Independence day, WallStreet chiusa… Cambio euro-dollaro prende una pausa

Lampi di Colore 714

La festività del 4 di Luglio è iniziata con un tono sorprendentemente incerto sui mercati asiatici. Lo scartamento ridotto dovuto alla chiusura dei mercati USA non ha impedito ai mercati cinesi di registrare significativi passivi, seguiti in questa sorte da Hong Kong, Taiwan, Seul e anche, in misura minore, Tokyo. In controtendenza l’Australia, trainata dai settori miners, e banche, nonchè favorita dall’atteggiamento della Reserve Bank of Australia, che non si è accodata al recente inasprimento di retorica delle altre banche centrali.
Tra i catalyst per la generale risk aversion, possiamo elencare le dichiarazioni del Presidente cinese Xi circa il deterioramento delle relazioni con gli USA, ed eventualmente i test missilistici della Corea del Nord (sebbene in precedenti occasioni abbiano lasciato indifferenti i mercati). Tra le “cause ambientali” abbiamo eventualmente la debolezza della tecnologia (il Nasdaq si è fumato un altro punto nella seduta a orario ridotto di ieri) che avrà pesato su piazze come Taiwan e Seul, e il rimbalzo dei tassi US e del $, malvisti dalla parte emergente dell’area.
In ogni caso, nemmeno Tokyo ha mostrato particolare verve nonostante lo yen in calo. Il mercato non ha forse gradito l’incremento inferiore alle attese della base monetaria a giugno.

La seduta europea  è  partita con un tono analogo, e i principali indici in negativo.  Peraltro, l’azionario continentale ha recuperato qualcosa poco dopo l’apertura, inserendosi nel classico trading erratico dei giorni festivi,  con volumi pari al 65% della media normale. Banche e oil hanno continuato a sovraperformare, mentre i settori rate sensitive come telecoms e utilities hanno funto da zavorra insieme alla tecnologia. I Bonds hanno approfittato del clima vacanziero  per tentare una stabilizzazione (più i periferici che la core Europe), aiutati in questo dai toni accomodanti di Praet, il  quale, dopo la reazione selvaggia alle note di Draghi a Sintra della scorsa settimana, ha visto bene di calmare un po’ gli animi ( *PRAET SAYS ECB NEEDS `PATIENCE AND PERSISTENCE’, *PRAET SAYS ECB’S MISSION IS NOT YET ACCOMPLISHED).
Anche la divisa unica ha mostrato qualche reazione, cedendo marginalmente contro $, ma per il terzo giorno a fila.
E’ evidente che la svolta ECB di Sintra ha levato parecchi argomenti alla teoria del rimbalzo del $ che avevo illustrato nelle ultime settimane. Finchè la stance aggressiva era prerogativa solo della FED, e Draghi e C predicavano cautela e abbassavano le aspettative di inflazione, la  divergenza tra politiche monetarie era significativa.  Ma se l’ECB assume anche lei un atteggiamento   teso alla normalizzazione, diventa subito evidente quale delle  2 banche centrali abbia più spazio per inasprire la politica monetaria.
Detto questo, nel breve mi sembra poco sensato correre a comprare €. Intanto, le curve dei tassi US continuano a prezzare uno scenario completamente diverso da quello FED, ma un eventuale miglioramento dei dati potrebbe portare il mercato a più miti consigli.

Lampi di Colore 710

Ieri abbiamo avuto un super ISM manifatturiero. Domani abbiamo quello non manufacturing, e venerdi abbiamo i payrolls. Ulteriori sorprese positive potrebbero impattare ulteriormente sui tassi US. Tra l’altro l’€ è andato già assai oltre quanto implicito nel livello del differenziale tassi. E, sullo sfondo, c’è  il fantasma della riduzione del bilancio FED, a cui il mercato finora ha prestato  poca attenzione, dal  momento che non abbiamo ancora una data.
Oltre a ciò, l’ultimo report CFTC mostra che il positioning speculativo sulla divisa unica è giunto ai massimi post crisi, mentre quello sul dollaro si è quasi annullato per effetto dei recenti fatti (grafico courtesy of Deutsche bank)

Lampi di Colore 711

Certo, l’€ ha parecchio momentum e il vento in poppa del cambio di stance ECB. Ma mi aspetterei che questo modesto ritracciamento continui ancora un po’, e permetta, eventualmente di entrare sulla divisa unica a livelli meno iperestesi. Personalmente, poi,  trovo più attraente giocarmi un lungo conto Yen, dove ho ancora una Banca Centrale dai toni accomodanti, e non ho lo spettro della riduzione del bilancio.

L’Europa sembrava avviata ad una chiusura invariata, ma una perdita di momentum finale ha riportato gli indici sui livelli di apertura o poco sopra (nel caso del FTSE MIB). Domani si torna a regime, con in più la pubblicazione dei PMI services e composite e l’ISM non manufacturing in US ad agitare le acque.
Sul fronte tecnico, il grafico del Nasdaq 100 al momento chiama una discesa in area 5475, primo target del testa e spalle ribassista e gap lasciato aperto ad Aprile. Il  supporto in area 5400 dovrebbe essere però quanto mai solido.

Lampi di Colore 712

Un esito del genere sembrerebbe imporre all’S&P 500 per lo meno un test serio del  supporto in area 2400 punti.
L’Eurostoxx ora ha resistenza in area 3500-3525 (limite inferiore del recente range), oltre il  quale il quadro torna rialzista. Sotto, abbiamo 3400 area seguita dalla media mobile a 200 giorni in area 3320.

Lampi di Colore 713