Segnali di distensione dalla Cina, e il mercato azionario respira

NB oggi pezzo sintetico perchè un imprevista necessità di aggiornamento della mia workstation mi ha tenuto lontano dal desk per oltre metà giornata (e non è finita!)

Ieri sera a Wall Street è finita in gloria, con l’S&P su di 0.65% e le small caps del Russell 2000 a +1.4%. Nessun motivo specifico, al di la della forza del settore oil per il rimbalzo del petrolio (scorte EIA in forte calo) e il rimbalzo del Russell sul supporto indicato ieri.
Stanotte però il clima era tornato un po’ più riflessivo:
** Mnuchin ha accennato che l’US trade representative si aspetta una visita della delegazione cinese, ma non ha confermato i colloqui di settembre. Il Segretario del Tesoro ha aggiunto che ci dovrà essere una discussione separata sul cambio
** Navarro ha dichiarato che l’ottimismo sul fronte trade “non è ne giustificato ne ingiustificato, ma a metà strada” e che comunque la complessità dei problemi e i cambi strutturali che la Cina deve fare rendono improbabile una soluzione a breve. Ha aggiunto che la Fed “deve fare il suo mestiere e tagliare i tassi nei prossimi 2 mesi”.
** Mnuchin ieri sera ha pure dichiarato che il Tesoro starebbe seriamente considerando l’emissione di bonds ultra long (50/100 anni). La notizia ha fatto rimbalzare i tassi un po’ e, nel processo la curva USA si è leggermente disinvertita, un fenomeno che forse il Segretario del Tesoro ricercava con le sue esternazioni. Ma l’effetto è stato assai effimero e i tassi sono tornati a comprimersi sui livelli pre news. La domanda di bonds resta più forte che mai.
Ciò ha reso un po’ più incerto il clima in Asia stanotte, rispetto a quanto implicato dal tono di ieri, con i principali indici a mostrare variazioni modeste.

La seduta europea è iniziata con questo tono opaco, ma poco dopo l’apertura, dalla Cina sono arrivati segnali assai più costruttivi rispetto al recente passato.
** MOFCOM’S GAO: CHINA, U.S. ARE IN EFFECTIVE CONTACT
**GAO: CHINA HAS AMPLE RETALIATION TOOLS TO RESPOND TO NEW TARIFF BUT CHINA THINKS SHOULD DISCUSS REMOVING THE NEW TARIFFS
**GAO: CHINA-U.S. DISCUSSING ABOUT VISIT TO U.S. IN SEPT.
L’interpretazione, data anche da Bloomberg, e che Pechino spera di evitare l’escalation e hanno (per ora) scelto di non replicare alla nuova razione di dazi di Trump.
Il fatto che il cambio di tono arrivi dalle Autorità cinesi, tipicamente meno erratiche di Trump nelle loro tattiche negoziali, rende più credibile la distensione e aumenta la possibilità che a Settembre si raggiunga un’altra tregua.
La reazione è stata immediata, con l’azionario passato rapidamente in positivo, i tassi in moderato rialzo su entrambe le sponde dell’oceano, e un modesto supporto al $.
Sul fronte italiano, l’incarico a Conte ha dato ulteriore forza agli asset nazionali, col BTP in forte domanda in mattinata (a cavallo dell’asta il rendimento ha toccato 0.92%) e Piazza Affari in corsa, trainata dalle banche nazionali. Relativamente all’asta, il 5 anni è stato emesso a 0.32% di rendimento e il 10 anni a 0.96%.
Sul fronte macro moderata sorpresa positiva per il GDP francese del secondo trimestre, alla sua stima finale. Più debole delle attese il CPi tedesco di agosto.

Su queste basi siamo arrivati a metà seduta con i mercati ben sostenuti, e lo spread in forte calo.
Nel, pomeriggio in US era prevista la seconda lettura del GDP USA del secondo trimestre, che ha limato di uno 0.1% a 2% il numero, come da attese. Nel dettaglio i consumi sono stati ulteriormente alzati (ad un ritmo a mio parere insostenibile che implicherà un rallentamento a Q3) mentre la spesa pubblica ha pesato negativamente. Deboli anche i prezzi.
Trump ha accolto da par suo le aperture cinesi, dichiarando che la Cina vuole un accordo e in qualche maniera “deve” averlo. Vi saranno colloqui giovedì tra le parti. Ciò ha eventualmente alimentato attese che i famosi dazi potrebbero venire rinviati. E su questo i mercati hanno rotto gli indugi e accelerato ulteriormente al rialzo.
Vi è stato anche un mini shock sui tassi, quando il Governatore della Banca Centrale olandese Knot ha dichiarato che un nuovo QE non è ancora necessario, in questa fase. I tassi e l’Euro hanno fatto un piccolo balzo e il risk appetite si è preso una pausa. Ma è noto che Knot, insieme a Weidmann ed eventualmente Nowotny (che verrà sostituito a giorni) sono di quest’opinione. Ma sono in minoranza nel Governing Council. Così i movimenti sono rapidamente evaporati, anche se i tassi in generale hanno mantenuto la tendenza a salire, a causa del buon sentiment di mercato.
L’europa chiude quindi finalmente una seduta largamente positiva, con gli indici in forte guadagno, Italia e Banche italiane sugli scudi, anche se la discesa dell’€ ricorda che in larga parte sono attese di ulteriori stimoli monetari a supportare i mercati. Sul btp sono comparse prese di beneficio dopo l’asta, che però non sono risultate sufficienti ad azzerare il calo dei rendimenti, mentre l’aumento di quelli tedeschi rende corposo il calo dello spread.
Wall Street saluta al momento il calo della tensione sul trade con un altro bel progresso, che porta l’S&P500 nella parte alta del recente range, sui livelli precedenti l’escalation decisa da Trump in seguito alla rappresaglia cinese.
Che dire delle prospettive di questo cambio di atteggiamento tra le parti e dell’impatto sui mercati?
E’ in effetti possibile che Cina ed USa addivengano ad una nuova tregua, visto che Trump è evidentemente assai preoccupato dall’impatto sui mercati delle sue sparate, e Pechino non ha molto da perdere a mostrarsi ragionevole. Ma che credibilità può avere un nuovo cessate il fuoco, vista la fine che hanno fatto i precedenti? Ormai è chiaro che i contrasti tra le parti non sono facilmente risolvibili, che i Cinesi fanno resistenza su molte delle richieste USA, e che le opinioni pubbliche nei rispettivi popoli si sono radicalizzate.
E’ evidente che le ricoperture di chi ha scaricato in seguito al peggioramento del quadro la scorsa settimana hanno un ruolo importante nel recupero di queste ore, ed in più ci sono sistemi di trading algoritmici e altri operatori fast market, che non fanno questioni di sostenibilità dei movimenti, ma reagiscono automaticamente al newsflow.
Ma l’economia è una bestia diversa, e le aziende non prendono decisioni di investimento, e di modifica delle catene produttive, sulla base di oscillazioni di breve della narrativa. In questo senso, l’ennesima tregua potrà rasserenare un po’ i mercati nel breve, ma non può evitare che gran parte degli effetti dello scontro si producano sull’economia globale. E infatti gli effetti si cominciano a notare, in particolare sul ciclo USA.
Per cui non escludo che la fase positiva possa durare ancora qualche giorno, se i mercati riescono ad aver ragione delle resistenze (2940-50 per l’S&P 500), ma dubito, allo stato attuale, che si possa andare oltre movimenti di breve respiro, e ritengo che il mercato resterà volatile, anche se l’appropinquarsi delle riunioni di Fed e ECB (12 e 18 settembre) offrirà supporto.