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La Bank of Canada è la prima banca centrale a prendersi una pausa.

Ieri sera (martedì) Wall Street ha chiuso con un calo marginale (S&P 500 -0.07%, Nasdaq 100 -0.22%) una seduta di consolidamento, dopo aver fatto i massimi da metà dicembre il giorno prima. In calo robusto i rendimenti.
Dopo la chiusura ha riportato il primo peso massimo tech, Microsoft. Li per li il mercato ha festeggiato il “beat” (EPS 2.32$ vs 2.29 atteso) ma poi successivamente la guidance deludente ( link  Microsoft offers lackluster guidance, says new business growth slowed in December) ha prodotto un calo in after market e gravato un po’ sul sentiment. Il rischio è che questo del “beat con guidance debole” diventi un pattern di questa earning season. Tra l’altro, con 96 aziende su 500 che hanno riportato, Bloomberg indica che il 70% ha battuto le stime di EPS, in media del 2.15% e solo il 49% ha battuto quelle di fatturato, di 0.5% in media. In sostanza, numeri più deboli rispetto alle ultime earning season, anche se è presto per tirare le somme.

La seduta asiatica ha continuato ad avere un comportamento impattato dalle chiusure per festività. Oggi ha riaperto Seul, che ha fatto catch up con il rally delle borse occidentali, Tokyo ha performato ancora bene, mentre Mumbai, Sydney e Jakarta hanno fatto male, la prima colpita dal report di Hindenburgh su Adani Group ( link ). Domani dovrebbe riaprire Hong Kong mentre Shanghai, Shenzen, Taiwan restano chiuse tutta la settimana e Vietnam riapre venerdì.
Sul fronte macro, in Australia un CPI di dicembre parecchio sopra attese (8.4% anno su anno da precedente 7.3% e vs stime per 7.7%) ha fatto salire i rendimenti su tutta la curva australiana. Inflazione superiore alle attese anche in Nuova Zelanda nel quarto trimestre 2022, ma di un margine inferiore (1.4% trimestre su trimestre da precedente 2.2% e vs stime per 1.3%). La Banca Centrale tailandese ha alzato i tassi si 25 bps a 1.5% uno dei livelli più bassi del mondo ancora.

La seduta europea ha aperto con un tono opaco, in parte giustificato dalla debolezza dei future USA, penalizzati dal crescente impatto della trimestrale di Microsoft e di altri eccellenti (  link Boeing posts quarterly loss as labor and supply strains overshadow increase in jet demand). Non sembra che, per il momento, la geopolitica stia avendo un impatto, anche se il newsflow sul fronte ucraina sta surriscaldandosi. Infatti il via libera degli USA alla fornitura dei tank Abrams in un “numero significativo” ha indotto la Germania ad autorizzare la Polonia all’invio dei Leopard, che potrebbero essere seguiti da quelli tedeschi, e anche UK e Francia sembrano pronti a contribuire con mezzi, insieme ad altri paesi EU. Esiste un tema di tempistica, che potrebbe essere lunga, ma ovviamente questo tipo di contributo di armi farà poco per attenuare le tensioni. Recentemente la retorica di parte russa si è inasprita, anche se Putin per ora non ha fatto proclami in prima persona.

In mattinata l’IFO tedesco ha più o meno confermato il messaggio dei PMI anche se il miglioramento è marginalmente inferiore alle attese, a causa di una componente corrente in lieve deterioramento.

Nel dettaglio però il report ha mostrato, contrariamente ai PMI, un manifatturiero in progresso e servizi stagnanti, mentre il settore costruzioni continua ad essere depresso. Ironicamente, in mattinata il sentiment si è ulteriormente deteriorato, con gli indici che hanno accumulato passivo, e i rendimenti in robusto calo, nonostante dai membri ECB la retorica abbia continuato ad essere parecchio aggressiva
*ECB’S NAGEL: RATES HAVE TO RISE FURTHER: SPIEGEL
*ECB’S NAGEL: MUSTN’T SOUND ALL CLEAR ON INFLATION TOO SOON
*NAGEL: WOULDN’T BE SURPRISED IF RATES ROSE FURTHER AFTER MARCH
*NAGEL: STILL SEES UPSIDE RISKS TO INFLATION OUTLOOK
*NAGEL: NO REASON TO DIVERT FROM COURSE SET OUT BY LAGARDE
*MAKHLOUF: INFLATION TOO HIGH, ECB DETERMINED TO MEET 2% TARGET
*ECB’S MAKHLOUF: NEED SIMILAR HIKE TO DEC. IN FEB. AND MARCH
*ECB’S VASLE: 50 BPS HIKES AT NEXT TWO MEETINGS APPROPRIATE

Nel primo pomeriggio in US solo le mortgage applications settimanali, che sono rimbalzate ancora un po’ ma restano su livelli storicamente depressi, in particolare l’indice dei rifinanziamenti, in calo del 77% anno su anno e vicino ai  minimi dal 2000, fatti 3 settimane fa, mentre quello legato alle richieste per acquisti casa, più rilevante perchè indice dell’attività immobiliare, è in calo del 39% anno su anno. Domani ci rifaremo con la prima stima del GDP USA del quarto trimestre, e un altrea sfilza di numeri tra cui il PCE i durable goods e le new home sales di dicembre.

Wall Street ha avuto un apertura pesante, con l’S&P 500 rapido ad accumulare perdite ben  superiori al punto percentuale (oltre i 2 punti per il Nasdaq 100).
Alle 16, la Bank of Canada ha alzato i tassi di 25 bps al 4.5% ma ha chiaramente segnalato che ora si prende una pausa per valutare l’impatto di quanto fatto finora sul ciclo canadese.
*BANK OF CANADA RAISES KEY RATE BY 25 BPS TO 4.5%, MATCHING EST.
*BOC ‘EXPECTS TO HOLD’ RATES WHILE IT ASSESSES IMPACT OF HIKES
*CANADIAN INFLATION SEEN FALLING TO 3% BY MIDYEAR AND 2% IN 2024
*FALLING 3-MONTH MEASURES SUGGEST CORE INFLATION HAS PEAKED: BOC
*BOC FLAGS STICKIER SERVICES INFLATION AS BIGGEST UPSIDE RISK
*BOC ‘IS PREPARED’ TO HIKE AGAIN IF NEEDED TO QUELL INFLATION
*ECONOMY REMAINS IN EXCESS DEMAND, LABOR MARKET STILL TIGHT: BOC
*BOC SEES ‘GROWING EVIDENCE’ OF HIKES SLOWING ECONOMIC ACTIVITY
*BOC SEES ‘GROWING EVIDENCE’ OF HIKES SLOWING ECONOMIC ACTIVITY

Più tardi il Governatore BOC Macklem ha chiarito i motivi. Secondo Macklem la pausa è comunque legata e condizionata dagli sviluppi macroeconomici. Alzare troppo comportava il rischio di far calare l’inflazione sotto il target, perchè l’effetto pieno dei rialzi fatti deve ancora affermarsi (Alleluja).
*MACKLEM: RATE PAUSE IS ‘CONDITIONAL ON ECONOMIC DEVELOPMENTS’
*HIKING TOO FAR RISKS UNDERSHOOTING INFLATION TARGET: MACKLEM
*MACKLEM SAYS FULL EFFECT OF HIKES TO DATE ‘IS STILL TO COME’

La mossa della BOC, la prima delle banche centrali del G10 a segnalare apertamente una pausa di valutazione nel tightening (se non mi sbaglio) ha prodotto effetti sui cambi del Dollar block e temporaneamente sui bonds. Successivamente i rendimenti hanno ritracciato i cali in Eurozone e in US e accumulato moderati rialzi. L’impressione personale è che i mercati obbligazionari siano chiusi tra 2 forze contrapposte. Da un lato un quadro macro che, in particolare in US, da segnali di debolezza, mentre in Europa è più robusto ma con gas in calo e attese di inflazione in significativo rientro. Dall’altro l’incombere dei meeting di Fed ed ECB, entrambe  hawkish e proponenti scenari più aggressivi di quanto scontato dai rispettivi mercati. Da qui il nervosismo dei bonds e le oscillazioni violente e apparentemente erratiche di questi giorni. Dubito che avremo una stabilizzazione prima dei citati meeting.
Wall Street ha fatto i minimi a metà pomeriggio e poi ha iniziato un progressivo recupero. Questo ha permesso agli indici europei, più resilienti nel corso di tutta la seduta, di recuperare e chiudere con perdite trascurabili. Detto dei rendimenti, l’€ sta terminando sopra 1.09 vs $.  Tra le commodity debole il gas, invariato il petrolio e bene metalli preziosi e industriali.
Dopo la chiusura Wall Street ha proseguito il recupero e al momento l’S&P 500 cede meno di mezzo punto a fronte dell1.7% ceduto a 2 ore dall’inizio della seduta. I rendimenti treasury d’altronde sono stati spinti al ribasso da un altra asta molto forte, quella del 5 anni treasury.  Infatti il bid to cover è terminato ai massimi dall’ agosto 2020 e il rendimento d’asta è uscito 2 basis points sotto quello del secondario. Niente male considerando che si tratta di un 3.53%, 120 bps sotto i Fed Funds che si apprestano a salire di altri 25 bps tra una settimana.