Rimbalza l’azionario, continua la rotazione verso i settori ciclici e favoriti dalla normalizzazione

Scherzo da prete di Wall Street ieri sera, che dopo aver mostrato perdite di 1.8% sull’S&P 500, e 3.5% sul Nasdaq 100, ha chiuso rispettivamente +0.13% e -0.22%. Nel primo caso la serie di sedute negative si è fermata a 5, nel secondo è proseguita, ma  ovviamente l’entità è un quindicesimo di quello che era a mezz’ora dall’apertura.
La risk aversion si è però ripresentata prontamente in Asia, con tutte le principali borse in pesante rosso. Francamente, è difficile indicare un fattore specifico per questa marcata debolezza, particolarmente incentrata sul China complex (“A” e “H” shares in calo tra il 2 e il 3%, Taiwan -1.4%). La verità è che i fattori sembrano gli stessi osservati in occidente, con i tassi in  rialzo in US presi a scusa per diffuse prese di beneficio sui temi dominanti fino a poco fa (L’indice tecnologico cinese Chinext -3.37% anche oggi, -12% a 5 giorni). Certo, a  Hong Kong  può aver pesato la proposta di  alzare l’imposta di bollo (dal 0.1% al 0.13%, sai che roba). Naturalmente, i futures azionari USA ed Europa hanno seguito il sentiment, accumulando un po’ di perdite.

Sul fronte contagi la situazione presenta qualche preoccupazione, in particolare in Europa, dove si notano nascenti trend di recupero in Francia, Olanda, Italia e Germania (vedi figura courtesy of DB).

Per il momento i trend sono appena accennati (vedi sotto la figura courtesy of Our World in Data), ma purtroppo visto come siamo indietro con i vaccini, con i paesi citati che arrancano attorno al 5% di popolazione vaccinata, si fa in tempo eventualmente a peggiorare.

Non sorprende che ovunque si parli di lockdown localizzati, e misure protettive alle frontiere.
Nei paesi anglosassoni tutt’altra musica. Dopo il programma di riapertura di Johnson in UK, ieri anche in US Fauci ha dichiarato che la CDC potrebbe varare dei protocolli dedicati a chi è stato già vaccinato (attorno al 13/14% della popolazione USA ha preso almeno una dose).
Riguardo l’offerta di vaccini, pare che Astra Zeneca abbia annunciato ulteriori cali di consegne nel secondo trimestre ( link ). Ma su questo produttore il problema è  un altro, ovvero la  riluttanza della popolazione ad accettarlo, e il fatto che viene erogato solo a gente giovane, segno che anche le  autorità sanitarie si fidano poco. Per cui il rallentamento delle consegne è l’ultimo dei problemi, apparentemente. Apparentemente le dinamiche nei paesi anglosassoni hanno il sopravvento nel focus degli investitori, visto che la rotazione a favore dei settori più penalizzati dai lockdown continua con ogni sentiment.

Su fronte stimolo, non c’è molto da aggiungere a quanto detto ieri. Si dovrebbe votare o venerdì o sabato alla Camera ( link ), e poi la prossima settimana in Senato si vedrà  se, e quanto, del piano verrà considerato estraneo alla Budget Reconciliation.  Apparentemente nessuno dei Republicani voterà a favore e quindi vi è anche un problema per i 2 Senatori Dem che si oppongono all’aumento del salario minimo. In ogni caso l’estensione dei sussidi di disoccupazione scade il  14 marzo e quindi entro quella data è probabile che un piano, con o senza salario minimo, ma con gli assegni da 1400 Dollari a tutti gli Americani con reddito sotto i 75.000 $, vedrà la luce. Nel breve, questo è un driver rilevante per il mercato azionario. Poi, il Portavoce dei Democratici al  Senato Schumer ha dichiarato che l’amministrazione Biden varerà un nuovo  piano di stimolo poco dopo l’approvazione di questo (anche se questa ulteriore misura probabilmente conterrà aumenti alla corporate tax e forse ai capital gains a parziale copertura delle spese). Questa è l’aria che tira in USA in questo periodo.

La pesante risk aversion che ha caratterizzato la seduta asiatica si è riassorbita con l’apertura europea. Dopo una fase incerta iniziale gli indici azionari hanno accumulato un po’ di progressi, trainati dalle banche, e da tutti quei titoli e settori che beneficiano delle riaperture come turismo, shipping, Resources, Energy etc. Sempre opachi invece tech e i settori sensibili ai tassi di interesse, come utilities, telecoms etc.

Già,  perche i tassi,  che avevano iniziato la  giornata composti, hanno successivamente preso ad aumentare costantemente, in reazione al sentiment positivo. La faccenda è stata snobbata dall’azionario fino a metà giornata, quando il treasury 10 anni ha varcato la soglia dell’1.4%. A quel punto sono ripartite le fibrillazioni. L’azionario ha cancellato i guadagni, e il tech è andato in negativo trascinandovi i futures USA. Il Dollaro ha accumulato progressi. I metalli preziosi hanno ceduto, con l’oro nuovamente sotto 1.800$. E gli spreads hanno reagito all’aumento di volatilità allargando, con il BTP che ha accusato anche i 6.5 bln di aste di domani (5y e CCT), tornando a toccare quota 100 di spread.
La fase è durata fino a poco dopo l’apertura USA, in una riedizione addomesticata di quanto visto ieri. Dopodichè i rendimenti hanno invertito la marcia, portandosi via i relativi spasmi.
In una seduta povera di dati macro, alla stabilizzazione dei bonds ha eventualmente contribuito la seconda versione della testimonianza di Powell,  questa volta  al House Financial Services Committee . A fronte di un discorso invariato, nei commenti il Presidente Fed ha trovato forse alcune frasi che il mercato ha apparentemente  giudicato confortanti.
*POWELL: U.S. HAS 10 MLN FEWER PEOPLE WORKING THAN A YEAR AGO
*POWELL: THERE’S A LOT OF SLACK IN THE LABOR MARKET
*POWELL: WE WANT INFLATION EXPECTATIONS ANCHORED AT 2% NOT BELOW
*POWELL: EXPECT HIGHER INFLATION BUT NOT LARGE, PERSISTENT MOVE
*POWELL: WE HAVE TOOLS TO DEAL WITH UNWANTED HIGHER INFLATION
*POWELL: ONE-TIME PRICE RISES DON’T NECESSARILY SPUR INFLATION
*POWELL SAYS BOND-BUYING WILL CONTINUE AT CURRENT PACE UNTIL SEE ACTUAL DATA MOVING CLOSER TO INFLATION, EMPLOYMENT GOALS
*POWELL SAYS GUIDANCE TELLS MARKETS CLEARLY WHEN WE WILL TAPER BOND BUYS, AND RAISE RATES
*POWELL SAYS INFLATION DYNAMICS DON’T TEND TO CHANGE OVERNIGHT

Anche il membro Fed Brainard ha sparato qualche salva  al mercato dei bonds nel  suo discorso
*BRAINARD: INFLATION `REMAINS VERY LOW,’ EXPECTATIONS PICKED UP
*BRAINARD: MAY SEE SOME TRANSITORY INFLATION ON VACCINE SPREAD
*BRAINARD: MONETARY POLICY WON’T REACT TO TRANSITORY INFLATION

Insomma,  se c’era ancora bisogno, la Fed, attraverso i suoi membri, ha chiarito ancora una volta che eventuali aumenti dell’inflazione che si vedranno a breve, a causa di effetti base, o brusca ripresa della domanda in alcuni settori vittime del lockdown, non verranno giudicati sufficienti a modificare la stance. Eventuali future mosse verranno segnalate con ampio anticipo. Questo forse non impedirà alle parti lunghe delle curve di andare a prezzare aumenti futuri dell’inflazione. Ma la parte breve e media dovrebbe restare ostaggio della guidance FED, e comunque i tassi reali, che sono i veri arbitri delle condizioni finanziarie, nel breve resteranno ampiamente negativi.
Per quanto tempo potrà tenere a bada la curva dei tassi USA (dai 5 anni in su) questa versione? Non lo sappiamo. Ma nel breve il  repricing è stato signifivativo: 25 bps da inizio anno sul 5y, quasi 50 bps sul 10y e  quasi 60 sul 30y. Vi è parecchio ipervenduto e il sentiment è molto teso sui bonds.  Ulteriori marcati rialzi dei rendimenti si dovrebbero avere solo a seguito di chiari miglioramenti del quadro macro.  Viceversa, potremmo consolidare un po’ su questi livelli, e forse i tassi per un po’ cesseranno di essere un elemento di disturbo.

Le chiusure europee vedono i principali indici mettere a segno recuperi moderati (ad eccezione del Dax, che sale di 0.8%). I temi restano quelli illustrati stamattina, con banche, risorse, trasporti turismo a trainare e difensivi e tech a inseguire. Una buona misura del particolare appetito del mercato la da la circostanza che il tradizionalissimo DOW Jones ha fatto i nuovi massimi (significativi), mentre il Nasdaq 100 dista ancora oltre il 4% dai suoi. Messaggio reiterato dalle commodities cicliche come rame e petrolio, fortissime, mentre i preziosi arrancano (argento meglio dell’oro, per i suoi utilizzi industriali). I rendimenti dei bonds salgono, ma non quanto facevano nel primo pomeriggio. Lo spread chiude di nuovo a 100, in attesa delle aste di domani. Il rimbalzo di Bitcoin si è ridotto ad un 2%, dopo il calo del 12% di ieri. Stabili i principali cross, tranne lo Yen che cede.
Dopo la chiusura europea Wall Street ha ulteriormente accentuato i guadagni, opportunamente guidata dal Russell 2000 Small Cap (+2%) e con il Nasdaq 100 a mostrare un progresso di un quinto (+0.4%). Cambia la direzione ma la rotazione resta quella dei giorni scorsi. Non a caso il Momentum index citato ieri cede un altro 3%.