Lampi di Colore

NB oggi nota sintetica causa impegni pressanti

I movimenti dell’oil continuano a dominare la scena, relegando il resto del newsflow a rumore di fondo. Ieri sera, un’ ulteriore brusca accelerazione al ribasso del greggio ha causato un movimento analogo dell’S&P500, che ha chiuso con un rotondo -1.5%.

Naturalmente la seduta asiatica ne ha risentito, con robuste perdite sui principali indici. Un acceso dibattito sui media  circa la possibilità che Kuroda incrementi l’easing venerdi non ha offerto particolare supporto a Tokyo.
I mercati locali cinesi poi si sono avvitati nella seconda parte di seduta, chiudendo su nuovi minimi con cali vertiginosi. Tra le cause riportate per il crollo, la fiammanta dello Yuan offshore, prontamente rientrata per effetto di un probabile intervento, l’insensibilità dei tassi cinesi alle corpose iniezioni di liquidità della PBOC, la chiusura di posizioni e l’assenza di investitori retail per l’incombere delle festività per il nuovo anno lunare (bank holiday tutta la prossima settimana), e nuove indiscrezioni sulla riluttanza delle autorità a tagliare la riserva obbligatoria. Insomma, non si sa perchè sia scesa.

L’apertura europea ha ovviamente fattorizzato tutto ciò, ma, i minimi della seduta sono stati segnati non più di mezzora dopo l’inizio delle contrattazioni sul cash, e da li i mercati hanno preso a recuperare terreno stabilmente, naturalmente scortati dall’oil che ha forse reagito ad una serie di headline positive,  da un meeting con il ministro del petrolio iracheno  Adel Abdul Mahdi :
*SAUDIS, RUSSIA NOW MORE FLEXIBLE ON CUTTING OIL OUTPUT: IRAQ
* RUSSIA MAY LOWER OIL OUTPUT IF LOWER PRICE TREND PERSISTS: RIA

Nulla di particolarmente originale, dichiarazioni del genere hanno affollato i media di recente, e il fatto che l’oil abbia reagito potrebbe indicare una diversa sensibilità del mercato agli stimoli esterni, tipica di un esaurimento delle pressioni ribassiste di breve.

Nel primo pomeriggio, vari dati macro in US. Se il PMI services flash di Gennaio (53.7 da prec 54.3 e vs attese per 54) conferma che la recente volatilità sui mercati ha avuto un impatto sugli umori delle aziende, la consumer confidence (98.1 da prec 96.3 e vs attese per 96.5) sembra aver risentito maggiormente della buona forma del mercato del lavoro, e del calo dei costi energetici.
Questo ci ricorda che il principale effetto macroeconomico del crollo del petrolio è di sottrarre risorse a individui con un alta propensione al risparmio (i paesi produttori più ricchi) per distribuirle a individui che tipicamente risparmiano assai di meno (i consumatori). In questo senso l’effetto sul ciclo globale è positivo, anche se la rapidità del calo fa si che gli effetti negativi si dispieghino più rapidamente di quelli positivi.

Nessuna nuova sul fronte Bad Bank, per il momento, ma  le banche italiane hanno dato segnali positivi, ad eccezione delle 2 più deboli.

Nel pomeriggio il rally dell’oil si è fatto sontuoso, e cosi l’azionario globale ha ottenuto altro sollievo. Ulteriori recuperi dai livelli attuali rafforzerebbero le figure di inversione messe a segno i giorni scorsi su oil e su diversi mercati azionari. Ma vista la rapidità con cui cambia lo scenario, è bene aspettare a fare i calcoli.
A parte ciò, perchè la stabilizzazione prenda piede, la voltilità realizzata deve scendere, e il recupero deve farsi più graduale. Finchè continuiamo con oscillazioni cosi violente, il campo resta in mano agli speculatori e ai momentium traders, e gli investitori si tengono lontani.

Tra l’altro, domani abbiamo il FOMC, e sebbene non sia attesa alcuna mossa sui tassi, lo statement verrà scandagliato alla ricerca di segnali di una transizione del Commitee verso una stance più accomodante, una view che il mercato ha di fatto già abbracciato, non prezzando interamente nemmeno un altro rialzo per il 2016.

A tale proposito, è interessante che l’oro, che aveva enormemente sofferto dell’incombere della normalizzazione dei tassi US, sia tra i pochi asset (per non parlare delle commodities) a mostrare una performance positiva nel 2016. Se fino a pochi giorni fa ciò poteva essere giustificato con l’estrema risk adversion, il fatto che il movimento prosegua nonostante il miglioramento del sentiment può essere eventualmente messo in relazione con attese di una pausa nel ciclo di tightening.