Occupazione US tonica… Tumulti a Washington

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La riapertura dei mercati locali cinesi ha galvanizzato l’Asia stanotte. Industrials e materials hanno reagito assai bene all’annuncio della creazione del nuovo distretto di Xiongan  vicino a Pechino. La forza di Shanghai e Shenzen si è propagata a Hong Kong, Taiwan e Sydney, queste ultime 2 allettate anche dai PMI services di marzo in forte miglioramento.

L’apertura europea ha dovuto fattorizzare anche le (modeste) ricadute del dibattito televisivo in Francia tra tutti i candidati presidenziali. Un sondaggio condotto da Elabe sui telespettatori ha indicato che Melanchon è stato il più convincente seguito da Macron (21%), Fillon (15%) e la Le Pen (11%). Ma un cosi alto numero di partecipanti rende complesso identificare un vincitore, e infatti non si può certo dire che gli effetti oggi siano apprezzabili. Gli ultimi sondaggi riportano la Le Pen in marginale vantaggio su Macron, e registrano un recupero di Melenchon, da alcuni visto come un rischio (un  secondo turno Le Pen – Melenchon sarebbe un disastro per l’Europa). Ma per il momento il candidato di sinistra radicale non ha nemmeno superato Fillon, mentre Macron e la Le Pen si trovano 7 punti avanti (vedi grafico by Paris Match). Melenchon ha perso la sua occasione non alleandosi con Hamon.

Lampi di Colore 569

Oggi era anche prevista la revisione dei PMi servizi e composite di marzo, con dettaglio per la periferia europea. Il dato Eurozone è stato rivisto marginalmente al ribasso (da 56.7 a 56.4) anche se conferma oltre metà del guadagno da febbraio (+0.4 punti), il sesto recupero a fila. La revisione è dovuta interamente al settore servizi rivisto da 56.5 a 56. Geograficamente, la colpa va alla Francia che ha smarrito un punto tra il dato flash e la revisione, e all’inatteso rallentamento del settore servizi italiano (52.9 da 54.1 e vs attese per 54.3) in totale controtendenza rispetto al manifatturiero. Il PMI europeo resta un dato robusto (ai massimi da aprile 2011) nonostante il ridimensionamento. Markit ha commentato che la crescita dell’occupazione è indicata ai massimi da 9 anni e mezzo.

L’azionario europeo è rimasto sostanzialmente in equilibrio, trainato al rialzo dal settore bancario, cui è sembrato di intravedere un minimo rialzo dei rendimenti, e zavorrato dal settore auto, che ancora soffre del vento freddo proveniente dalle vendite tiepide in US.

Quadro un po’ più misto dai dati macro americani

** Ancora parecchio forte la survey di occupazione privata ADP di marzo a 263.000 unità vs attese per 185.000. Ma il dato pauroso di febbraio è stato sforbiciato di 53.000 (da 298.000 a 245.000). Il payroll di febbraio usci a 227.000 unità per cui il dato odierno costituisce un segnale positivo per il labour market report di venerdi, ma bisogna metterci la tara.
** l’ISM non manufacturing, per contro ha deluso, perdendo oltre 2 punti (55.2 da 57.6 e vs attese per 57). Cali diffusi nei sottoindici con new orders -2.3 a 58.9, activity -4.7 a 58.9, ed employment -3.6 a 51.6 (il che da un segnale opposto all’ADP. Diversamente dall’ISM manufacturing, il sottoindice dei prezzi ha rallentato vistosamente, a 53.5 da 57.2. Il livello dell’ISM resta elevato, e segnalante un attività solida, ma il dato di marzo ha segnato il minimo da ottobre scorso, e quindi un ritorno ai livelli “pre-Trump”. A margine, il PMI services è stato rivisto in calo di 0.1 a 52.8 rispetto al dato flash, confermando il calo di un punto rispetto a febbraio.

Il rallentamento del settore servizi segnalato da ISM ed in minor misura dal PMI (che era anche salito meno) lascia, come accennato sopra, l’attività su un livello comunque solido. Questo ritracciamento del settore, che costituisce come noto ormai oltre l’80% dell’economia US, diventa rilevante solo se costituisce l’inizio di un rientro delle survey (come detto più volte, in US come altrove si è avuta una divergenza tra survey e dati reali assai più pronunciata rispetto al solito). A tale scopo, vedremo come evolvono le survey di aprile.

Il mercato ha avuto a questi dati reazioni non tutte di immediata interpretazione. L’azionario US ha accelerato subito dopo l’ADP, andando ad attaccare (al momento con successo) la resistenza in area 2370 di S&P 500, senza farsi minimamente impressionare dall’ISM sotto attese. I bonds hanno provato a correggere un po’ dopo l’ADp ma qui l’ISM ha avuto successo.
L’attenggiamento più sorprendente è venuto dal biglietto verde, che ha preso abbrivio dopo i dati occupazionali per conservarlo anche dopo l’ISM, nonostante l’incombere delle minute FED in pubblicazione a breve. E ciò non solo contro l’€ sul quale da giorni sono riprese le vendite, dopo CPI e retorica ECB etc, ma anche contro Yen e alcune divise emergenti. E questo nonostante il trapelare da Washington di un clima non esattamente “tranquillo” (Bannon è stato rimosso dal National Security Council) .
La resilience del biglietto verde, nonostante il newsflow misto, lascia intendere che l’effetto drenaggio liquidità derivante dall’esaurimento del conto deposito presso del Tesoro US presso la Fed (vedi Lampi di venerdi 24 marzo) stia effettivamente impattando.

A breve escono le minute FOMC, vedremo se saranno un occasione per indurre il mercato a prezzare un percorso di normalizzazione dei tassi più coerente con quello indicato dalla FED (il che sarebbe un altro plus per il $).

La concomitanza tra la chiusura europea e un ritracciamento temporaneo dell’S&P ha prodotto chiusure marginalmente negative per gli indici europei (tranne l ‘IBEX) dopo un pomeriggio in positivo. Peraltro in giornata aveva già fatto la sua comparsa una crescente sottoperformance relativa dell’Europa rispetto agli USA, probabilmente motivata solo da prese di beneficio, dopo che a marzo l’Eurostoxx aveva dato oltre 5 punti all’S&P.

Dal punto di vista squisitamente tecnico l’Eurostoxx ha disegnato un paio di candele di inversione di breve sul grafico daily (2 engulfing pattern), su cui pende la conferma domani.

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Naturalmente bisogna seguire anche l’esito della rottura rialzista in corso a Wall Street, per quanto li il quadro tecnico migliora significativamente quando l’indice riuscirà a superare area 2390-400, ovvero il massimo relativo di metà marzo e quello assoluto di inizio mese.

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