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Lampi di Colore

Lampi di Colore 22

 

Non allenta la morsa la  delusione post ECB.
Va detto che negli ultimi giorni si sono aggiunti nuovi elementi di stress al  quadro generale,  che hanno contribuito a rendere effimero il sollievo seguito  al  discorso  di Draghi venerdi sera.
Per elencare i principali:

** Si sono riaccesi i riflettori sulla  Cina, e non in una maniera benevola. Lunedi sono state pubblicate le riserve valutarie cinesi,  la cui discesa (-87 bln a 3.44 trilioni) superiore alle attese lascia intendere nuovi interventi a supporto della divisa. L’occhio  è rapidamente corso al cambio, che, nel disinteresse generale, si era stabilmente deprezzato da  inizio novembre, e attualmente staziona  sui livelli massimi di agosto  scorso. Oltre a ciò, lo  spread tra il fixing domestico e  il cambio offshore, utilizzato  per le transazioni internazionali, è tornato a crescere. Guardando al quadro di insieme, difficile non desumerne che il deflusso di capitali è ripreso.
Delusione anche dal trade  balance di novembre, per  lo meno sul  lato  esportazioni.
La pressione è stata sentita su tutta l’area asiatica,  che oggi ha messo giù la sesta  discesa a fila.

** L’incapacità (indisponibilità?) dell’OPEC ad accordarsi su un taglio alla produzione ha prodotto un nuovo minimo ciclico  per il  petrolio, il che ha messo,  come al  solito,  sotto pressione l’intero comparto commodities, il settore  energy, e naturalmente l’  High Yield US. Intuibile il contributo alla risk adversion generale, anche indiretto,  attraverso l’impatto  sulle aspettative di crescita globale.

Il tutto amplificato dall’incombere di fine anno,  che minimizza la  propensione al  rischio degli investitori, e del FOMC, col suo  carico di incertezze. In questo contesto,  l’Europa  risulta  ancora, dal  punto di vista tattico, l’anello debole, gravata da un robusto posizionamento, i presupposti del quale sono venuti a mancare almeno in parte.
Se non altro, il sistema di monitoraggio del posizionamento di Deutsche Bank indica che sul fronte divisa una buona porzione dei lunghi tattici di $ contro €  e Franco svizzero è stata precipitosamente smontata.

Venendo alla giornata odierna, la  seduta asiatica non ha fatto nulla per smentire quanto illustrato sopra, chiudendo con i principali indici in territorio negativo ad eccezione di Shanghai, sostenuta da generiche attese di ulteriore stimolo,  e un dato di CPI di novembre leggermente migliore delle attese (+1.5% da prec +1.3% e vs attese per +1.4%). Tokyo ovviamente non ha gradito, oltre al tono generale, il  supporto che questo offre allo yen. Zero impatto dai machine orders di ottobre forti.

L’apertura europea  ha brevemente illuso, ma a metà mattina gli indici erano già significativamente in negativo, senza particolari catalyst, e con temi consueti:  forza della  divisa unica, debolezza dei materials e delle banche etc. Meno veemente la reazione dei bonds, che ottengono un po’ di supporto dal sentiment (anche se i rendimenti sono comunque saliti).

Nel primo pomeriggio, un rimbalzo del petrolio,  amplificato dalla pubblicazione di scorte settimanali in forte calo in US (-3.57 milioni di barili contro attese di +1.3 milioni di salita) ha dato vita ad un rimbalzo degli indici, guidato dai settori interessati, a dimostrazione del grip  che oil e commodities continuano ad avere sul sentiment generale.
E’  durato poco, e la presa di coscienza che nemmeno questo dato era in grado di stabilizzare l’oil ha fatto  volatilizzare i compratori. La chiusura di seduta ha cristallizzato la  perdita dell’ Eurostoxx a meno di metà della  perdita massima odierna (che aveva superato di un bel po’ il punto percentuale) ma Wall Street ha continuato a scendere e in assenza di inversioni di marcia il catch up  degli indici europei domani in apertura sarà significativo.

Dal punto di vista tecnico, sia l’Eurostoxx che l’S&P 500 distano un paio di punti percentuali da supporti abbastanza rilevanti (rispettivamente area 2325 lavorata molto a lungo a settembre e ottobre e area 2020 vecchia resistenza di ottobre poi testata come supporto a novembre. Ovviamente è  importante che anche le commodities trovino un fondo. E FOMC e fine anno riducono la rilevanza degli scenari tecnici.