Banche europee in difficoltà e le difficoltà repubblicane frenano il sentiment

lampi di  Colore 17
Oggi mi è  capitato  di  rientrare in ufficio poco  dopo  l’apertura di Wall Street. Come  ogni SGR che si  rispetti,  abbiamo in reception uno  schermo sintonizzato su un canale  finanziario. Il titolo campeggiante  sullo  schermo  tuonava ” Second  downday for S&P500 ! ”
Lo considero un buon esempio  dei tempi che corrono, visto  che l’S&P  ieri ha lasciato sul  terreno lo 0.02% e al  momento perdeva circa lo 0.15%.

Il  marginale  assestamento di Wall Street  ha comunque contribuito a  riportare un po’ di incertezza sui mercati asiatici. Sul fronte macro,  in Cina è  stata  pubblicata la  bilancia  commerciale  di ottobre, con esportazioni e importazioni in moderato  rallentamento, in linea con le  attese. Nel dettagio,  si nota un robusto calo delle importazioni di commodities, in particolare metalli industriali e petrolio. Capital  Economics ha osservato che,  sebbene i dati siano impattati dal Mid-Autumn Festival,  sembra un segnale che la  domanda interna sta perdendo momentum. Con il  Plenum alle spalle, non è  da escludere che le  autorità  alzino un po’ il piede dall’acceleratore.

Sul  clima generale  può aver  marginalmente  impattato  anche  il newsflow  poco  esaltante  proveniente dagli  USA:
**  Secondo il  Washington Post  al  Senato  starebbero considerando  di rinviare i  tagli alle  tasse di un anno. Vedremo cosa emerge giovedi,  quando dovrebbe essere formalizzata la  bozza.
** I candidati  Repubblicani alle elezioni per  il Governatore in Virginia e New Jersey hanno perso malamente (specie nel primo caso) contro i  Democratici, un segnale  che il disastroso rate approval  di Trump  sta  cominciando a contagiare il  gradimento verso  il Partito. Personalmente penso che  sviluppi del  genere aumentino la  probabilità  di un approvazione rapida di  qualche misura fiscale,  perchè  arrivare alle Midterm  elections senza  aver ottenuto nulla vorrebbe dire, per  i Repubblicani,  un elevata probabilità  di consegnare il  Congresso ai  Democratici.
**  Infine l’inchiesta sul Russiagate continua ad allargarsi e  a  produrre imbarazzi e fastidio (e forse ha contribuito alle disfatte di  cui sopra).

Quanto a Trump, lui si è  limitato ad  attaccare la  Nordcorea, via  Twitter (NoKo has interpreted America’s past restraint as weakness. This would be a fatal miscalculation. Do not underestimate us. AND DO NOT TRY US.), e  nel  discorso tenuto  a Seul,  in cui ha dichiarato che Kim ha trasformato  il paese in un iferno sulla terra  e i  paesi che ignorano i rischi (NDR Cina e Russia) porteranno il peso sulla coscienza. Vedremo  gli  effetti  della  cena privata  tra  il  Presidente  US e  quello  cinese prevista nelle  prossime ore.

L’apertura europea ha nuovamente dovuto fare i conti,  oltre che con gli  incagli della  riforma fiscale  US, con le  ambasce del  sistema  bancario italiano. Ufficializzato l’aumento di  capitale  del  Creval (-29%) il mercato  è  andato a  cercare gli altri candidati  ad  aumentare le coperture dei NPL. Il  settore bancario eruopeo non si è giovato dell’accoglienza alle trimestrali di  ABN e Credit Agricole,  oltre che,  come  al  solito, della  compressione dei  tassi.
Il  clima opaco  ha imposto  uno stop  alla  compressione degli spreads periferici, e limitato  l’apprezzamento  della divisa unica nei confronti di un Dollaro  in generale indebolito.

Scarno il  calendario macro su entrambe le  sponde dell’oceano,  il  focus  è  rimasto a Washington,  con il  segretario di  Stato  Mnuchin a  dichiarare che sussistono  preoccupazioni circa l’impatto della  divisa sulla bilancia  commerciale,  ma  che Trump mira fermamente a evitare qualsiasi  rinvio del taglio alle tasse.
Detto  della  dell’apertura  marginalmente negativa, l’S&P non ci ha messo molto a recuperare per passare  in positivo poco dopo la  chiusura europea.
L’azionario europeo ha recuperato nel  finale,  riducendo le  perdite a briciole (tranne per Milano). Un (modesto, per la verità) aiuto al  settore  bancario è arrivato dal parere dell’ servizio giuridico dell’Europarlamento secondo cui l’ECB non ha le  competenze per adottare il famoso  addendum sui NPL.
Simmetricamente,  i bonds core hanno restituito i guadagni,  con il bund che ha messo a  segno un progetto di shooting star (vedremo domani se viene confermata).

Wall Street oscilla  poco  sopra zero, con una price action che abbiamo notato spesso  di recente. Si accettano scommesse sulla  chiusura di stasera. Detto  questo, le secche nel percorso della  riforma  fiscale  si  riflettono un po’ di più sulle  small cap,  con il  Russell 2000 che non recupera al momento nulla  del tonfo  di ieri. Inoltre, la  partecipazione al  rally continua ad assottigliarsi: Sentimentrader ha osservato  che,  a  fronte del massimo segnato lunedi dal  DOW Jones, il  4% dei titoli che lo compongono ha segnato  i  minimi da  52 settimane,  una delle letture peggiori degli ultimi 50  anni.  Sul  Nasdaq, a fronte del  record,  meno del  30% dei titoli ha avuto performance positiva,  un record nei 30  anni di  storia  dell’indice.
La  tenue risk  aversion si riflette un po’ nelle performance dei Yen e oro.

Parlando  di divergenze,  una  sottolineata  da  molti è quella  tra azionario e high yield US. A fronte  dei continui record messi a  segno dal  primo,  l’ultimo massimo del secondo (misurato  con la  performance dell ETF  più  liquido,  l’Ishares Iboxx HYG US) risale a luglio e da li si è  osservata lateralità,  mentre negli  ultimi giorni il veicolo  è  sceso  sotto la media mobile  a  200 giorni.

lampi di  Colore 18

Nulla  di trascendentale, intendiamoci. La  perdita da  luglio ad  oggi ammonta a meno  del  2%, e  e si annulla,  se  consideriamo  il  pagamento  delle cedole
mensili.
Nondimeno è  strano che un prodotto  come l’HY US sottoperformi  in una fase di volatilità  ultra bassa (a chiaro  supporto  degli  spreads) tassi  stabili  (in discesa negli  ultimi giorni) e ciclo  in accelerazione.
Come  detto ieri per i bond emergenti (a loro volta a contatto con la  media a 200  giorni) da monitorare.