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Lampi di Colore – 21 Settembre 2015

NB: Lampi va in pausa da mercoledi a venerdi, causa business trip

Il pessimismo con cui i mercati hanno accolto la decisione FED sembra aver lasciato spazio durante il week end, ad un interpretazione meno radicale, complici interventi da parte di vari membri FED volti evidentemente a correggere il tiro. Williams, Bullard e Lacker sono tutti tornati sulla decisione di giovedi. Il Presidente della Fed di San Francisco ha definito la scelta una “close call” (ovvero incerta fino all’ultimo), ribadendo che l’intenzione è di alzare i tassi quest’anno. Lacker, che aveva dissentito, ha sottolineato gli aspetti negativi di tassi troppo bassi troppo a lungo, mentre Bullard, che tornerà a votare l’anno prossimo, ha dichiarato di aver caldeggiato un rialzo, e di ritenere che Ottobre sia un opzione percorribile se le condizioni lo permetteranno.

Ovviamente la seduta asiatica ha avuto un tono negativo, un po’ perchè doveva ancora scontare la fiammata di volatilità dei mercati occidentali venerdi, un po’ perchè ovviamente si tratta dell’area che più ha da guadagnare da una FED accomodante, e quindi la marcia indietro non la favorisce. Detto ciò, nella mediocrità generale (con Tokyo chiusa fino a mercoledi compreso) spicca la chiusura positiva di Shanghai, eventualmente supportata da segnali che l’easing erogato sta facendo effetto. Altri hanno evidenziato, come catalyst, attese di aumento degli ordini per le aziende cinesi in seguito alla visita del presidente Xi negli USA. Mercoledi, occhi puntati sul PMI flash Markit cinese di Settembre, a caccia di segnali di un rimbalzo congiunturale.

L’apertura europea ha dovuto fare i conti, oltre che con il sentiment orrendo della chiusura di venerdi, con il disastro Volksvagen nel week end. La casa tedesca si è fatta pescare dall’ EPA a imbrogliare i controlli sulle emissioni per molti modelli diesel in US, e il mercato, anticipando multe salate, perdita di business, danni reputazionali e spese accessorie, le ha tagliato 16 miliardi di capitalizzazione (-18%). Significativo l’impatto sul settore (Stoxx Auto -4%) e sul Dax, che ha quotato stabilmente a sconto sui peers europei.
Notizie positive, per contro, dalla Grecia, dove Tsipras ha ottenuto un risultato praticamente fotocopia di quello di Gennaio, superando il 35% con un Syriza depurato delle componenti radicali (che non hanno raggiunto il quorum). Al Premier uscente si offre ora la possibilità di condurre la stessa coalizione guidata fin’ora, ma con una stabilità politica assai maggiore, avendo eliminato l’ala oltranzista, e avendo ottenuto l’approvazione da parte dell’elettorato per la svolta negoziatrice di luglio. A questo punto il suo mandato a negoziare ne esce assai rafforzato.

Su queste basi, l’apertura europea è stata nervosa, ma il sentiment è gradualmente migliorato in mattinata, complice un € in ulteriore significativo indebolimento rispetto al dollaro.
Dopo i “de profundis” recitati all’indirizzo del biglietto verde all’indomani del FOMC, il brusco U- turn delle ultime ore,  in particolare contro la divisa unica (l’€ tratta circa un punto percentuale più debole rispetto agli istanti pre-FOMC) ha spiazzato più di un operatore, e scatenato la consueta caccia al catalyst.
Personalmente, ritengo che il mercato stia scontando robusti interventi verbali da parte dei membri FED, volti a correggere il tiro, dopo il fiasco di giovedi: l’economia US è robusta, Cina ed Emergenti sono solo un “worst case scenario, e il rialzo è stato rinviato solo per non alimentare ulteriore volatilità sui mercati (vedi il discorso appena pronunciato da Lockhart – *LOCKHART: WILL BE READY TO RAISE RATES AS MARKETS SETTLE DOWN). La Yellen farà un discorso giovedi. Dall’altro lato, in particolare  Euro e Yen risentono della possibilità che il quantitative easing venga aumentato o esteso. Praet e Nowotny oggi hanno fatto la loro parte, ribadendo la disponibilità ad agire. Vedremo se Draghi mercoledi troverà il modo di incrementare la pressione sulla divisa unica.

La zavorra di Volkswagen ha forse tarpato un po’ le ali al rimbalzo europeo, che risulta modesto se non altro rispetto alla discesa che lo ha preceduto. Dal canto suo Wall Street, che ovviamente non gradisce la forza del biglietto verde, sembra non aver ancora deciso che che segno chiudere la giornata.
Dal punto di vista tecnico è innegabile che il quadro presenta parecchi danni. L’S&P 500 è stato nuovamente respinto con forza dalla più volte citata resistenza in area 1990-95. Gli indici europei sono appoggiati sul supporto costituito dal’estremità inferiore del recente range (il Dax l’ha rotto). Un test dei minimi di agosto è una possibilità concreta. Un assenza di “follow through” dopo le pesanti vendite di venerdi migliorerebbe un po’ il quadro. Per cui la chiusura di Wall Street stasera non è irrilevante.
A parte ciò, va detto che di recente l’osservazione di livelli precisi non ha fornito indicazioni granchè valide.
Vedremo.