Licenziato Bannon… Mercato valutario mosso in attesa di Jackson Hole

Lampi di Colore 770

Attività  ancora a scartamento ridotto sui mercati in quest’inizio settimana, come si addice al periodo, ma gli sviluppi sono comunque degni di nota.
Venerdi sera, il licenziamento di Bannon da parte di Trump ha portato un sollievo effimero sui mercati. La mossa è stata vista semplicemente come un tardivo rimedio del  presidente alla disastrosa gestione dei fatti di Charlottesville, e non sono in pochi ad aver osservato che il ritorno di Bannon alla guida della sua testata ultra nazionalista può fare ancora più danni della sua permanenza nello staff di Trump.
In ogni caso, a  prescindere dal giudizio sulle news di Washington, i dip buyers sembrano essersi fatti più guardinghi, se è vero, come ha notato Crise di Bloomberg, che è  la  prima volta che un calo di oltre l’1% dell’S&P non è stato seguito da un rimbalzo, da giugno 2016.

Su queste basi, la  seduta asiatica è partita con un tono cauto stamattina, e ha visto i principali mercati chiudere flat o negativi, ad eccezione di Shanghai e Hong Kong. A rendere il sentiment guardingo, anche l’inizio delle esercitazioni militari congiunte USA-Sud Corea,  anche se per ora non sembrano giunte reazioni particolari da Pyongyang al di la di qualche dichiarazione bellicosa di prammatica. Il quadro potrebbe cambiare se anche i Nordcoreani decidessero di fare qualche “test” lanciando missili in direzione di Guam. Al di la  dell’atteggiamento da Cowboy di Trump, sembra che a Washington in generale ci sia un generale consenso sul fatto che non verrà permesso alla Nord Corea di diventare una minaccia nucleare attiva per il  suolo americano, e una “guerra preventiva” non è considerata fuori discussione (NYT) .

Con queste premesse l’apertura europea è  avvenuta coi principali indici in negativo, e i tassi in calo, cosa che come al  solito ha danneggiato il  settore bancario.  In Eurozone non era previsto alcun dato macro, e in ogni caso i volumi sono rimasti di tipo estivo.
A metà  giornata, il dollaro ha preso nuovamente a inabissarsi, cedendo vistosamente terreno contro le  principali divise, con una particolare debolezza vs €.
Diversi motivi sono stati addotti per quest’improvviso ritorno di debolezza.
** E’ circolato un pezzo del  WSJ in cui si ipotizza che Draghi a Jackson Hole illustrerà la fine del Quantitative Easing ECB. L’ipotesi, in aperto contrasto con le indiscrezioni circolate la scorsa settimana, ha probabilmente alimentato attese di un’altra performance alla “Sintra”.
** Vi è stato un pezzo di Bloomberg che ha indicato Gary Cohn come il  principale candidato a sostituire la Yellen secondo i membri della  National Association for Business Economics.  Apparentemente solo il  17% si attenderebbe una conferma della Yellen, mentre Cohn sarebbe visto dal 49% come il vincitore.  Nel  pezzo si è  ricordata l’intervista di Trump al  WSJ in cui il presidente aveva definito la Yellen una “low-interest-rate person, a believer”.  In questa luce la nomination sembra una scelta del candidato più dovish. 
** Wall Street ha poi avuto un apertura un po’ incerta, e ciò ha come al  solito dato supporto allo Yen,  anche se il  successivo recupero ha parzialmente levato  supporto alla divisa giapponese ma non ha aiutato in generale  il biglietto verde.
** Il Chicago FED national activity index di luglio ha marginalmente deluso,  sebbene non sia certo  un market mover.

Sicuramente,  qualsiasi ipotesi di un recupero del  Dollaro poggia principalmente sulla capacità della FED di confermare il suo scenario per il 2017 ( inizio balance sheet reduction più un altro rialzo). Purtroppo, negli ultimi anni vari cambi di rotta, giustificati o meno che fossero, hanno indebolito la credibilità del  FOMC, e questo “dovish contest” per l’ottenimento dell nuovo mandato non giova. Oggi in realtà non abbiamo avuto alcuna nuova notizia, ma solo supposizioni. Ma in un mercato sottile come quello di agosto basta a ottenere robusti movimenti.

Ciò  detto, personalmente sarei sorpreso di vedere la divisa unica continuare con questo ritmo, con Draghi atteso a parlare 2 volte, mercoledi (Lindau Meeting on Economic Sciences) e venerdi (Jackson Hole Symposium).  Più sale, più è probabile che il Presidente ECB giochi in difesa. Certo, se  la  Yellen non collabora, da solo potrà fare poco.

La  forza dell’€ ha spinto i mercati europei a chiusure significativamente negative, seppure un po’ distanti dai minimi. Milano continua ad outperformare, riflettendo forse le recenti sorprese positive sul fronte macroeconomico. Anche la stabilità  dello spread BTP manda lo stesso messaggio,  anche se i bonds italiani hanno restituito nel pomeriggio i buoni guadagni messi a segno la mattina.
Wall Street al momento non ha ancora deciso che fare e oscilla poco sopra la  parità, con una tendenza poco rassicurante di Nasdaq e Russel 2000 (small caps) a sottoperformare, nonostante il $ debole. Il quadro tecnico suggerisce un test del supporto in area 2405 nelle prossime sedute.