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La settimana del FOMC di maggio si apre con azionario in consolidamento e rendimenti in calo

Quella che si apre oggi è una settimana piena di dati ed eventi importanti. Tra di essi spiccano il FOMC di Maggio mercoledì, il labour market report USA di aprile venerdì, Ism manufacturing di aprile (mercoledì) e sevizi (venerdì), i PMI in Cina, l’annuncio sul refunding trimestrale del Tesoro USA.
E riportano 174 aziende dell’S&P 500, tra cui Amazon e Apple. Dopo queste si potrà cominciare a tirare le somme anche per questa earning season: Per il momento si parla di una sorpresa aggregata del 9%, decisamente “strong” (ai massimi dal 2021), ma con reazioni in aggregato relativamente tiepide.

La scorsa settimana ha visto la pubblicazione, venerdì, del PCE deflator USA di marzo, ultimo tassello del quadro inflattivo per il mese. I numeri sono usciti leggermente sopra attese (in particolare il dato core allo 0.32% mese su mese) ma rilevano anche le revisioni al rialzo dei dati di gennaio (+0.05% a 0.5%) e febbraio (+0.01% a +0.27%). I Core services ex housing sono saliti di 0.39% (da +0.19% a febbraio e addirittura +0.75% a gennaio). Il tasso di crescita medio mensile del trimestre è dello 0.36% (linea blu), ovvero un 4.3% annualizzato.

Il mercato però ormai aveva scontato un inflazione ribelle nel primo trimestre, e non si è particolarmente scomposto di fronte a questo ultimo “insulto”. L’altro report che ha attirato l’attenzione è stata la prima stima del GDP USA del primo trimestre 2024, uscita giovedì a +1.6% annualizzato, in altre parole parecchio sotto attese che erano a +2.5%.
A migliorare il quadro la circostanza che la sorpresa negativa deriva da scorte (contributo -0.4%) e canale estero (-0.9%) mentre la domanda domestica si è attestata su un sempre robusto +2.8%. Sopra attese il price index (3.1% vs +3% atteso.) e core PCE price index (+3.7% vs +3.4% atteso).
Come accennato sopra, il mercato dei tassi aveva già scontato le news inflattive, e, complice un calo di 4 bps venerdì, il rendimento treasury 10 anni è salito solo di 4 bps in settimana al 4.99%.
Sul fronte azionario, i vari indicatori di ipervenduto illustrati negli ultimi pezzi (17-19 aprile) hanno compiuto infine il miracolo, contribuendo ad un rimbalzo vigoroso di Wall Street, con l’S&P 500 in progresso del 2.67% nel corso della settimana (+1.02% venerdì) e il Nasdaq 100 in salita del  3.99% (+1.65% venerdì). La performance è stata aiutata dall’accoglienza positiva agli earnings di Apple e Microsoft.
Il rimbalzo è stato abbastanza brusco, e sicuramente i segnali di eccesso nei vari oscillatori si sono scaricati. Ora il primo ostacolo per il movimento è costituito dalla resistenza che viene testata oggi, in area 5110, dove convergono media mobile a 20 giorni e a 50 giorni. Il vero segnale che la correzione si è esaurita sarà una chiusura sopra 5200, resistenza teatro del falso breakout di marzo.

La seduta asiatica stanotte ha visto parecchia azione: per cominciare, lo yen si è indebolito fino a quota 160 vs $, minimo da aprile 1990, per un pelo (fece 160,20), altrimenti si sarebbe dovuti andare fino al 1986 per trovare un livello più basso. Dopodichè, è partito un rimbalzo violentissimo, che ha portato la divisa giapponese a recuperare oltre il 2% (il 3.5% dai minimi di seduta). Comprensibilmente, tutti hanno guardato al Ministero del Tesoro giapponese, come autore di un intervento. Al Ministero le bocche sono rimaste cucite, ma i volumi sembrano indicare che qualcosa è successo.
** Japan’s Kanda Refrains From Saying If Intervened in FX Market
** KANDA: CANNOT GIVE DETAILS OF SPECIFIC OPTIONS
** KANDA: READY TO TAKE ACTION 24 HOURS A DAY
Va detto che i Futures sul Nikkei hanno reagito alle news con un mezzo punto di calo, non proprio una catastrofe. Questo sembra avvalorare la tesi che il calo recentemente disordinato dello yen non era più così gradito all’azionario. Il caveat a questo ragionamento è che oggi la borsa giapponese era chiusa per lo Showa day, e quindi per avere una controprova della validità della price action dobbiamo aspettare domani. Un altro tema è stato il rally dell’immobiliare cinese, scatenato da un mix di news di riduzione delle misure di contenimento della speculazione immobiliare in alcuni settori, e la notizia  che il Developer CIFI Holdings avrebbe trovato un accordo di ristrutturazione con i creditori
*CHINA PROPERTY STOCKS GAUGE RISES 10%, MOST SINCE SEPTEMBER
*CHINA’S CHENGDU WILL NO LONGER REVIEW HOME BUYING QUALIFICATION
*CHINA’S CHENGDU RELAXES HOME-BUYING RULES IN BOOST TO MARKET
I progressi si sono attenuati nel finale, ma bisogna tener conto che Hang Seng e HSCEI hanno totalizzato performance rispettivamente di +7.4% e 7.7% nelle ultime 5 sedute. Il rimbalzo dai minimi di gennaio è dell’ordine rispettivamente del 20% e del 26%.

L’azionario europeo in apertura ha cercato di fattorizzare la forza di quello USA, ma il movimento non ha tenuto e gli indici si sono inseriti in un moderato consolidamento in attesa degli eventi della settimana. Sul fronte macro hanno dominato la scena i prezzi, con i CPI preliminari di aprile in Spagna e Germania.

In Spagna, pur con qualche distorsione, i dati sono migliori delle attese, in particolare la stima del dato core anno su anno. In Germania il quadro è più vicino al consenso, con le rilevazioni fatte con il vecchio sistema sotto attese e i dati armonizzati EU più alti. In aggregato l’indicazione è per dati Eurozone in linea o lievemente sotto il consenso domani, cosa che ha prodotto un rilassamento dei rendimenti, che sono ulteriormente calati, dopo aver segnato i massimi giovedì scorso (Bund 2.63%, BTP 10 anni 4.03%).
La retorica dei membri ECB non è cambiata ( *ECB CAN PROBABLY LOWER INTEREST RATES IN JUNE: MULLER).

Il pomeriggio negli USA non ha visto particolari market mover. Con il FOMC mercoledì sera, i membri Fed sono in pieno blackout period, mentre come report avevamo solo il Dallas Fed di aprile, rimasto stabile vs attese di lieve recupero, ma comunque non in grado di cambiare il quadro delle volatili survey regionali USA, che per il momento puntano ad una riaccelerazione del manifatturiero (mancano Chicago che esce domani, e ovviamente l’ISM manufacturing di mercoledì).

Wall Street è partita in positivo, ma senza una particolare vena, un occhio al FOMC di mercoledì, l’altro ai dati e agli earnings eccellenti in arrivo. A guidare il movimento, le Faang Stocks grazie a Tesla, cosa rara di questi tempi. L’azienda di Musk oggi prende il 16% grazie alla news dell’approvazione “in principio” in Cina del suo sistema di guida autonoma di seconda generazione riportato a Bloomberg da una fonte anonima ( link Tesla Soars on Tentative Approval for Driving System in China). L’accordo sarebbe stato ottenuto grazie allo sviluppo con Baidù (+6%) di mappe e sistema di navigazione, e il rispetto delle condizioni di privacy imposte dal regime. Rendimenti in calo anche in US, eventualmente anche grazie ad attese di un annuncio di stime di fabbisogno benigne, stime che non si sono ancora viste.
La chiusura europea vede gli indici cedere marginalmente, con l’eccezione di Milano, supportata dalle utilities. I rendimenti confermano i cali, mentre sui cambi il Dollaro cede, presumibilmente aiutato in questo dal fiume di biglietti verdi venduti non ufficialmente dal Ministero delle Finanze giapponese, per sostenere la propria divisa. L’ultima slavina, apparsa alle 18.40 italiane, ha tutte le caratteristiche di un intervento, con la comparsa di offers sotto il bid sulle piattaforme elettroniche di trading. Sul fronte commodity, il forte denaro sui metalli industriali (+1.6%) ha tranato al rialzo un indice generale frenato dal petrolio e, udite udite, dal cacao (-14%).
Come già detto sopra il generale clima d’attesa che ha dominato i mercati occidentali oggi si deve all’abbondanza di appuntamenti ed eventi che caratterizza il prosieguo della settimana. Vediamoli rapidamente.
Domani abbiamo in US il citato Chicago PMI e la Consumer Confidence di aprile. Più importante, abbiamo i PMI ufficiali cinesi di aprile, e il PMI manifatturiero cinese di aprile calcolato da S&P global. In Europa le prime stime del GDP tedesco, francese, italiano, e di  del primo trimestre, e i CPI flash di Aprile in Francia, Italia ed EU. Come trimestrali abbiamo Amazon, Samsung, AMD, CocaCola, Mercedes, Volkswagen e Adidas tra le altre.

Mercoledì abbiamo, oltre al FOMC in serata, l’ISM manufacturing di aprile, i job openings di marzo, l’ADP report di aprile. Abbiamo poi i PMI finali di aprile tranne in Europa dove è festa quasi ovunque. Come trimestrali abbiamo Mastercard, Ebay, Qualcomm, Pfizer.

Giovedì abbiamo i sussidi di disoccupazione settimanali in US, i PMI finali manifatturieri in EU, e come trimestrali Apple, Shell, ArcelorMittal.

Venerdì chiudiamo in bellezza con il labour market report USA di aprile, insieme all’ISM services,