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Draghi gestisce la chiusura del QE con toni assai cauti

Ieri sera, Wall Street ha visto nuovamente svanire gran parte dei progressi accumulati in giornata. Una serie di sviluppi positivi sul fronte trade (la liberazione su cauzione della Meng, accenni di Trump che potrebbe intervenire a favore della stessa, e un pezzo di WSJ in cui si sostiene che la Cina sta riformando l’agenda di “made in China 2025) avevano alimentato progressi superiori a 1.8% per l’S&P 500, ma il movimento si è sgonfiato, senza motivi apparenti, nella seconda parte di seduta, terminando con un pur positivo +0.5%.

L’Asia non si è fatta troppo impressionare dal mezzo flop US. Il newsflow sul fronte Cina USA continua ad essere buono: dal US Soybean Export Council è giunta notizia che i Cinesi hanno ripreso gli acquisti di gran lena (1.5-2 mln di tonnellate nelle ultime 24 ore). Oltre a ciò, crescono le attese per la Central Economic Work Conference che inizia il 19 dicembre. Vista la retorica delle autorità ( vedi sotto ) l’impressione è che assisteremo ad un altro round di stimolo fiscale.
** CHINA CENTRAL BANK GOVERNOR YI GANG SAYS CHINA’S ECONOMIC GROWTH HAS
NEARED POTENTIAL RATE, OVERCAPACITY HAS SIGNIFICANTLY EASED
** CHINA CENTRAL BANK GOVERNOR YI GANG SAYS DOWNWARD PRESSURE ON THE ECONOMY IS INCREASING.
Le performance dei principali indici si collocano tra il +0.15% di Sydney e il + 1.5% di Shenzen.

L’apertura europea ha visto gli indici tenere sostanzialmente i buoni guadagni di ieri, nonostante il ridimensionamento oltreoceano, grazie a qualche colpo sul fronte interno.
Da un lato la vittoria della May nella mozione di sfiducia riduce un po’ le probabilità di una “Hard Brexit”, dall’altro, la comparsa del numero ufficiale del deficit italiano (2.04) ha offerto ulteriore supporto alla carta nazionale.
E poi, oggi era la giornata dell’ECB, e c’era parecchia attesa per vedere come Draghi avrebbe gestito l’annuncio della fine del QE.

Tornando alla Brexit, la May è adesso al riparo da altre mozioni di sfiducia interne (per 12 mesi, secondo la legge), ma è sempre esposta ad una eventuale da parte dell’esposizione. Il fallimento del golpe della parte più radicale del partito rafforza un po’ la sua posizione, ma le probabilità che il parlamento approvi l’accordo con l’EU in assenza di robuste modifiche non aumentano granchè. La situazione resta assai fluida.

Sul fronte italiano, il taglio al deficit è un segnale positivo sul fronte negoziazioni, ma l’EU, che aveva proiettato il deficit al 2.9%, e quindi in base ai suoi calcoli lo vede scendere si e no al 2.5%, potrebbe puntare a ulteriori limature. Non a caso Moscovici ha dichiarato che “ancora non ci siamo”. Andare sotto il 2% potrebbe costare troppo a Salvini e Di Maio, in termini di capitale politico.
Poi, ci sono le obiezioni relative al contenuto della manovra, con Bruxelles particolarmente critica sulla riforma delle pensioni. Il quadro si chiarirà un po’ quando usciranno i dettagli.
A complicare la cosa, le concessioni di Macron ai Gilet Gialli. Per il momento il mercato continua a beneficiare del nuovo clima collaborativo tra le parti, ma  altri dissapori non sono da escludere.

Alle 13.45, l’ECB ha effettivamente annunciato l’arresto del QE (in termini di acquisti netti, il reinvestimento delle revenues continuerà per un periodo esteso dopo il primo rialzo dei tassi). Draghi ha usato toni più cauti sul quadro macro, confermando la fiducia nella ripresa ma indicando che il “bilancio dei rischi si sta spostando al ribasso”. L’approccio si è evidenziato anche nelle projections, con il GDP limato di 0.1% per l’anno prossimo a 1.7% e l’inflazione abbassata del medesimo importo all’1.6%. Il principale motivo per il deterioramento dei dati è indicato nella debolezza della domanda estera, mentre quella interna resta robusta. Draghi ha ravvisato un principio di miglioramento del quadro estero ma difficile da quantificare. Come atteso, il Presidente ECB ha ammesso che all’interno del Governing Council qualcuno ha sollevato la questione rinnovo TLTRO, ma ancora non se ne è discusso formalmente. In ogni caso Draghi è conscio dei fattori che impatteranno sulla liquidità nei prossimi mesi e della necessità di gestirli. Si sta anche ragionando sull’impatto dei tassi bassi sul sistema bancario, ma per ora il bilancio è positivo.
In sostanza, la necessità per l’ECB di fare un passo in direzione della normalizzazione della politica monetaria, nonostante un quadro macro indebolito, è stata barattata con una forward guidance ancora più prudente (sul reinvestimento) e l’accenno alla proroga delle TLTRO, proroga che verrà formalizzata più avanti, per prolungarne l’effetto sulla confidence).

Una performance largamente in linea con le attese, tanto che, a qualche ora dalla conference, sembra difficile scorgerne gli effetti sugli asset. Tassi in lieve calo sulle scadenze brevi e medie della curva tedesca, e in moderato rialzo su quelle più lunghe. Spread in calo per le news sul budget, e € stabile sui livelli di ieri, mentre l’azionario europeo segue i capricci di Wall Street, che ancora non sembra aver deciso cosa fare di questa seduta.

A questo punto, il focus passa sui PMI flash di dicembre, in uscita domani in Giappone, Eurozone e USA. I dati finali di novembre hanno migliorato il quadro offerto da quelli flash, vediamo se la stabilizzazione è continuata.