Lampi di Colore

Lampi di Colore 119

NB Oggi nota sintetica causa numerosi impegni

Il mini spunto finale di Wall Street ieri sera è stato cancellato, dopo la chiusura, dalla trimestrale deludente di Apple. Il colosso del  tech, che rappresenta da  solo  oltre il 10% del Nasdaq 100, ha missato le stime di EPS e fatturato,  ma soprattutto pubblicato una guidance deludente, che gli è valsa un -8% in after market (diventato un più benigno -6% al momento).

Il flop di Apple ha contribuito ad un altra seduta asiatica uggiosa, visto l’indotto su borse ad alto contenuto tecnologico come Taiwan, Seul e Tokyo. In Giappone si continua a guardare con apprensione al meeting BOJ di stanotte. L’Ex membro del Board della Banca Centrale Nakahara ha dichiarato che Kuroda dovrebbe attendere, il che ha ulteriormente innervosito gli investitori locali. Tra l’altro stanotte esce anche una raffica di dati macro (CPI, occupazione, produzione industriale e retail sales di marzo) che fornirà utili spunti per la decisione.

In Cina, industrial profits di marzo stellari (+11.1% anno su anno da prec -4.7%) sono stati ignorati, mentre l’attenzione si è catalizzata sulla  violenta correzione di alcuni contratti futures sulle commodities (iron ore e carbone), dopo che le  autorità hanno ulteriormente inasprito le misure per contenere la speculazione.

La mattinata europea ha avuto un andamento simile  a ieri, con uno spunto iniziale favorito da risultati decenti (Barclays, Total e Adidas) per poi ritracciare successivamente attestandosi intorno all’invariato. Rispetto a ieri è mancata la forza del settore  bancario, mentre Energy, Utilities e sorprendentemente (vista Apple) Tech hanno sostenuto il mercato.

L’ECB ha pubblicato gli aggregati monetari di marzo, che hanno mostrato un ulteriore espansione del lending al settore privato, sebbene a macchia di leopardo. Nell’ultimo mese è rimasto fermo il settore aziende (che però figura meglio nel primo trimestre 2016 con un +1% YoY) ed è cresciuto il credito ai consumatori, puntellato dai mutui. Dal punto di vista geografico la periferia europea continua a faticare più della core Europe.

Sempre sul fronte politica monetaria, il  Sole ha pubblicato una lunga intervista a Coeure, che ha toccato vari punti. Personalmente, non mi è sfuggita la conferma del cambio di orientamento sul cambio, laddove Coeure ha dichiarato che l’€ viene da una robusta svalutazione e sui livelli attuali non costituisce un ostacolo alla politica monetaria. L’importante è che non vi sia una robusta rivalutazione.
Insomma, ora si persegue la stabilità.

Nel  pomeriggio, i primi dati decenti in US da un po’ di tempo a questa parte. Il goods trade balance di marzo è uscito assai sotto attese grazie ad una robusta contrazione delle importazioni e ciò migliora un po’ il quadro asfittico del GDP del primo trimestre. E le Pending home sales di marzo  hanno sorpreso  in positivo. Tanto per complicare ancora un po’ il  quadro per il  FOMC, riunito  da ieri. I mercati ci han badato poco, nervosi come sono per l’ 1- 2 FOMC-BOJ.
La  cosa non ha impedito all’Europa  di mettere a segno un altro piccolo progresso, in assoluto e contro una Wall Street che è  zavorrata oggi dal  Nasdaq.
Dal momento peggiore per  gli asset europei, nella prima settimana d’aprile, il recupero relativo è stato  del 6% circa.

Andando incontro al FOMC  (senza conference, solo lo statement oggi), la probabilità di una mossa a giugno (oggi è  escluso) è valutata da Bloomberg circa al 20%. Ciò lascia  spazio ad un eventuale sorpresa,  se il Committee decidesse di segnalare che un rialzo al 15 di giugno è possibile. Questo perchè, come osservato i giorni scorsi, più ci si avvicina alle presidenziali più è improbabile che la FED voglia muoversi  e  quindi se si perdono giugno e luglio si va a dicembre.
Personalmente, ritengo che tale  apertura, se vi sarà sarà  operata con toni estremamente cauti, perche:
1)  il quadro non permette particolari voli di fantasia. Se, dal  FOMC di marzo,  la situazione macro globale  è  migliorata, i dati  US sono invece peggiorati, come mostra il calo di 27 punti del Citi Surprise index.
2)  il  recente precario equilibrio che ha favorito il recupero del  sentiment poggia in gran parte sul cambio di stance FED, e potrebbe essere minacciato  da un nuovo U-turn.
3) una nuova accelerazione della Yellen sulla normalizzazione dei tassi la esporrebbe nuovamente alle critiche di erraticità che la perseguitano da settembre scorso.