le  batoste prese in Virginia e New jersey (e quella probabile in Alabama dopo le  accuse di molestie a  Moore) il  passaggi di una riforma fiscale sarebbe l’unico modo di mantenere il  controllo della House of Reps alle  Midterm  elections. Ciò  ha ridato un po’ di supporto  al  dollaro  che aveva accennato  ad ulteriore deriva  nel  primo pomeriggio dopo la  pubblicazione della  U.of Michigan confidence preliminare di novembre, in calo (97.8 da prec 100.7 e vs attese per 100.80). Nel dettaglio della  survey appare uniforme la  discesa di current conditions e expectations, e spicca un rimbalzo  delle attese di inflazione.
Sul fronte high yield, poco  sorprendentemente, gli ETF dedicati  hanno acvuto  in settimana deflussi superiori in aggregato  al miliardo  di  dollari.

La chiusura europea porta i segni del clima generale e del continuare,  nel pomeriggio,  del  rialzo dei rendimenti (e conseguente supporto della divisa unica).  Tutti i principali indici hanno oggi incrementato di oltre mezzo  punto le  perdite settimanali,  che in alcuni casi non sono trascurabili (Dax  ed Eurostoxx -2.6%).
Wall Street a metà  seduta sembra tenere meglio,  e a metà  seduta presenta una perdita frazionale.

Sul  fronte tecnico, l’Eurostoxx  ha cancellato il breakout rialzista di ottobre, tornando rapidamente sotto il  livello di 3620 che tanto a lungo lo aveva contenuto. Dovesse 3580 (minimo di ottobre e MM20gg) dare  strada,  si parla  di 3520 come prossimo supporto.

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A peggiorare il  quadro, il  robusto engulfing pattern presente sul  grafico  weekly (il calo di questa settimana copre  i rialzi delle  2  precedenti) sul  quale  però pende la conferma  con una discesa la prossima  settimana.

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