Sollievo sui mercati grazie alla ripresa delle trattative tra Cina e USA.

Un Ferragosto decisamente burrascoso, quello di ieri sui mercati.
Dopo una partenza timidamente positiva, gli indici azionari si sono progressivamente avvitati, ignorando una Lira turca in ripresa.
Tra i driver del movimento possiamo  elencare:
** La trimestrale deludente del colosso dell e-bisiness Tencent, giunta tempestivamente a mettere altra pressione all’azionario cinese e alla tecnologia in generale.
** una seduta decisamente difficile  per gli emergenti, messi alla frusta dalla recente forza del $, e dalla debolezza delle commodities (rame in particolare)
** L’effetto compressione sui tassi ha imposto ulteriore dazio ai settori bancari.
La chiusura della borsa italiana per festività  ha forse contribuito alla reazione negativa in europa,  riducendo la liquidità del mercato e facendo mancare ai titoli di stato italiani il sostegno degli operatori nazionali. Ignorata  l’ulteriore accelerazione dei prezzi delle case  in Cina a luglio, mentre i buoni dati US (Empire manufacturing agosto sopra attese, e  retail  sales a loro volta sopra  stime anche se con revisione al  ribasso di giugno) hanno forse avuto un ruolo nel recupero finale  di Wall Street, che ha chiuso con perdite (-0.75%) pari a meno della metà di quelle europee.

Il recupero del  sentiment è continuato stanotte, principalmente grazie alla notizia,  riportata da  Bloomberg, che le negoziazioni tra Cina e USA sul trade dovrebbero ricominciare a fine agosto. Infatti, su invito di Washington, il Vice Ministro per il Commercio cinese Wang dovrebbe guidare una delegazione che incontrerà il Sottosegretario per gli affari internazionali USA David Malpass. I primi commenti su quest’incontro sono generalmente inclini allo scetticismo. E’ ancora fresco nella memoria il fallimento dei precedenti colloqui, e il fatto che le delegazioni siano composte di seconde linee (low level, li definisce Bloomberg) non è considersto granchè incoraggiante.
Personalmente, lo ritengo un segnale nella direzione giusta. Intanto, sono stato a lungo dell’idea che il vero scopo dell’aggressività di Trump fosse di ottenere un accordo da sventolare in faccia all’elettorato in campagna elettorale prima delle midterm elections, ma l’assenza di segni di disgelo iniziava a farmi dubitare. Con le Midterm a novembre, in agosto sembra la data ideale per iniziare le  trattative. Il fatto che siano condotte da  seconde  linee non mi pare deponga cosi male. Non è inconsueto che nelle trattative difficili siano i luogotenenti a preparare il terreno e smussare gli spigoli,  per  poi lasciare ai leaders le  strette di mano. Per cui, la  cautela è d’obbligo, ma non dismetterei cosi rapidamente questa notizia.
Gli investitori cinesi non concordano con questa view,  a quanto pare, visto che Shanghai e HSCEI hanno stanotte aggiunto alle perdite di ieri. Nemmeno il brusco stop messo dalla PBOC al calo dello Yuan ha sortito  particolari effetti benefici. Vedremo domani se avremo una qualche forma di reazione ritardata.
Debolucce anche il  resto  delle  principali piazze asiatiche. Ma bisogna ricordare che la carneficina di ieri è iniziata ben dopo la chiusura della maggior parte di esse.

L’apertura europea ha visto gli indici risentire positivamente delle news sul trade. Gli indici hanno aperto in recupero, conservando il segno più anche a fronte di qualche presa di beneficio. Unica eccezione, Piazza Affari, che ieri era chiusa e quindi doveva fare catch up con la  performance degli altri indici, ed inoltre è stata zavorrata dal -20% di Atlantia, stroncata dalla prospettiva di una revoca della concessione.
In una mattinata povera di dati macro, i btp hanno ritrovato la domanda degli operatori nazionali, e, complice un mood un po’ più costruttivo che ha levato un po’ di supporto al bund, lo spread ha ceduto un po’ di basis points. Con l’asta di metà mese sospesa, e l’issuance netta negativa a agosto e settembre, avrebbe senso attendersi un po’ di recupero dalla carta nazionale, se il sentiment positivo tiene. Il principale ostacolo è la cascata di catalyst negativi costituita dal dibattito sul budget (e dintorni), caratterizzato dai continui attacchi ai vincoli di bilancio da parte di esponenti della maggioranza. Una pausa su questo fronte è precondizione per qualunque tipo di sollievo.

Più frizzante il calendario macro USA, dove per la verità, abbiamo  avuto più ombre che luci. Il  Philly Fed di Agosto ha deluso (11.9 da prec 25.7 e vs attese per 22), mostrando cali marcati nei principali sottoindici. In rialzo però le aspettative di business a 6 mesi. Deludenti anche i nuovi cantieri di luglio, che hanno mostrato un rimbalzo modestissimo. Leggermente meglio i permessi di costruzione, che depongono un po’ meglio per  i mesi a venire. Sempre ultra tirato il mercato del lavoro che appare dai sussidi settimanali alla disoccupazione.
Sempre relativamente al ciclo US, mi ha colpito il report di luglio del Cass Transportation Index,  in cui si mostra come l’accelerazione dei carichi abbia raggiunto la doppia cifra anno su anno (+10.2%) per la  prima volta da  inizio serie nel 2005.


Un segnale sicuramente confortante sullo stato della prima economia mondiale.

C’era una certa attesa anche per la conference call del Ministro delle Finanze Turco Albayrak con gli investitori. I report segnalano che la Turchia non adotterà controlli sui capitali, ma si impegna a attuare una politica fiscale più restrittiva e a tagliare la  spesa  pubblica. Le politiche adottate raffredderanno il ciclo locale secondo Albayrak. Sta di fatto che la lira turca ha continuato a recuperare  oggi e scambia al momento il 20% sopra i minimi di martedi.

Su un sentiment già in discreto  miglioramento, hanno avuto un impatto positivo le dichiarazioni di Kudlow. Il capo del  National Economic Council e primo advisor della Casa Bianca ha confermato a CNBC che a fine mese riprenderanno le trattative con la Cina, e, in un ulteriore spunto ottimista sul trade ha dichiarato che un accordo col Messico “è vicino”.
Cosi Wall Street ha ripreso solidamente la via del rialzo, e al momento recupera, con gli interessi, le perdite di ieri. Meno evidente l’U-turn del  sentiment nell’azionario europeo, il cui rimbalzo si ferma ad una frazione del calo di ieri. In recupero l’€, in virtù della recente correlazione positiva col sentiment. Pressioni rialziste sui rendimenti treasury e europa core. Su questi ultimi c’è parecchia strada da fare, a mio modo di vedere, dovesse il sentiment tenere.