Seleziona una pagina

Lampi di Colore

Lampi di Colore 153

Un vecchio adagio in finanza recita: “Never short a dull market” (Non vendere mai un mercato opaco, spento). La  sua validità  ha ottenuto una nuova conferma nelle ultime 48 ore, durante le quali i mercati hanno evidentemente sprigionato l’energia a lungo trattenuta, con gli indici e settori recentemente più spenti a guidare il movimento.

La seduta asiatica ha avuto comprensibilmente un andamento spumeggiante, visto che ieri era andata a dormire prima della bonanza. Oltre a ciò, ha beneficiato del nuovo massimo del petrolio sopra 49$, grazie a scorte API in calo superiore alle attese.
Tokyo ha recuperato grossomodo  le perdite dei primi 2 giorni della settimana, giovandosi in parte del ritorno dello Yen sopra 110, in parte del continuo rimbalzare sui media di indiscrezioni circa il rinvio del  rialzo dell’IVA tra 11 mesi. Kuroda poi, ormai sembra che comunichi ogni giorno. Oggi ha nuovamente ribadito che incrementerà lo  stimolo  monetario se  il target di  inflazione diverrà a rischio. Sotto  questo bombardamento, le attese di un azione per la BOJ Nei meeting del 16 giugno e del 29 luglio stanno crescendo. Si sa che questo di solito non è un buon viatico,  perchè a Kuroda piacciono le sorprese. Peraltro, bisogna anche capire quanto può permettersi di rischiare. Un altro balzo dello Yen potrebbe davvero costare in termini di fondamentali e di confidence per l’economia giapponese.

Spumeggianti finalmente anche Hong Kong e le H-shares (aziende e banche cinesi quotate a Hong Kong). Shanghai non  ha smentito la sua fama di contrarian, restando al palo. Tra le decine di news cinesi, ho trovato  divertente questa di Bloomberg secondo cui i funzionari cinesi avrebbero in mente di chiedere alle controparti US le loro intenzioni circa un rialzo dei Fed Funds a giugno o luglio, esprimendo una preferenza per il secondo meeting. Evidentemente avvezze ad una pianificazione assai più arbitraria delle politiche monetarie, le autorità cinesi non sembrano prendere in considerazione la possibilità che il FOMC non abbia già deciso in incognito le  mosse dei prossimi meeting. E magari hanno pure ragione.
Scherzi a parte, se vi è un messaggio da cogliere in questa sorprendente rivelazione da fonte anonima, può essere che la  Cina ha preso atto di un rialzo dei tassi US prima dell’estate, e non medita ritorsioni  (leggi svalutazione). Tra l’altro oggi si è parlato molto della discesa dello Yuan, ma in realtà la  divisa cinese ha perso contro $ poco più dell’1% a maggio, il che è la metà del movimento di rafforzamento del Dollar index dalla stessa data. Ne consegue che lo yuan si è rivalutato conto il basket di divise mondiali che dovrebbe costituire il suo nuovo riferimento.

La seduta europea è partita con i medesimi temi di ieri. Gran denaro, e banche a trainare il mercato. Ex post, la forza del settore bancario è stata attribuita alle parole della Presidente del  Supervisory Boar ECB, Daniele Nouy, secondo cui sarebbero  in arrivo in tempi brevi proposte per facilitare lo sgravio dei Non Performing Loans dai bilanci bancari. La fumata bianca sulla Grecia ha aiutato, ma era in gran parte già nei prezzi, come mostra il mezzo punto guadagnato dal  decennale greco (da inizio maggio sono 10). Sicuramente i bond periferici ne hanno beneficiato.

A metà mattino, nuova sorpresa  positiva dall’economia tedesca, con l’IFO di maggio che batte le  stime di quasi un punto (107.7 da prec 106.7 e vs attese per 106.8) con meriti equamente divisi tra situazione attuale ed expectations a 6 mesi. Si tratta del terzo incremento a fila, il che conferma il buon momento del ciclo, dopo il  GDP  tedesco del  primo trimestre sopra attese.
Meno brillanti le industrial sales italiane di marzo a – 3.6% anno su anno, ma gran parte è dovuta al  settore energetico.

Nel pomeriggio,  Wall Street ha a  sua volta ripreso a marciare, mantenendo il medesimo ratio di ieri nei confronti dell’Europa (guadagna circa la metà). Clamoroso fiasco del PMI Markit services US flash di maggio, uscito parecchio sotto attese (51.2 da prec 52.4 e vs stime di 53). La debolezza è confermata dai sottoindici, in particolare del new business. Va detto che il PMI services Markit ha mostrato livelli inferiori al  più seguito ISM non manufacturing per undici mesi a fila, e negli ultimi 3 la  differenza è stata in media di oltre 3 punti. In sintesi non è un buon segnale, ma nemmeno troppo affidabile.
Bonds e cambio vi hanno fatto caso più dell’equity, ma comunque le  reazioni sono state in generale modeste. Senz’altro i Durable  goods di aprile di domani e la revisione del GDP di venerdi non verranno presi con uguale filosofia, dovessero fare fossi analoghi.
Spettacolare il recupero del  Bund, partito debole per chiudere sui massimi. Si  è  citata l’estensione di duration nel benchmark di riferimento come motivo per gli acquisti.  La  verità è  che la  tenuta  riflette i continui acquisti dell’ECB di  cui la  carta tedesca ha la  quota principale.  A  giugno parte dei 20 bln supplementari decisi a marzo dovrebbe migrare su credito e bonds regionali, attenuando un po’ la ptessione sui rendimenti.

Sul fronte tecnico gli sviluppi sono indubbiamente positivi.
Sull’S&P bisogna aspettare la  chiusura di stasera per parlare di un follow through al breakout di ieri.  Sui livelli attuali abbiamo il fallimento ufficiale del testa e spalle, con il  superamento dell’ apice della spalla destra che proietta un nuovo massimo sopra 2100. Altri segnali tecnici costruttivi sono la  forza delle  smalla caps e  il  superamento delle medie  mobili a 50 e 200 giorni da parte del Nasdaq. Ovviamente,  a breve si impone un consolidamento.

Lampi di Colore 152

Anche il range breakout dell’Eurostoxx ha avuto  la  benedizione di un follow through oggi. Qui il movimento  è  anche più estremo (oltre 4% in 2 sedute), e quindi a maggior ragione una pausa è nelle carte.