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Lampi di Colore

Lampi di Colore 7

 

Altro giro di valzer sponsorizzato dalla Fed?
I temi delle ultime ore sembrano richiamare alcune dinamiche osservate quest’estate. Il recente aumento delle probabilità di un rialzo FED, ed il conseguente rialzo del dollaro ed  aumento dei costi di funding in dollari hanno messo progressivamente pressione agli emergenti, e nuovamente depresso le commodities (in questo aiutati da dati cinesi che stentano a prendere il volo, vedi produzione industriale e investimenti fissi di ieri, e aggregati sul credito di ottobre oggi).
La  debolezza delle commodities (oil ai minimi da agosto, rame ai minimi ciclici), a parte danneggiare ulteriormente alcuni emergenti, nel più classico dei circoli viziosi, si travasa all’equity tramite i settori collegati (energy, materials), nonchè deprimendo le attese di crescita.

Rispetto a quest’estate, la situazione attuale presenta diversi aspetti positivi:
** mancano gli shock della svalutazione cinese di agosto e del crash dell’equity locale che la aveva preceduta
** E evidente a tutti che l’economia cinese non sta implodendo, come si temeva 2/3 mesi fa
** il posizionamento degli investitori, per quanto non difensivo come un mese fa, non è sicuramente sovrappesato di risk asset come quest’estate.

Su queste basi, al momento mancano davvero i presupposti per attendersi una correzione di quell’entità.
Detto ciò, abbiamo anche 2 “negatives” da mettere in conto.

1) Dopo il baccano dell’ultimo mese, con le probabilità di un primo rialzo dei Fed Funds entro la fine del 2015 passate, in gran parte grazie alla retorica dei membri FOMC, dal 30% al 65/70%, sembra improbabile un altro dietrofront da parte di Yellen e C.
2)  Siamo in un periodo dell’anno in cui il costo di eventuali errori si fa  salato, e quindi gli operatori sono poco desiderosi di  prendere rischi e assai propensi a proteggere le performance, in particolare con la Fed che li aspetta a fine mese.

Certo, a inizio dicembre c’è anche l’ECB, con Draghi che sta facendo praticamente di tutto per  segnalare che il Governing Council è pronto ad agire. Nell’udienza odierna al Economic and Monetary Affairs Committee, il Presidente ECB ha ribadito che i rischi derivanti dal quadro macro globale sono chiaramente visibili e che i segnali di un significativo cambio del trend sui prezzi si sono indeboliti. Quasi a dire che alla verifica di dicembre sicuramente emergerà che è necessario ulteriore stimolo.
Il baluardo della Banca Centrale Europea è sicuramente efficace nel supportare il sentiment. Ma è un fatto che a forza di retorica e indiscrezioni, le attese sul meeting stanno montando parecchio. Draghi si è rivelato un maestro nel sorprendere i mercati. Ma stavolta ci vorrà un bel carico.

La seduta asiatica ha comunque avuto un tono accettabile. Marginalmente negativi gli indici cinesi, anche in seguito ai citati new loans di ottobre sotto attese, ci ha pensato Hong Kong a trainare, alla prima salita dopo 6 giorni di cali. Poco mossi gli altri indici.

La seduta europea è però iniziata con il tono opaco con cui aveva chiuso Wall Street ieri sera. Il citato discorso di Draghi ha prodotto un ritorno in positivo, la cui breve durata mostra che al momento il mercato è forse un po’ assuefatto all’aggressiva retorica ECB.
Nel primo pomeriggio, fiammata di volatilità, con gli indici europei giunti quasi a perdere il 2% a tratti, senza catalyst apparente. Interessante che, nella fase acuta, il $ abbia preso a ritracciare contro € e Yen. Da un lato si tratta di un fenomeno già visto: la risk adversion porta a chiudere le posizioni anche sui cambi. Dall’altro, sottolinea l’attenzione della Fed per i mercati. Se le tensioni dovessero crescere, la probabilità che la Fed si muova si ridurrebbe, e con essa il supporto al biglietto verde.

In realtà, l’impressione personale è che, coeteris paribus, per fermare la mano alla Yellen servirà per lo meno uno sconquasso paragonabile a quello estivo. Una modesta correzione non deve muoverla, altrimenti la credibilità dell’istituzione ne soffrirà parecchio e le accuse di sudditanza ai mercati saliranno fino al cielo.

Pur col brusco storno di oggi, l’Europa resta grossomodo all’interno del recente range e quindi il significato tecnico del movimento odierno non è da sovrastimare. Ma il margine è poco e quindi  il comportamento di Wall Street stasera è rilevante ai fini della direzionalità futura.