Attività manifatturiera in rallentamento in Asia… Wall Street tenta l'allungo

Lampi di Colore 657

Lampi va in vacanza domani, torna lunedi.

Ieri sera, Wall Street ha marginalmente corretto, ma ha comunque mostrato una decisa tenuta a fronte di un settore bancario che ha chiuso a -1.7%, dopo vari commenti dei Ceo sulla mediocrità del trading nel secondo trimestre. A supportare l’indice generale, Utilities, Telecom, e Healthcare, in gran parte settori che, contrariamente alle banche, beneficiano dei tassi bassi.

La pubblicazione del Beige Book Fed di maggio ieri sera ha richiamato più attenzione del solito. Non che il tono sia variato più di tanto, visto che l’attività economica è stata riportata, al solito, in espansione tra il modesto e il moderato. Ma i distretti di Boston e Chicago hanno segnalato un modesto rallentamento, mentre quello di New York ha parlato di “appiattimento”. E il consumer spending è stato indicato in rallentamento. Nulla di eclatante, il Beige Book non è un market mover e il più delle volte resta nell’anonimato. Ma in generale una relazione più coerente con il quadro indicato dal GDP del primo trimestre che non con la forza delle survey.

In tema di dati macro, stanotte l’Asia non è stata avara di news:
** L’atteso PMI Markit manifatturiero cinese di maggio ha proposto un quadro diverso da suo omologo calcolato dall’ufficio statistico nazionale, tornando in territorio di contrazione  per la prima volta da giugno 2016 (49.6 da prec 50.3 vs attese per 50.1). La debolezza è diffusa nei sottoindici, con new orders, new export orders, e production in calo. Deciso calo dei prezzi, indicati in contrazione sia in imput che in output. La survey privata Markit copre un campione più piccolo, di aziende tendenzialmente private. Il dato odierno sembra quindi confermare che il settore privato, meno toccato da stimolo fiscale e spesa pubblica, è meno in forma di quello delle grosse aziende pubbliche. Peccato che nel PMI ufficiale uscito ieri le aziende piccole abbiano figurato meglio di quelle grandi. Il mistero in Cina si infittisce, ma in generale i dati concordano che il picco dell’attuale fase ciclica è avvenuto nel primo trimestre del 2017.
** Uno sguardo ai PMI manifatturieri del resto dell’area asiatica mostra che l’attività ha rallentato in Australia, India, Vietnam, Taiwan, Sud Corea e Tailandia (in queste ultime 2 marginalmente, ma in entrambi casi l’indice era già in territorio di contrazione) mentre in Giappone ha accelerato considerevolmente dal dato Flash.
** Tra gli altri dati, trovo interessante la bilancia commerciale della Corea del Sud, tradizionalmente un buon termometro della domanda globale di beni. Ad aprile, le esportazioni hanno registrato il primo calo mese su mese da 7 mesi, segnando, anno su anno, un +13.4% da precedente +24% e vs attese per +15%. La consegna di navi ha impattato parecchio su questa serie di recente, ma in generale anche qui sembra che siamo di fronte ad una stabilizzazione

I dati hanno avuto un moderato impatto sulla seduta asiatica. L’idea è forse che essendo il rallentamento cinese indotto dalla politica monetaria, ciò condurrà ad un allentamento dei freni. Per cui solo Shanghai ha ceduto un po’, mentre Sidney, Seul e Mumbay hanno mostrato variazioni marginali. Più arzilla Tokyo, aiutata anche da una survey del Ministero delle Finanze che ha indicato accelerazione del Capex e nei profitti aziendali.

Poche le novità dalla revisione dei PMI manifatturieri europei: Moderato assestamento per la Francia e lieve ritocco al rialzo per la Germania, Spagna un punto oltre le attese (55.4 da 54.5 di aprile e vs attese per 54.7) e Italia sotto attese (55.1 da 56.2 e vs attese per 56). Ma il Belpaese può gioire della revisione al rialzo del GDP del primo trimestre, che lo ha raddoppiato a +0.4% grazie e miglioramento dei consumi.
Non che i mercati ci abbiano fatto troppo caso. Sull’azionario è continuata la price action erratica degli ultimi giorni, mentre è difficile fa r risalire a queste “old news” il temporaneo rimbalzo dei rendimenti visto in giornata. L’€ ha continuato a outperformare le altre divise, sebbene vs dollaro sia rimasto nel recente range. La debolezza dello spread btp bund sembra effetto dell’aumento delle probabilità di elezioni anticipate, e le frizioni tra Renzi e Alfano.

Nel pomeriggio salva di dati anche in US:
** L’ADP survey  (253.000 nuovi occupati a maggio nel settore privato vs attese per 180.000) promette bene per il labour market report di domani
** l’ISM manufacturing di maggio ha marginalmente sorpreso in positivo un consenso che lo vedeva stabile (54.9 da 54.8), ma i guadagni nei new orders (+2 a 59.5) ne aumentano marginalmente la positività. Brusca correzione dei prezzi pagati, dai livelli surriscaldati degli ultimi 2 mesi (-8 punti a un comunque elevato 60.5)
** Il construction spending di aprile ha deluso ma al solito le revisioni ai mesi precedenti raddrizzano il quadro.

In generale dati positivi, che contribuiscono al record di Wall Street mentre scrivo (il range recente è cosi stretto che basta un +0.3% per segnarlo). A guidare, il settore auto, che sta rimbalzando bruscamente nonostante che,  con 81% dei venditori che ha già riportato, aprile si stia rivelando il quarto mese a fila di calo delle vendite.
Meno visibile, seppure presente, l’impatto su tassi e dollaro, con il 10 anni treasury che sale della miseria di 2 basis points a 2.22% e il dollar index che  agguanta lo 0.25% (più o meno lo stesso guadagno vs €, meglio contro lo Yen).

Davvero sorprendente la resistenza del decennale US, a fronte di un positioning lungo ai massimi da post crisi (vedi lampi di martedi), una serie di dati decenti (anche se invero le pressioni sui prezzi sono ovunque segnalate in calo) e una FED, in arrivo il 14 giugno, che non ha particolari motivi per essere accomodante, visto che le condizioni finanziarie sono quanto mai espansive, la volatilità eccezionalmente bassa, e il livello del dollaro non è certo un problema.
Parlando di Dollaro, si può costruire un caso analogo contro €. La divergenza tra rischi politici (in ribasso in Europa, in aumento in US) e le sorprese nei dati macro hanno causato un robusto rafforzamento della divisa unica nell’ultimo periodo. Il quadro macro, però,  potrebbe essere sul punto di cambiare (nel senso che è difficile che la crescita riesca a sorprendere ulteriormente in positivo in Europa, in particolare con un € cosi forte). Draghi, giovedi prossimo, potrebbe cercare di mettere un freno a ulteriori inasprimenti delle condizioni finanziarie via cambio, e, nel frattempo, positioning e sentiment nei confronti del cross si sono portati su livelli interessanti, come mostra questo grafico di Nordea.

Lampi di Colore 655
Se i tassi US danno finalmente una mano, si potrebbe avere un’inversione di tendenza, almeno temporanea.

In attesa della FED il 14 giugno, mercoledi avremo una giornata bella piena. In giornata le elezioni UK i cui sondaggi diventano sempre più incerti (Bloomberg online poll tracker da conservatori al 42% e laburisti al 39). Alle 14.30 l’ECB, e in serata la testimonianza di Comey al Senate Select Committee. In bocca al lupo.

Il quadro tecnico su Wall Street è positivo, almeno finchè l’S&P 500 resta sopra il livello di 2400, ex resistenza ora supporto. Distanza dalla media a 200 giorni, esiguità del margine (al momento siamo meno di un 1% sopra), e tutte le considerazioni tecnico/statistiche fatte i giorni scorsi, breadh, iperestensione delle large caps, (FAAMG) etc invitano alla cautela, ma la rottura rialzista, finchè tiene, va rispettata.

Lampi di Colore 656