Trump alla settimana decisiva dei suoi primi 100 giorni

NB: nota sintetica in quanto sono stato in business trip tutto il giorno (scrivo dal treno, nuova esperienza per me – scusate eventuali “orrori” di stampa)

La reazione al primo round delle presidenziali francesi è ormai storia. L’accoppiata Macron – Le Pen al ballottaggio e la sostanziale conferma dei sondaggi più recenti hanno messo di buon umore i mercati. L’azionario continentale ha preso il volo trainato dalle banche (francesi in primis) il Bund ha perso tutto il supporto e gli spread periferici si sono fortemente contratti (per quanto mi pare il Btp stia facendo un po’ i conti col downgrade di Fitch). L’€ naturalmente ha recuperato contro tutti, in particolare contro uno yen che ha “sentito” il balzo del risk appetite.  Tokyo finalmente si è svegliata, ma anche altri mercati si sono giovato del sentimento.  Picchiata delle Volatilità implicite che  si erano gonfiate in seguito alla spasmodica ricerca di Hedge. Il VIX é tornato sui minimi del decennio, qualcosa che dovrà far riflettere quando l’euforia si sarà pacata.  Già,  perche questa della quasi certa vittoria di Macron non è una buona notizia. È una “non cattiva notizia”, che da luogo allo smontmento precipitoso di tutti gli Hedge e all’entrata precipitosa di tutto il Cash che un possibile ballottaggio Le Pen Melenchon (o Fillon Le Pen) aveva tenuto al palo. Ma la situazione in Francia resta incerta (anche assumendo che Macron vinca) coi 2 partiti storici ai minimi termini, un Parlamento che uscirà frammentato dalle elezioni per il suo rinnovo e il partito del presidente con scarsa radicazione locale (perché è nuovo). Naturalmente l’azionario europeo si è levato un peso (incrociamo le dita) e la performance relativa ne dovrebbe risentire.

Nel frattempo, in US abbiamo nuovamente un Trump estremamente ambizioso. Il Presidente ha 3 giorni per evitare lo shutdown, ma, non contento, ha annunciato un potenziale voto su una nuova riforma sanitaria in settimana e idettagli del suo piano fiscale (oggi). A giudicare dalla reazione del $ e dell’azionario,  gli investitori credono fino ad un certo punto a questo Natale fuori stagione.  Probabilmente il recupero del biglietto verde è dovuto alle indiscrezioni che Trump sarebbe intenzionato a rinunciare alle parti più irritanti del suo piano di spesa (difesa, muro col Messico etc) per ottenere la collaborazione  dei Democratici per un omnibus Bill che senza il loro aiuto non passa in Senato. Già questa sarebbe una notizia discreta. Ritenere  che Trump riesca cotemporaneamente a concordare un AHCA che ottnega il consenso del Freedom Caucus e dei repubblicani moderati mi pare estremamente improbabile. Quanto alla riforma fiscale, Donald può proporre, ma si è capito che non sará facile giungere ad un approvazione. L’idea che il taglio alla corporate Tax si paghi da solo con l’accelerazione ciclica è surreale. Perfino la riforma fiscale di Reagan, nata in un periodo caratterizzato da un potenziale di crescita più elevato, e con debito assai più basso, si risolse in un accelerazione ciclica ma in salita di deficit e debito. Figuriamoci ora, con un debt to gdp più che triplo e con demografics peggiori e potenziale più basso. Tra i progetti per finanziare i tagli, border Tax,  dazi e incentivi al rimpatrio degli utili sono tutti forieri di rafforzamento della divisa. I primi due hanno un impatto negativo su reddito disponibile (e Global trade) e il terzo è stimolativo della crescita Us ma ha un effetto contrario oltreconfine. In altre parole, qualunque cosa Annunci Trump stasera potrebbe avere un buon impatto di breve (in particolare sul $), se supera le attese del mercato, ma attuarla sarà assai complesso, in particolare  ol debt ceiling a complicare le cose.

Nel frattempo domani abbiamo l’ECB, dove non è attesa alcuna novità ma si temono indizi di un cambio di guidano nei meeting a venire. L’inflazione a marzo si è significativamente raffreddata, il che leva pressione a Draghi, ma la crescita tiene alla grande e i rischi politici in Francia sono collassare,  2 argomenti a fav ore del fronte dei falchi. Confidiamo nella dialettica di Draghi

E venerdì abbiamo il famigerato gdp del primo trimestre US atteso dal consenso a un mero 0,9% (poco più di uno 0,2% trimestrale. C’è spazio per sorprendere al rialzo, sicuramente. Ma se andiamo sotto il 2017 parte davvero in salita.