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Lampi di Colore

Lampi di Colore 128

Con gli anni, il mio entusiasmo nei confronti del primo venerdi del mese, che tradizionalmente contiene quello che è universalmente considerato il principe dei market mover, ovvero i Payrolls US, è decisamente scemato.
Il motivo fondamentale è l’ imprevedibilità ed erraticità di questo report, che, unita alle robuste revisioni di cui, come molte altre serie, è oggetto, conduce ad una quantità enorme di falsi segnali. Tra l’altro, si tratta di un dato  certamente importante, ma dalla  capacità predittiva ridotta, visto che l’occupazione normalmente segue il ciclo e non lo precede. Su queste basi, non ha senso basarsi sull’ultima release come indicazione dell’immediato futuro.
Ma , poichè l’occupazione è indicata espressamente nel mandato FED, si è creata  questa mania, che contribuisce a rendere, se possibile,  ancora più convulsa la price action. Infatti, le varie parti di cui è composto spesso offrono conforto a diverse teorie, e  quindi la sua uscita  fornisce una buona scusa per qualsivoglia reazione del mercato.
La verità è che i dati occupazionali hanno senso solo se osservati in termini di evoluzione di medio periodo, ed il report odierno, pur mediocre, non modifica il  quadro di un mercato del lavoro  US in continuo miglioramento (approfondimento sotto).

Il nervosismo pre dato sembra aver imposto dazio stamattina all’Asia, con i principali indici pesanti, nonostante il recupero finale di Wall Street ieri sera. Se Tokyo, al  rientro da 3 giorni di chiusura, ha tenuto, grazie principalmente allo Yen sopra 107, i mercati cinesi continuano a soffrire del dibattito sulla situazione del credito e la sostenibilità  del rimbalzo congiunturale dopo i dati di aprile. In verità è difficile dire se è il dibattito a causare la debolezza, o  viceversa è una correzione fisiologica a causare il dibattito.

Un discorso simile si può fare per la mattinata europea. Il run up verso il dato è stato caratterizzato da crescenti tensioni,  con l’idea che lo spazio per le buone notizie fosse davvero risicato. Un dato forte avrebbe aumentato la possibilità di un rialzo FED a giugno, con conseguenze per Wall Street ed Emerging e a cascata sul  resto, uno debole  avrebbe alimentato la percezione di nuovo rallentamento macro in US. La preferenza andava verso un dato moderatamente positivo,  che attenuasse entrambi i timori.

Invece è uscito un report relativamente debole.

** ad aprile in US sono stati creati 160.000 nuovi occupati a fronte dei 200.000 attesi, e con le revisioni che si portano via 19.000 unità dai 2 mesi precedenti.
** Disoccupazione invariata al 5%, ma la household survey ha registrato un calo degli occupati di 316.000 unità. La stabilità  della disoccupazione si deve ad un equivalente uscita dalla forza lavoro che porta ad un calo di 0.2% della partecipazione.
** Invariate le ore lavorate,  ma i salari orari salgono di 0.3% portando il dato anno su anno al 2.5%.

In generale un report debole, presumibilmente frutto di un riequilibrio dopo la forza dei mesi scorsi (la household survey aveva segnalato una media di 469.000 nuovi occupati/mese negli  ultimi 4 mesi). Le retribuzioni orarie tornano a segnalare indizi di pressioni salariali, ma i picchi precedenti sono parzialmente rientrati e il  quadro è quello una serie che per ora resta  poco sopra il  2%  sull’anno.

Prevedibilmente, i mercati hanno sussultato sul dato, salvo poi ritrovare compostezza intorno ad una reazione che accoglie solo parte del  presunto messaggio:
** Le probabilità di un rialzo dei tassi a giugno sono comprensibilmente crollate al 2% e quelle di un rialzo a luglio al 15%. E’ chiaro che un report del genere, affidabile o meno che sia, non offre alcun appoggio, nel breve, alle ambizioni di normalizzazione della FED
** Il dollaro però non ne sta soffrendo, e lascia sul terreno le briciole.
** Ciò contribuisce a dare sollievo  alle borse europee, che hanno sofferto tutta la settimana, mentre Wall Street non sembra aver ancora deciso.
** Stabili gli emergenti e in guadagno le commodities.

Sul fronte tecnico la price action odierna offre segnali misti.
In giornata l’Eurostoxx e  il  Dax hanno chiaramente violato i  supporti,  lavorando a lungo sotto. Ma  il rimbalzo dopo il  dato produce sui principali indici degli “hammer”, segnali di inversione di breve (vedi grafico fatto col future, per evitare effetto dividendi), analoghi a quello osservato  sul dollar index martedi scorso .  Il reversal,  avvenuto a fronte di news non positive,  migliora un po’  un quadro diventato recentemente pericolante. Ovviamente, bisogna fare i conti con Wall Street che è al momento impegnata a testare il  suo supporto.

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