Prosegue la fase di risk aversion legata a epidemia ed elezioni

La debacle di Wall Street ieri (-1.86%, peggior seduta da 1 mese per l’S&P 500, nonostante il “recuperino” finale) non ha granchè impressionato l’Asia stanotte. La peggior performance, tra i principali indici, l’ha messa a segno Sydney, senza un motivo particolare, al di la della recente fragilità dell’azionario locale (quarto calo di seguito), mentre anche le “H” shares cinesi, ieri chiuse a causa della festività a Hong Kong hanno corretto. Il resto delle piazze ha mostrato cedimenti modesti, mentre le “A” shares cinesi e Mumbai hanno messo a segno progressi.
Uno dei motivi per tanta compostezza è forse da ricercarsi nella moderata incidenza di casi in questa fase di difficoltà dei paesi occidentali. Cina, Corea, Giappone e altri stati asiatici mostrano un quadro benigno, mentre la vituperata India vede i casi giornalieri scendere da inizio settembre, ed è su numeri meno della metà del picco, anche se è doveroso osservare che è ancora nella parte calante della prima ondata. Dal consueto schema di DB si nota quanto è scesa nel ranking, e chi guida la classifica del numero di casi (media mobile a 7 gg su 10.000 abitanti), dove l’Italia sta recuperando posizioni.

il sentiment si è giovato anche della trimestrale di HSBC, che ha riportato meglio delle attese, ridotto gli accantonamenti per perdite da crediti e annunciato l’intenzione di pagare un dividendo “conservativo” nel 2021, se il regulator lo consente. Viceversa, la notizia che Mc Connell ha aggiornato il Senato al 9 Novembre ( link ) cancellando di fatto la possibilità di un approvazione di stimolo fiscale pre elezioni, non ha disturbato più di tanto il mood, con i futures a Wall Street in moderato rimbalzo.

Ci ha pensato l’Europa a riportare il malumore, con gli indici ad accumulare significativi ribassi appena dopo l’apertura. Chiaramente, da noi la questione Coronavirus ha ben altra attenzione in questa fase, per buoni motivi (vedi tabella sopra) e il trend di implementazione di misure di contenimento è nel pieno: Ieri sono entrate in vigore nuove regole in Italia, in Spagna lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 9 maggio, in Germania la Merkel sta pensando a un “lockdown light” (*GERMANY’S SCHOLZ SAYS QUICK, DECISIVE STEPS NEEDED TO HALT NEW WAVE OF INFECTIONS, SAYS EXTRA MEASURES SHOULD BE TARGETED, TEMPORARY AND FOCUSED, IDEALLY APPLY NATIONWIDE), e indiscrezioni rivelano che in Francia Macron vuole optare per un lockdown nazionale, perchè i coprifuoco regionali hanno fallito (*MACRON CONSIDERING NATIONWIDE LOCKDOWN BECAUSE CURFEWS HAVE FAILED TO STOP VIRUS SPREAD – LE FIGARO).

Questi provvedimenti vanno e andranno a impattare su un’attività economica continentale che già a settembre/ottobre stava dando segnali di indebolimento (il PMI composite Eurozone è tornato sotto 50  a ottobre per la prima volta da giugno).
Non bastasse, la lending survey ECB di ottobre ( link ) ha mostrato che, negli ultimi 3 mesi la percentuale netta di banche europee che hanno inasprito i lending standards ad aziende e consumatori è risultata la più elevata dal 2011, con un 19% netto sui prestiti alle aziende, un 20% ai consumatori e un 9% su altre forme di credito a privati. Certo l’erogazione del credito a settembre è rimasta robusta (+7.1% anno su anno alle aziende, +3.1% ai consumatori) supportata dagli incentivi come le garanzie. ma l’inasprimento delle condizioni di credito non depone bene ed è “food for thought” per l’ECB dopodomani.
L’azionario Eu ha fatto un minimo relativo verso metà mattinata, per poi recuperare compostezza andando verso l’apertura USA. I bonds europei hanno mantenuto la tendenza al calo dei rendimenti, mentre l’€ ha restituito l’iniziale rimbalzo senza però accumulare altri cali vs $.

In US, ormai eliminato il tema dell’accordo pre elettorale sullo stimolo, nonostante gli spiragli tenuti aperti dalla Casa Bianca (WHITE HOUSE PRESS SECRETARY SAYS CHANCES FOR CORONAVIRUS RELIEF DEAL BEFORE ELECTION DAY ARE SLIM -FOX BUSINESS NETWORK )si è tornati a guardare unicamente al 3 Novembre.
Trump ha incassato la nomina del giudice Barrett alla Corte Suprema, che porta il bilancio a 6 conservatori contro 3 progressisti. In questo senso, la Corte dovrebbe – in teoria – essere una discreta alleata in caso di contestazioni sul risultato elettorale.
Ciò detto, il vantaggio di Biden nei sondaggi si è un po’ assottigliato, ma continua a porlo, in teoria, al di la di un possibile errore del tipo di quello che ha prodotto la sconfitta della Clinton. In questo senso, è interessante questo pezzo di 538.com ( link ) in cui si osserva che in molti swing states il margine di Biden è significativamente superiore all’entità dei recuperi operati da Trump 4 anni fa. In Pennsilvanya, no. Ma la presa di quest’ultima, da sola, non offre a Trump particolari chanches.
Personalmente, aggiungerei un’osservazione. L’incertezza in quest’elezione poggia in larghissima parte sulla possibilità che il quadro dipinto dai sondaggi si dimostri ancora più errato di quello del 2016. Nessuno, praticamente, si aspetta che invece Trump possa essere sovrastimato dai sondaggi, probabilmente anche perchè ciò implicherebbe un consenso troppo basso per il Presidente. Eppure i sondaggisti hanno avuto ben 4 anni per riflettere sulla sottostima di “The Donald” nel 2016, e probabilmente sono preoccupati di un simile errore, come e più del pubblico. E’ così assurdo pensare che possano aver tarato le loro elaborazioni in maniera da ridurre l’errore, e che i più zelanti abbiano esagerato? Ai posteri l’ardua sentenza.
Tra i fatti su cui possiamo basare le nostre ipotesi, in questi ultimi giorni, oltre ai sondaggi consultabili su 538.com, Realclear Politics etc, abbiamo che, a una settimana dall’election day, hanno già votato quasi 60 milioni di Americani. Tra questi vi è un elevato numero di votanti ” nuovi”, o che votano raramente. Statistiche che sanno di mobilitazione. Da parte di chi? Trumpiani determinati a supportarlo o elettori solitamente disinteressati che però non vogliono altri 4 anni di The Donald? Io propendo leggermente per la seconda, perchè enormi percentuali di “early voters” si notano in alcuni swing states come la Florida (60%) e North Carolina (65%), e votare in anticipo è una caratteristica dei Democratici.
Continuo a pensare che in quest’occasione i sondaggi si dimostreranno più efficaci che 4 anni fà, e Trump sarà il primo Presidente a mancare la rielezione dai tempi di Bush senior.

Lontano dai riflettori, sul fronte macro il tono delle news continua ad essere in aggregato migliore in US, rispetto all’ Europa:
** I durables goods orders di settembre hanno sorpreso in positivo, con revisioni al rialzo anche dei dati di agosto. Il dato depurato delle componenti volatili sale dell’1% da precedente +2.1% e vs stime per +0.5%.
** il Richmond Fed manufacturing di ottobre ha fracassato le stime (29 da 21 e vs attese per 18)
** La Consumer Confidence di ottobre, invece, è calata marginalmente (100.9 da 101.8 e vs attese per 102) a causa di un robusto ridimensionamento delle attese (-5.6 punti a 98).

I mercati non se ne sono dati per inteso: Wall Street ha continuato a oscillare attorno alla parità, con il Nasdaq e gli “stay at home business” a tirare in una direzione, e ciclici e banche a tirare dall’altra, a dimostrazione che anche qui il coronavirus fa paura, nonostante la maggior resilience dell’economia.
In Europa, invece, il rimbalzo di metà giornata si è affievolito, e gli indici hanno chiuso nuovamente in significativo rosso, con l’Eurostoxx 50 ai minimi da inizio giugno. Il quadro tecnico non indica nulla di buono (vedi figura sotto), ma qui i grafici più importanti sono al momento quelli del contagio, e non sono molto costruttivi nemmeno quelli.
Sono da poco usciti i numeri francesi e il newsflow accompagnatorio non fa che aumentare la tensione:
** FRANCE REPORTS 33,147 NEW CORONAVIRUS CASES IN PAST 24 HOURS (v 26,771 prior and 20,468 last Tuesday)
**FRANCE REPORTS 523 CORONAVIRUS DEATHS, MOST SINCE APRIL 22 -Bbg
**FRENCH GOVERNMENT SPOKESMAN SAYS IN TWO WEEKS WE COULD SEE SAME NUMBER OF PEOPLE IN ICU AS AT THE PEAK OF THE FIRST WAVE
**FRENCH GOVERNMENT IS ENVISAGING A MONTH-LONG NATIONAL LOCKDOWN TO COMBAT CORONAVIRUS PANDEMIC WHICH COULD TAKE EFFECT FROM MIDNIGHT ON THURSDAY – BFM TV

In calo i rendimenti, e stabile il cambio. Tra le commodities, in spolvero il petrolio per l’impatto ella tempesta tropicale Zeta sulla produzione del Golfo del Messico, e in moderato recupero l’oro.