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Primi dubbi Trump. Wall Street corregge su scadenze politiche

Lampi di Colore 548

NB Domani Lampi salta un giorno, e torna giovedi.

Era un po’ che non si vedeva una seduta cambiare volto cosi repentinamente.
La marginale discesa di Wall Street ieri sera non ha infastidito l’Asia più di tanto, stamattina. Naturalmente la debolezza relativa del $ ha frenato Tokyo, ma gli altri indici hanno messo a segno moderati recuperi, ad eccezione di Mumbay e Sydney, invariate.
Il balzo del tasso repo a 1 settimana cinese al 5.5% (massimo dal 2014) ha lasciato stranamente tranquilli i mercati locali. Apparentemente lo squeeze di liquidità ha causato ieri mancati pagamenti sull’interbancario, il che ha indotto la PBOC a iniettare della liquidità sul mercato. Sembra evidente che le autorità sono determinate a tenere strettamente sotto controllo il credito.

Detto dell’Asia, la seduta europea è partita con un sentiment costruttivo, principalmente grazie al generale giudizio espresso dai media sul priomo dei 3 dibattiti televisivi, occorso ieri sera in Francia tra i 5 candidati alla Predisenza. Per sintetizzare, un sondaggio di Elabe ripreso da Bloomberg ha sancito la vittoria di Macron (29%) con Melenchon (20%) secondo e la Le Pen e Fillon (19%) a dividersi l’ultimo gradino del podio.

Naturalmente le news sono state gradite dai mercati, e lo smontaggio di parte degli hedge contro il rischio Le Pen ha prodotto offerto supporto sia all’azionario che all’€, mentre sul mercato obbligazionario la carta tedesca ha sofferto, e gli spread di OAT e periferici si sono chiusi. Euforico il settore bancario europeo, che si è apparentemente giovato del calo del rischio politico e della salita dei rendimenti core. Nel caso degli istituti italiani ha forse giocato a favore (oltre al chiudersi degli spreads) la Guidance ECB sui non performing loans, dove l’istituto centrale ha ribadito che la riduzione richiede tempo. La partenza dei PIR (Piani individuali di risparmio) ha messo nuovamente le ali ai piedi alle Small Caps italiane.
Un CPI UK di febbraio sopra attese ( e ben sopra il target BOE) ha offerto supporto alla sterlina, trasformando la forza dell’€ in generica debolezza del $. Il Dollar Index è terminato a metà mattinata sotto al significativa soglia di 100 (vedi lampi di ieri).

Cosi siamo approdati al primo pomeriggio con i mercati europei ai massimi dell’anno (non il Dax, un po’ penalizzato dalla forza dell’€ e dal basso contenuto di finanziari), l’€ sopra 1.08 vs $ e i rendimenti in rialzo sulle curve US e Germania.

Ma la reazione di Wall Street a tanto buon umore non è stata quella attesa. Gli indici US hanno provato a capitalizzare la forza europea, ma sono stati rapidamente trascinati al ribasso dal settore bancario, e, in misura minore da Auto e dalle small caps, finendo per accumulare un passivo considerevole per i tempi.

Cosa è successo?
Apparentemente, il catalyst per lo storno è stato la percezione che, nonostante alcune modifiche ed un robusto appello ai suoi Congressman, Trump al momento non ha i voti per passare, nemmeno alla Camera giovedi, la sua riforma del Healtcare. Indiscrezioni in questo senso  sono trapelate su vari media, insieme con la sensazione che l’atteggiamento dittatoriale di Trump (chi non vota perde il posto) abbia radicalizzato le posizioni.

La lettura sarebbe la seguente: come accennato ieri, una bocciatura darebbe la sensazione di una frattura tra Trump e parte del partito, e alimenterebbe i dubbi sulle capacità di delivery del suo esecutivo. Ciò giungerebbe in una fase delicata, visti i carichi di lavoro che attendono il Congresso nei prossimi mesi: oltre all’ American Health Care Act c’è da approvare entro l’autunno l’aumento o la sospensione del Debt Ceiling (altra questione spinosa). C’è da iniziare i lavori sulla tax reform, per non ritardarne troppo il varo, visto il livello delle attese di mercato. E poi ci sono l’immigrazione, e le trade policies, entrambe considerate priorità dall’esecutivo. Alcuni hanno indicato anche una potenziale accelerazione sulla ridiscussione dei trattati commerciali come catalyst del movimento.
Insomma, improvvisamente l’ansia degli investitori circa le capacità del Presidente di realizzare il programma starebbe facendo la sua comparsa.
Il legame con le banche (l’indice perde oltre il 3.5% mentre scrivo) avrebbe una duplice natura: l’ingorgo al Congresso metterebbe in pericolo la promessa deregulation al settore, alla base del rally, e la risk adversion starebbe comprimendo i rendimenti e potenzialmente rinviando la normalizzazione dei tassi.

Personalmente, sono sorpreso della repentinità della presa di coscienza degli investitori. Delle difficoltà del AHCA al Congresso si parlava già diffusamente la scorsa settimana, ma forse il fatto che Ryan e Trump avessero deciso di mettere ai voti lo stesso la proposta ha illuso il mercato che il deal fosse blindato. In ogni caso, è ben noto che, qualunque sia il destino della proposta alla Camera, al Senato la sua vita sarà più dura.
Sicuramente, la circostanza che il mercato alla fine avrebbe in una qualche misura dubitato del grip di Trump sul partito era da mettere in conto. In questo senso, vedere la levata di scudi tra il presidente e alcuni Congressman non depone bene per le negoziazioni future.
Supponendo che la frattura possa ricomporsi nelle prossime 48 ore, il clima potrebbe rasserenarsi significativamente. Ma non bisogna dimenticare il passaggio in Senato, e comunque il mercato non sembra gradire l’improvviso impennarsi delle frizioni a Washington.
La fiammata di volatilità a Wall Street è stata una secchiata d’acqua gelida sui mercati europei, con i principali indici protagonisti di un inversione che li ha portati a segnare moderate perdite, ma dopo essere stati in robusto guadagno. I settori bancari hanno conservato il segno positivo, ma ridotto di oltre 2/ i progressi. Naturalmente il biglietto verde non ha tratto alcun giovamento dai dubbi del mercato, chiudendo la seduta europea nei pressi dei minimi dell’anno.

Prima di trarre conclusioni di tipo tecnico occorre per lo meno avere la chiusura di Wall Street stasera. Ciò detto,si può osservare che l’U-turn odierno lascia una serie di candele di inversione di breve sui mercati europei, e una potenziale rottura di trend rialzista a Wall Street. Tutte cose da verificare, ed eventualmente da confermare i giorni prossimi,  con il caveat che nell’ultimo periodo i segnali tecnici correttivi di breve sono stati disattesi, e quindi conviene forse posizionarsi per una correzione, magari da livelli inferiori, ma con trend più consolidati.

Lampi di Colore 547