A Washington si riparla di riforma fiscale, domani l'inflazione USA

Lampi di Colore 787

Dopo la  riscossa dei CPI di ieri (anche se il vero showdown è  domani col  dato US), il  principale driver odierno sembra la risurrezione della  riforma  fiscale  di Trump.

La  giornata è  iniziata con un tono poco  convinto  in Asia. Wall Street non è  riuscita a toccare 2500 punti di S&P  che sembravano ad un passo ieri sera. Apple ha lanciato effettivamente il nuovo Iphone X, ma contrariamente ai precedenti lanci,  le   consegne non sono previste prima  di novembre,  il che,  insieme al  fatto che il lancio ha offerto  poche sorprese, ha messo  sotto  pressione il titolo in aftermarket e l’indotto, pesando su Hong Kong, Seul e Taiwan. Il  Dollaro  si è  leggermente assestato e in generale il  sentiment è  sembrato prendersi una pausa dopo la forza  dei giorni scorsi. Solo  tokyo ha capitalizzato  un po’ la  debolezza dello yen ieri in giornata.

La  seduta europea ha ereditato questo mood,  ma gli indici si sono ripresi abbastanza rapidamente,  trainati dal settore bancario che sembra aver ripreso vigore grazie al  rimbalzo dei tassi, e in generale alle buone notizie macroeconomiche.
Dato  l’incombere del CPI US domani e l’assenza di dati rilevanti  oggi,  gli asset europei hanno passato  la  mattina a consolidare i movimenti di ieri,lasciando poco da raccontare sulla  price  action.

Il  quadro è  cambiato nel  pomeriggio quando le  news sul  fronte fiscale  US  si sono fatte insistenti:
** Ryan ha dichiarato che il 25 settembre verrà  delineato lo  schema della  riforma fiscale,  un inizio di processo che vede Casa  Bianca, Camera e Senato tutti “dalla stressa parte” e che potrebbe ottenere voti anche dai Democratici.
**  Trump stasera avrebbe una cena con i leader democratici (Pelosi e Shumer) con all’ordine del  giorno  immigrazione, deadlines su debito e budget, e riforma fiscale  bipartizan.
** Il  direttore del  Budget Mulvaney ha confermato  la data  del  25 settembre e riferito che Trump gli avrebbe detto  di essere quanto mai determinato ad abbassare la corporate tax al  15%.

Un po’ troppo materiale per ignorarlo come avvenuto con le altre  sporadiche dichiarazioni degli ultimi tempi.
Tra l’altro, dopo recente  accordo a sorpresa sul  debt ceiling tra Trump  e i Democratici, quest’ulteriore ipotesi di collaborazione viene guardata con minore scetticismo.
In generale l’impressione che si  è  avuta nelle ultime 48 ore è che, a un anno dalle midterm elections, la necessità per i Repubblicani di segnare qualche punto stia avendo la meglio sulle  divergenze Casa Bianca – partito.

Comunque sia,  sta di fatto  che l’impatto delle news si è notato soprattutto sul mercato dei cambi, con il biglietto verde che ha improvvisamente accelerato su tutti i cross. Meno evidente l’effetto sui bonds che hanno visto i rendimenti salire marginalmente, e quasi nullo  su Wall Street, che a 2 ore dalla chiusura  oscilla in un range ristretto. D’altronde, l’azionario US,  a  differenza di tassi e divisa,  ha sofferto ben poco dello scemare delle aspettative sul  fronte fiscale. Solo le  small caps ne hanno sofferto marcatamente, ed infatti si priprendono da alcuni giorni.

In ogni caso, la  forza  dell’impatto sui cambi delle news fiscali rispetto  a  bonds ed equity fa nascere il dubbio se siamo sul  punto di vedere una sonora presa di beneficio sul trade dell’estate (il corto  dollaro  contro più  o meno tutte le  altre divise). In effetti il  quadro è  un po’ cambiato: le deadline su debito e  budget sono state rinviate, assistiamo a un disgelo sul  fronte fiscale,  e, anche in assenza di un CPI forte, la  FED può comunque annunciare, la  prossima settimana l’inizio della riduzione del bilancio.

Sul  fronte tecnico,  il dollar index ha confermato la morning star dei giorni scorsi sul grafico giornaliero, e affronta la  resistenza costituita dal minimo di inizio agosto (92.60).

Lampi di Colore 786

Un dato forte domani potrebbe dargli lo  spunto necessario, imponendo anche un repricing ai tassi US. In generale, qualunque tipo di sorpresa fornisca il  CPI US domani (negativa o positiva) il  tipo di reazione ci dirà  se il  quadro è  effettivamente cambiato oppure si tratta solo di un effimera presa di beneficio come quelle  che l’hanno preceduta.