Lampi di Colore

NB Lampi domani salta un giorno e ritorna venerdi

Lampi di Colore 53

Coerentemente con il recupero del petrolio, Wall Street ieri sera ha chiuso sui massimi di seduta, recuperando quasi interamente la correzione di lunedi. Non che i risultati aziendali non abbiano dato una mano, con J&J, 3M e P&G tutti sopra attese. Ovviamente il settore Energy ha guidato il rimbalzo, mentre il settore bancario ha rimbalzato un po’, dopo le pesanti perdite di lunedi.

Il buon sentiment si è un po stemperato in Asia. Tra i catalyst (in ordine di importanza):
1) Il petrolio ha restituito parte dei guadagni in seguito alla pubblicazione delle scorte di greggio settimanali da parte dell’ API (American Petroleum Institute) in salita di 11.4 milioni di barili, vs attese per un decimo di quell’ammontare.
2) Gli industrial profits cinesi di dicembre hanno mostrato un robusto calo (-4.7% anno su anno vs -1.4% di novembre). Shanghai ha nuovamente preso la via del ribasso, anche se un recupero finale le ha permesso di limitare le perdite. Snobbato il piccolo recupero del consumer sentiment di Gennaio.
3) Apple, che ha riportato a mercato chiuso, ha battuto le  stime di utili ma ha per la prima volta dal 2003 la guidance sul fatturato per questo trimestre ha previsto un calo. L’azienda ha segnalato un po’ di debolezza delle vendite in Cina nel mese di dicembre. Ovviamente, può essere company specific.

Un sentiment già in ritirata ha subito un ulteriore deterioramento con l’apertura europea. Intanto si è registrata qualche stecca illustre sul fronte risultati (Santander, BASF), anche se nulla di generalizzato. Il petrolio ha continuato a volare basso in attesa delle scorte EIA in arrivo nel pomeriggio. E il settore bancario italiano ha preso atto degli scarsi dettagli dell’accordo tra il Tesoro Italiano e l’EU siglato ieri sera.
Apparentemente, lo schema prevede che ogni banca si crei il suo veicolo, al quale girerà i Non Performing Loans a prezzi di mercato. Il veicolo genererà delle cartolarizzazioni a tranche, e la Banca potrà comprare una garanzia dallo stato per le tranche senior (ovvero quelle contenenti quei crediti che incorreranno in perdite solo se quelli delle tranche subordinate andranno tutti insoluti). La garanzia avrà costi crescenti col tempo,per incentivare il recupero. La garanzia potrà essere apposta solo se le securities cosi formate avranno un rating investment grade (BBB- o superiore).
In tal modo, lo schema non si configurerebbe come un aiuto di stato, anzi, la previsione è che il Tesoro ottenga un ricavo dalla vendita della garanzia.
Così come è stato illustrato, lo schema non da indicazioni sul punto focale, ovvero a che prezzo questi NPL usciranno dai bilanci bancari. La copertura media dei NPL è del 55% circa, mentre il valore di mercato viene genericamente indicato al 25%, il che lascerebbe sui bilanci delle banche, in caso di un trasferimento totale dei 200 miliardi esistenti, un buco di 90-50= 40 miliardi (calcolo approssimativo).
Su queste basi, non vedo l’incentivo per le  banche a sgravarsi.
Rovesciando il ragionamento, bisogna vedere a che prezzo la bad bank può ritirare i vari prestiti, avendo come obiettivo di ottenere una tranche senior sufficientemente estesa, in grado di ottenere il rating investment grade, e quindi la garanzia, e delle trance mezzanine e una tranche equity correttamente prezzate. Si tratta di una valutazione che richiede altri dettagli, tempo, e competenze da strutturatori.
Il mercato, dopo un iniziale reazione positiva, ha ridotto marginalmente la probabilità di un bail in delle obbligazioni (i subordinati hanno recuperato un po’), ma ha penalizzato le azioni bancarie (tranne il Monte dei Paschi, che aveva sofferto più delle altre banche).
Il punto è che, al momento, non è stata eliminata l’incertezza relativa all’impatto dello sgravio sui bilanci bancari. Attendiamo altri dettagli.

Nel primo pomeriggio, altre buone notizie per l’immobiliare US: le new home sales a Dicembre hanno fatto un balzo dell’11% vs attese di un +2%. Per quanto volatile, questa serie mostra che negli ultimi trimestri l’immobiliare residenziale US sta finalmente uscendo dal letargo.

Ma gli occhi erano tutti per le scorte settimanali EIA di oil, piu seguite di quelle API. Il dato ha mostrano un altro robustissimo incremento delle scorte di greggio, ma mettendo insieme tutta la gamma di prodotti (distillati, benzina etc) il totale mostra un calo.
Sua maesta l’oil ha preso a salire, ed ha accelerato quando sono uscite ulteriori indiscrezioni che i Sauditi e i Russi potrebbero discutere di un possibile taglio alla produzione OPEC.
Inutile dire che il movimento del petrolio ha trascinato l’azionario europeo ad una chiusura positiva, e Wall Street sopra quota 1900 di S&P 50 dove l’indice consolida al momento.

Tra poco abbiamo la FED: come accennato ieri, non ci si attendono movimenti ma solo indizi su un eventuale rialzo al meeting del 16 marzo, a cui il mercato attribuisce meno di un 30% di probabilità. Eventuali riferimenti, nello statement, al deterioramento dello scenario inflattivo, e a  rischi su quello macro derivanti dalla situazione internazionale, indicheranno che la Yellen è al momento propensa a prolungare la pausa. E il mercato dovrebbe reagire con moderato sollievo.