Seleziona una pagina

Lampi di Colore

Lampi di Colore 399

Chi si aspettava (come il sottoscritto) qualche segnale di cautela da parte della Yellen nell’ultima testimonianza dell’anno, è rimasto deluso. La Presidente ha dipinto un mercato del lavoro “nelle condizioni migliori da circa 10 anni “, con segnali che i salari stanno accelerando. Eventualmente condizionata dall’uditorio (gli studenti dell’Università di Baltimora, ansiosi di inserirsi nel mondo del lavoro), Janet ha di fatto giustificato in pieno l’aumento dei rialzi indicati nelle projections presentate mercoledi scorso. L’impatto è stato avvertito più dal $ che da tassi e azionario.

Similmente, la BOJ non ha dato alcun indizio di essere preoccupata del movimento dello yen (figuriamoci!) ne del ritmo di acquisti a cui la costringe lo Yield Targeting. Zero modifiche al programma, ma solo un upgrade del ciclo, visto in moderata espansione grazie a domanda interna e canale estero. Kuroda, nella conference, ha minimizzato il movimento della divisa, dichiarando che è solo tornato a livello di Febbraio, e indicato che è presto per rimuovere lo yield targeting, visto che il target di inflazione è ancora lontano.
Inevitabile il sollievo del $/Yen, e con esso dell’azionario locale.
Mi immagino la gioia dei Cinesi, alle prese con i problemi legati alle fughe di capitale, la bolla immobiliare, le frizioni con gli USA e la perdurante svalutazione competitiva di uno dei principali antagonisti commerciali.
In Cina continua l’inasprimento delle condizioni finanziarie, con i tassi monetari in ulteriore salita e il rendimento dei bonds a sua volta in forte rialzo, in situazione di liquidità ridotta.

Lampi di Colore 397

 

L’apertura europea è avvenuta con un tono incerto, anche per i tristi fatti a Berlino ed in Turchia, sebbene ormai il mercato badi meno a queste tragedie.
C’era anche un po’ di attesa per la reazione del mercato alla notizia del Decreto da 20 bln € approntato dal Governo Italiano nel caso che le ricapitalizzazioni “private” (a cominciare dal Paschi) falliscano.
I subordinati delle banche interessate hanno inevitabilmente sofferto, visto che il supporto statale prevede, come noto, il “burden sharing”, ma nel complesso il mercato è sembrato apprezzare che in un modo o nell’altro la vicenda Montepaschi dovrebbe chiudersi in settimana. Non a caso, il quadro non è mutato quando Bloomberg ha riportato che la ricapitalizzazione privata della banca toscana “probabilmente fallirà”, lasciando spazio all’intervento statale (con conversione forzosa dei subordinati). Buona anche la reazione del BTP alla prospettiva di un carico di ulteriori 20 bln di debito pubblico, anche se controparti hanno sottolineato il supporto degli acquisti dell’ECB su tutto l’Eurobond complex, acquisti che in teoria dovrebbero sospendersi domani.

Saranno sufficienti 20 bln (con l’aggiunta dei subordinati candidati alla conversione) a risolvere il problema bancario italiano? Difficile dirlo, dopo tante delusioni. Certo l’intervento statale, se fatto senza fare i farmacisti, è meglio delle pezze messe costringendo il sistema bancario a coprire le perdite dei componenti più deboli.
I sentire i media, il fondo è stato dimensionato per servire alle esigenze di Montepaschi, le venete, Carige e le 4 good bank derivanti dal salvataggio delle piccole casse.
Il punto è, come al solito la contrapposizione tra quadro statico, e situazione dinamica. Questi istituti sono reduci da ricapitalizzazioni che si sono rivelate, ex post insufficienti, in alcuni casi a distanza di pochi mesi.
Unicredit sembra aver preso il toro per le corna, deliberando una copertura al 77% delle proprie sofferenze, nel piano redatto a corredo dell’aumento di capitale. Sono loro particolarmente prudenti, o le maggiori coperture riflettono uno standard da applicare agli altri istituti italiani (che navigano in media poco sopra il 50%)? Non ho la risposta.
In ogni caso giovedi sapremo come avverrà la ricapitalizzazione del Paschi, e Venerdi il decreto sul fondo statale verrà approvato in Parlamento.
La sentenza del mercato per il momento si legge nel +2.3% del FTSEMIB Banks che ha trainato sia l’indice generale che il settore bancario europeo. Il resto lo ha fatto il tono generalmente positivo tenuto anche da Wall Street nel pomeriggio, con tutti i corollari dell’ultimo periodo, dollaro forte, Yen debole e tassi in moderato rialzo.
Una certa attenzione ha ottenuto la proposta di “Border tax Adjustment” portata avanti da Trump e Ryan, un metodo di tassazione dei beni informato alla destinazione degli stessi, ivece che alla loro origine. In base alla proposta, le aziende importatrici vedrebbero la tassazione dei loro prodotti salire, mentre quelle esportatrici la vedrebbero scendere. Le conclusioni che circolano sono che, se attuata, la misura sarebbe i) assai positiva per la bilancia commerciale ii) assai inflattiva iii) equivalente ad una svalutazione e quindi positiva per il $ iiii) negativa per il global trade e in particolare per quei paesi che più esportano in US. Sussistono ovviamente seri dubbi che una misura del genere sia accettabile per il WTO, ed elevate probabilità che, se questa venisse adottata porterebbe a rappresaglie. Ma al momento domina la visione positiva sui mercati.

Cosi i mercati europei hanno chiuso sui massimi di periodo, con l’Eurostoxx nuovamente in positivo da inizio anno, favoriti anche da un € in discesa. Per Milano quest’obiettivo è ancora un po’ lontano (10%) ma il listino milanese oggi è stato di gran lunga il migliore in Europa. Positiva anche Wall Street, col DOW che flirta nuovamente con 20.000.
Il VIX gira sui minimi agosto, che poi sono i minimi dell’anno, e un livello sotto il quale siamo scesi in maniera continuata solo a metà 2014. Un quadro che invita alla cautela. Ma, complice l’assenza di catalyst validi, questo tipo di indicazioni (positioning, sentiment, flussi in entrata) al momento non si sta rivelando efficace.

Lampi di Colore 398