La Bank of Japan resta accomodante e non segue le orme di FED e BoE

Lampi di Colore 681

Chiusura di settimana senza troppi scossoni sui mercati. Un po’ di olio sulle acque agitate lo ha versato la Bank of Japan, evitando di seguire le tracce di FED e Bank of England. Scontato il mantenimento delle attuali misure, Kuroda ha fatto tutto il possibile per chiarire che un cambio di stance è per il momento fuori discussione, arrivando a sostenere che il solo discutere teoricamente di una exit strategy manderebbe un messaggio ambiguo al mercato, visto quanto ancora è lontano il target di inflazione. Peraltro, lo yen aveva perso già 2 figure dal massimo pre FOMC, e quindi prezzava già l’outcome. Moderata soddisfazione di Tokyo, che resta non troppo distante dai massimi di periodo.
Marginali recuperi anche per i principali indici dell’area, con l’esclusione di Shanghai che va sempre per conto  suo. A mercati chiusi, il China State Administration of Foreign Exchange ha comunicato i flussi di divisa di maggio. L’aggregazione dei flussi operata da Goldman Sachs mostra una modesta accelerazione dei deflussi (da 17 bln di Aprile ai 21 bln di maggio), eventualmente un effetto del lieve rilassamento dei controlli sui capitali. Il violento apprezzamento dello Yuan  orchestrato dalle autorità 2 settimane fa potrebbe essere dipeso dalla necessità di arrestare questi flussi.

La seduta europea è  iniziata con un tono discreto. Tra i catalyst, il recupero parziale  di  Wall Street  ieri sera, l’accordo di massima in Grecia per l’esborso della nuova tranche di aiuti del corrente programma, e l’outcome BOJ. Come di recente, il recupero degli asset europei ha offerto supporto alla divisa unica, che ha preso a ritracciare progressivamente l’indebolimento di ieri. Il movimento è stato favorito dal differenziale tassi, tornato a favore dell’Europa. Infatti, il mercato continua a non credere allo scenario FED, e quindi il treasury ha restituito poco del rally post CPI. E comunque sul biglietto verde hanno finito col pesare l’ufficiale inserimento di Trump nell’indagine Russiagate da parte dell’ inquisitore Mueller, e una serie di dati non proprio stellari usciti nel primo pomeriggio:
** Assai deludenti i nuovi cantieri di maggio (-5.5% vs attese per +4.%), deludenti anche i nuovi permessi di costruzione (-4.9% vs +1.7% atteso) che non depongono a favore di un rapido rimbalzo. A mitigare il quadro di rallentamento del settore costruzioni (vedi anche la fiducia degli homebuilders di ieri) il fatto che la debolezza riguarda soprattutto il volatile settore dei condoimini.
** Debole anche la U. of Michigan Consumer confidence preliminare di giugno (94.5 da prec 97.1 e vs attese per 97) ai minimi da novembre scorso. Il responsabile della survey ha osservato che il calo sembra influenzato dalla perdita di fiducia degli cittadini nella capacità di Trump di portare avanti il programma. In verità l’impatto dell’impennata delle Consumer confidence sui consumi si è visto poco (ironicamente vanno meglio ora che le survey si stanno ridimensionando) per cui non sovrappeserei l’importanza di questi dati.

Il rafforzamento della divisa unica ha temperato un po’ l’entusiasmo sull’azionario europeo, che poi ha subito anche l’apertura negativa di Wall Street, dove il tech continua a sottoperformare. La decisione di Amazon di acquistare la catena di cibo bio Whole Foods Market (sancendo così l’ingresso del colosso nel settore alimentare) ha depresso i principali food retailers.
Sul fronte italiano, sono comparse indiscrezioni su Reuters secondo cui le trattative per l’acquisto della tranche junior del pacchetto di Non Performing Loans di Montepaschi da parte dei 2 Private Equity Fortress e Elliott, in team con Atlante, si sarebbero interrotte. Poichè il deal è una componente essenziale del piano di salvataggio della banca, se ciò si rivelasse esatto, renderebbe necessario trovare un altro acquirente, perchè Atlante, in linea teorica, non dispone dei mezzi per accollarsi da solo l’operazione (1.6 bln di cui i PE dovevano fornire la metà). La cifra non è certo di quelle in grado di far collassare il salvataggio, ma può ulteriormente rinviare la soluzione. E poi c’è l’impatto indiretto sulla vicenda delle Venete, e sulle valutazioni dei NPL presenti nel sistema bancario italiano. L’impatto sulle banche italiane e sul listino milanese è stato percettibile  ma modesto, segno che l’indiscrezione non è considerata cosi affidabile. Vedremo.

La seduta europea si chiude comunque con variazioni positive per i principali indici, un rimbalzo dell’€ e rendimenti grossomodo stabili (core) o in leggera salita (periferia).
Sul fronte tecnico, la price action non permette di trarre molte conclusioni. Il rimbalzo dell’Eurostoxx lo riporta nel precedente range, cancellando la rottura di ieri. Il Nasdaq resta debole, ma non fa per il momento nuovi minimi, e comunque la rotazione settoriale supporta l’S&P che finora ha lasciato sul campo le briciole.
Trovo di qualche interesse un progetto di testa e spalle rovesciato in formazione sul Dollar Index, ancorchè non dei più nitidi. Un eventuale superamento della neckline in area 97.60 proietterebbe un primo target di circa un punto.

Lampi di Colore 680

Se il cambio di stance FED ha per il momento ottenuto di arrestare la discesa del biglietto verde, un significativo supporto di tipo tecnico potrebbe venire da eventuali segnali che il FOMC ha intenzione di iniziare la graduale riduzione del bilancio FED in tempi non troppo lunghi (diciamo settembre). Alla fine, si tratta di una riduzione di offerta di Dollari, e prima si inizia prima si arriva a regime. La Yellen in risposta ad una domanda ha dichiarato che se l’economia procede in  linea con le loro attese, potrebbero iniziare “relativamente presto”.