Mercati in attesa di conferme… BTP verso una correzione?

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La price action sui mercati azionari continua a manifestare incertezza. Ieri, un discreto rimbalzo del Nasdaq (per ora ancora contenuto sotto la resistenza, ma a contatto con essa) e del Healthcare, è stato bilanciato dalla comprensibile debolezza del  settore oil & gas e materials, e dalle telecom. Il risultato è  stato una seduta incolore per l’indice generale.
La debolezza del petrolio ha infine pesato un po’ sul High Yield US, ma nulla in confronto agli effetti dei precedenti storni (nel grafico uno dei principali ETF di High Yield credit US).

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L’idea sottostante a questa tenuta è che, avendo il  settore Shale  abbassato il livello di breakeven intorno ai 40$ al barile, anche su questi livelli conserva dei margini di profitto. Effettivamente, il numero di pozzi aperti continua a salire, si trova ai massimi da 2 anni, ed è più che raddoppiato dai minimi di metà 2016. Peraltro, sarebbe a mio parere un errore prendere per confermata la rottura di questa relazione. E’ evidente che un assottigliamento dei margini non è una buona notizia per un settore che resta assai indebitato. Ne consegue che una permanenza su questi livelli del greggio, sufficiente ad impattare le revenues per un periodo di tempo prolungato, verrebbe sicuramente avvertita. Al momento il mercato sta scontando che si tratti di una correzione temporanea, come quelle che la hanno preceduta negli ultimi mesi. Ciò è assolutamente plausibile, e visto il livello di ipervenduto raggiunto dal greggio, nel breve, ha senso attendersi un rimbalzo. Ma visto che il calo arriva subito dopo un accordo OPEC per l’estensione del freeze alla produzione, ci si chiede se non ci sia qualche fattore ancora sconosciuto al lavoro, e che altro possano fare i paesi produttori per sostenere stabilmente il prezzo.
La faccenda merita attenzione, perchè il livello degli spread del settore high yield nel suo complesso è abbastanza compresso, e quindi vulnerabile a correzioni, se si presenta un catalyst decente.

La seduta asiatica ha avuto nuovamente un tono incerto, coi principali indici al palo o con modesti progressi.

Sempre meglio dell’Europa, che poco dopo l’apertura è stata colta da un altro attacco d’ansia, nuovamente con epicentro nel settore bancario, che sembra sempre più  infastidito dall’incessante appiattimento delle curve. Sul fronte banche italiane, dopo l’entusiasmo di ieri all’annuncio di Intesa Sanpaolo, il mercato sembra chiedersi come è possibile che dalle 2 Venete si ottenga una good bank che finisce a Intesa senza richiedere aumenti di capitale e una bad bank che si regge sul capitale riveniente dalla conversione dei soli subordinati (semplificando parecchio). Fatto sta che il settore bancario italiano è tornato ad arretrare (tranne Intesa, che sconta una qualche probabilità di ottenere un potenziale “regalo”) e lo  stesso hanno fatto i bonds senior delle Venete, che rischiano di andare a tappare la falla con un haircut.
Spettacolare la performance del BTP, che è  andato a far scattare un’altra messe di stops, poco sotto 1.88%.
Analogamente a ieri, il sentiment ha preso a migliorare in tarda mattinata con la collaborazione di un rimbalzo del petrolio e un (eventualmente conseguente?) improvviso arresto del movimento di flattening delle curve.
La riscossa ha concesso ai principali indici europei di cancellare le perdite, con l’eccezione di Milano, che in verità ha restituito solo parte della buona performance di ieri.
Sul fronte cambi, poco movimento, con il Dollar Index seduto sulla neckline del testa e spalle rialzista formato l’altro ieri, apparentemente indeciso se negarlo o dargli un altra possibilità.

Domani il calendario macro, scarico in questi giorni, riprende vigore con i PMI flash di giugno in Giappone, Europa e US. Per l’Eurozone è un appuntamento importante. Gli indici si trovano ai massimi da 5 o 6 anni e l’area europea è l’unica in cui queste survey non hanno mostrato perdite di momentum degne di nota. Un ulteriore miglioramento o anche una sostanziale permanenza sui valori degli ultimi mesi confermerebbe una volta di più lo stato di grazia dell’economia Eurozone. Detto questo,  le  stime ufficiali si attendono per lo meno una conferma (il consenso rilevato da Bloomberg proietta in aggregato un modesto assestamento di 0.2 sia per Manifatturiero che Servizi, rispettivamente a 56.8 e 56.1). Per cui sussiste il rischio di una delusione, dovessero le survey seguire il destino di quelle US, o cinesi.

Parlando di quadri tecnici, il BTP 10 anni oggi propone un altra figura di inversione pronta ad essere sconfessata dai fatti: il pullback occorso dopo il picco di tarda mattinata ha disegnato una nitidissima shooting star, classico segnale di esaurimento di breve di un trend rialzista. Il quadro è  completato ipercomprato di breve  e da volumi in rialzo. La  dottrina vuole che la candela venga confermata domani con una chiusura ribassista,  dopodichè si dovrebbe assistere ad una correzione. Se non otteniamo almeno un 38% di ritracciamento del movimento (area 136,80) vuol dire che non è proprio periodo per i graficisti.

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