NB: LAMPI SI PRENDE UNA PAUSA EPIFANIA E TORNA IL 7 GENNAIO
Discreta batosta per Wall Street venerdì 27 dicembre, con l’S&P 500 in calo di 1.1%, il Nasdaq 100 di 1.36%, il Russell 2000 di 1.56% e le Magnificent 7 di 2.03%. Il quadro di pesantezza è completato dal fatto che appena 49 titoli sui 503 dell’S&P 500 sono saliti, e tutti i settori hanno mostrato variazione negativa. Sebbene la discesa sia stata quindi piuttosto partecipata, a guidarla sono state le prese di beneficio sulle mega cap del tech. Comprensibile vista la performance del neonato indice Mag7 nel 2024: +71% a venerdì. Abbiamo ancora oggi e domani (mezza seduta), ma la recente price action sta sconfessando in parte 2 “leggende” dei mercati, ovvero il Santa Rally (dopo Natale sono già 2 i giorni di calo, 26 e 27) e il cosiddetto window dressing (ovvero l’attitudine degli investitori istituzionali a supportare le azioni negli ultimi giorni dell’anno per abbellire le performance). Vedremo se le ultime 2 sedute rimetteranno in carreggiata la stagionalità.
A prescindere dalla coda, il 2024 resta un anno tra l’ottimo e l’eccezionale per l’azionario USA, con una performance abbondantemente sopra il 20% (vedremo di quanto) e una volatilità realizzata assai bassa.
Questo grafico di Carson riporta performance e massima correzione di ognuno degli ultimi 45 anni e possiamo notare che la performance annuale media è un progresso del 10.3% mentre la media delle correzioni massime è del 14.2%. Quindi il 2024 sarà, per il secondo anno di seguito, molto oltre la performance media e parecchio sotto come correzione massima (un -8.5% segnato tra metà luglio e inizio agosto).
L’unico precedente di 2 anni consecutivi oltre il 20% di progresso, nel periodo di riferimento, è stato nella seconda metà degli anni ’90. Come si nota, la performance elevata è continuata per altri 2/3 anni, ma l’entità della correzione massima dell’anno è salita. Personalmente ritengo che, anche alla luce delle analogie tra i 2 periodi, la performance del biennio 2023-2024 non costituisca, da sola, un fattore di cautela per quella dei prossimi 12 mesi. Ma penso che la volatilità aumenterà (e quindi le correzioni saranno più frequenti ed estese), in linea con quel periodo di eccezionale euforia e investimento di 25-30 anni fa. Parimenti, il credito a mio parere inizierà a sottoperformare prima dell’azionario, come fu in quel periodo.
Per questo motivo monitorerò attentamente la performance del credito, in particolare High Yield, nei prossimi trimestri, per capire quanto può durare il trend rialzista sull’azionario, e quando può arrivare un inversione. Il fatto che gli spreads siano al minimo storico è un ulteriore motivo di cautela.%
Tornando alla performance di venerdì, è da notare che l’Europa è andata totalmente in controtendenza, con l’Eurostoxx 50 su dello 0.84% e lo Stoxx 600 in progresso dello 0.67%; D’altronde, qui non c’erano molte prese di beneficio da fare, essendo i massimi dell’anno stati fatti a fine marzo e a fine settembre rispettivamente. Anzi, a giudicare dal tono delle posizioning survey, c’era qualche scoperto da ricoprire.
I rendimenti hanno continuato a salire nelle ultime sedute, contribuendo a generare un discreto inasprimento delle financial conditions che ha forse alimentato il selloff negli USA. I tassi sono una delle variabili che informa l’indice di Goldman. Le altre sono i Fed Funds, gli Spread del credito, il cambio e le valutazioni dell’equity.
Venendo ad oggi, la seduta asiatica ha accusato il bad mood USA, con solo le “A” shares cinesi e Jakarta in grado di mostrare un progresso moderato. Non che le perdite siano state importanti, con la Peggiore Tokyo a -1%, seguita da Mumbai a -0.7% e gli altri indici nessuno sotto -0.5%. Il tono opaco è stato favorito anche dai futures USA che hanno accumulato ulteriori perdite, seppure limitate a 2/3 decimali. Il calendario macro era ovviamente scarico: di rilevante solo la produzione industriale in Sud Corea a novembre, più debole delle attese, e la revisione del PMI manifatturiero giapponese di dicembre, rimasto quasi invariato sul dato flash (+0.1 a 49.6).
La seduta europea è partita con un tono marginalmente consolidativo, in linea con i futures USA. Un primo tentativo di correzione dei recenti rialzi da parte dei rendimenti è stato mortificato dalla pubblicazione dell’unico dato rilevante di oggi in EU, ovvero il CPI preliminare di dicembre in Spagna, che ha sorpreso di parecchio al rialzo, in particolare il dato core.
E’ il primo report da parte di una delle 4 principali economie EU, e non è particolarmente incoraggiante. Infatti un recupero dell’inflazione che andasse a intralciare l’easing da parte dell’ECB sarebbe davvero una complicazione sgradita per l’Eurozona. Nondimeno, il differente mood dell’azionario EU si è notato ancora in mattinata, con l’Eurostoxx 50 in grado di issarsi in positivo a metà seduta.
Successivamente, appena i pochi operatori USA presenti, in questo periodo festivo, sono arrivati ai desk, sono riprese le vendite. I futures USA hanno accumulato ribasso, e gli indici Eurozone hanno invertito la marcia.
In US c’era qualche report in più, ma nulla di enormemente rilevante.
Il Chicago PMI ha deluso clamorosamente le attese di un ridotto rimbalzo, andando invece vicino a eguagliare il minimo dal post Covid, marcato a maggio. Con tutte le rilevazioni degli ultimi 2 anni, tranne novembre 2023, sotto la soglia di espansione, dubito che si possa parlare di un indicatore particolarmente efficace nell’indicare l’attività economica USA. Detto questo, è anche vero che il manifatturiero USA è stato indicato anche dall’ISM come in contrazione negli ultimi trimestri. Questo report lascia intendere un ritracciamento del rimbalzo dell’ISM manufacturing a dicembre.
I compromessi (pending home sales) invece hanno sorpreso in positivo a novembre, mostrando il quarto incremento di seguito, anche se qualche revisione ai mesi precedenti ha fatto sottoperformare il dato anno su anno (o forse il consenso era sballato). Questi compromessi anticipano le vendite di cade di 45-60 giorni, quindi questi numeri depongono bene per le vendite di dicembre e gennaio.
In espansione il “piccolo” Dallas Fed.
Wall Street ha aperto con l’S&P 500 in gap down di oltre un punto, ed ha rapidamente accumulato un passivo rilevante, con il tech in generale a guidare il movimento. La risk adversion accentuata ha prodotto pressioni al ribasso sui rendimenti, sicuramente anche aiutate dallo short covering sui bonds dopo una lunga serie di sedute di debolezza.
Dopo aver assorbito ieri una prima seduta assai negativa negli USA, era improbabile che gli indici continentali ne assorbissero una seconda, e così le perdite si sono alimentate. Detto questo, i cali sono di entità simile ai progressi di venerdì, con Milano e Madrid a outperformare in virtù della forza del settore bancario europeo, e di quello delle utilities, entrambi molto ben rappresentati nel FTSE Mib e nell’IBEX. I rendimenti EU hanno accusato il movimento di quelli USA, accumulando cali moderati. L’€ alla fine chiude la seduta europea ancora sotto 1.04 vs $ mentre l’indice delle commodity sale in virtù del balzo del gas (aspettative di gennaio freddo) e della salita dell’oil ma i metalli industriali e preziosi sono deboli.
Dopo avere fatto un minimo relativo ad un ora dall’apertura cedendo oltre un punto e mezzo, Wall Street ha intrapreso un recupero e al momento ha praticamente dimezzato le perdite. Apparentemente il rimbalzo è avvenuto esattamente sul supporto a 4960 punti che delimita la neckline di un progetto di testa e spalle sul grafico daily. Vedremo quale sarà l’esito di questo test.
Per il momento, sui livelli attuali, Dicembre si configura come un mese negativo per l’S&P 500 con una perdita di poco meno di 2%. E’ possibile che nella coda della seduta di oggi e in quella ridotta di domani questo passivo si riassorba. Ma difficilmente si parlerà di un Santa Rally riuscito. Detto questo, la liquidità è ridotta per il periodo festivo e quindi le oscillazioni possono essere anche molto forti senza un catalyst particolare. Per il ritorno ad un operatività regolare dovremo aspettare il 6 gennaio (il 7 in Europa)
Domani sono chiusi i mercati in Germania, Italia, Austria, Danimarca, Finlandia , Svizzera, Norvegia, Polonia e Svezia, mentre negli altri paesi si farà metà giornata. In US la borsa è aperta, ma l’obbligazionario fa mezza giornata.
Essendo questo l’ultimo Lampi del 2025, auguro Buon inizio a tutti!