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Lampi di Colore – 10 Luglio 2015

Cresce l’eccitazione del mercato per un accordo Grecia – Creditori, che sembrava quasi impossibile appena 72 ore fa.

Ieri sera, poco dopo la chiusura di una Wall Street quanto mai poco ispirata (+0.25%), hanno cominciato a trapelare indiscrezioni sulle proposte greche. A colpire i fortunati che per primi vi hanno messo gli occhi sopra, 2 aspetti:
1) L’estrema somiglianza con la proposta dell’Eurogruppo oggetto del referendum
2) l’assenza di richieste formali di sgravio del debito.
In sostanza, i target fiscali sono stati confermati, mentre sono state accolte le critiche dell’Eurogruppo, riducendo le tasse a favore di tagli, e diverse red lines, come alcuni schemi pensionistici e l’IVA ridotta per le isole, sono stati ridotti o eliminati. Si vede, pesante, nelle misure, la mano dei “consulenti” francesi. Oltre a ciò, Tsipras ha richiesto al Parlamento greco non un approvazione del pacchetto, ma un autorizzazione a trattare su quella base, apparentemente per evitare che modifiche dell’ultimo minuto complichino il passaggio parlamentare.
Il giudizio del mercato, sancito dal balzo dell’ 1% dei future su Wall Street (che quotano 24 ore su 24), e stato positivo: si intravede chiaramente l’intenzione di raggiungere un accordo coi creditori, qualcosa che era stato messo in serio dubbio dall’atteggiamento delle ultime 2 settimane.

La seduta asiatica è stata ancora dominata dal rimbalzo degli indici cinesi (Shanghai +4.5%). Il resto dell’area resta ancora un po’ scosso:  Tokyo ha ritracciato marginalmente (-0.4%), eventualmente innervosita dal circolare di ipotesi di svalutazione dello Yuan, come misura estrema delle autorità cinesi per sostenere il ciclo. Guadagni marginali per il resto degli indici.
Ovviamente euforica l’apertura europea, con i principali indici in gap up. In picchiata lo spread, sceso immediatamente in area 125 (-20 bps).
Dopodichè, la giornata si è retta sulle reazioni dei leaders europei e le notizie sporadiche che arrivavano dal parlamento greco, dove Tsipras ha incontrato il suo gruppo per costruire il consenso intorno alla proposta.
Sul fronte europeo i commenti sono generalmente positivi, sebbene i tedeschi abbiano a più riprese ribadito che un taglio del debito è impraticabile. E’ stata riportata una conference call tra la Lagarde, Draghi, Junker e Dijsselbloem, e sembrava che avremmo ottenuto dichiarazioni ufficiali ma poi tutto è stato rimandato a dopo l’approvazione del Parlamento Greco, che sembra lo scoglio più rilevante al momento. Se Syriza dovesse spaccarsi, Tsipras dovrà in fretta e furia trovare un altra coalizione che permetta di supportare le proposte, il che è possibile visto l’atteggiamento dei partiti di opposizione, ma i tempi sono, come noto, strettissimi. Al momento non è chiaro se il voto avverrà stasera o domattina.

Il mercato non si è fatto influenzare dai vari segnali di cautela venuti da vari esponenti nel corso della giornata, non ultimo il Ministro delle finanze greco Tsakalotos, che ha ammesso che esistono ancora “aree grige” da discutere e l’accordo è difficile. I commenti più duri naturalmente sono di parte tedesca, con il portavoce della Merkel che ha ribadito che un “haircut” è impraticabile e che non riesce a immaginare un “prestito ponte”.
Nonostante ciò, e complice una Wall Street fin qui più  collaborativa (+1.3% mentre scrivo), la chiusura europea è euforica, con l’Eurostoxx che prende il 3.2% (oltre il 7% in 3 sedute!) le banche europee sugli scudi (Eurostoxx banks + 3.6%) e lo spread fissato più o meno sui livelli di apertura (124), anche se il quadro dei rendimenti assoluti è cambiato in giornata. Mentre in apertura erano i periferici a guadagnare ora è il bund, i cui rendimenti salgono di 17 bp a  0.89%, a fare tutta la fatica. In generale le curve dei tassi oggi sono tornate a irripidirsi quasi ovunque a indicare che la soluzione alla crisi greca e il rientro della fiammata di volatilità cinese riportano in auge il “reflation trade”.

La fiducia nella possibilità accordo che si evince dalla price action delle ultime ore è, a prima vista, sorprendente. Di fatto, l’approvazione del deal nel parlamento greco non è una passeggiata per Tsipras, dopo che appena una settimana fa questo è stato bocciato dal 61% della popolazione. Le contraddizioni sono evidenti. Inoltre, i danni apportati all’economia da 2 settimane di banche chiuse (a cui bisogna aggiungere, probabilmente, la prossima, e i controlli di capitale per un lungo periodo) sono ingenti, tali da far dubitare che i target fiscali siano ancora coerenti con le misure proposte. L’Eurogruppo dovrà chiudere un occhio.
Infine, sono evidenti le lacerazioni tra chi nello schieramento dei creditori chiede che nel deal siano contenuti provvedimenti volti a rendere sostenibile il debito (IMF, Francia in primis) e chi vi si oppone (Germania e paesi nordici). Un accordo senza promessa di sgravio sarebbe chiaramente insostenibile sia politicamente che nella pratica, per la Grecia.

Ciò detto, sono diverse le circostanze che fanno ben sperare.
** l’U-Turn di Tsipras sembra dimostrare una chiara intenzione di evitare la Grexit, Nelle proposte greche si nota chiaramente  la mano europea, segnale di una forte collaborazione con Bruxelles nella stesura delle stesse.
** Il fronte di coloro che riconoscono la necessità di un tavolo di trattative sul debito greco si è recentemente assai ingrossato (vedi Tusk ieri)
** La Germania resta il principale ostacolo, ed è vero che la rigidità tedesca, a fronte del cambio di atteggiamento greco, fa nascere il sospetto che Merkel e C. preferissero davvero una Grexit. Ma, per quanto determinante sia il parere dei Tedeschi, l’apparente sottomissione di Tsipras ai voleri europei sta ottenendo l’effetto di isolarli. In prima linea contro un uscita della Grecia dall’€ vi sono Francia, Italia e  gli USA, i simpatizzanti con questa posizione annoverano la Spagna e l’Irlanda, più una serie di esponenti di Bruxelles come Junker, Dijsselbloem e Tusk. Mentre la linea tedesca può contare solo sul supporto dei paesi nordici minori.
Su queste basi, il terzo “lunedi nero” a fila sembra improbabile.