Lampi di Colore – 26 Giugno 2015

NB: stasera nota breve, visto che tra l’autore e il letto  ci sono 540 km di guida

Un altro discreto carico di headlines e indiscrezioni varie, dai toni misti, non è riuscito a fiaccare un sentiment che sembra fatto di tutt’altra pasta rispetto a un paio di settimane fa.

Nonostante ieri sera il flusso di news si sia inaridito, dopo la chiusura europea, Wall Street si è girata, per chiudere con un calo marginale (-0.3%). Grecia a parte, gli indici US continuano da mesi a cozzare contro le medesime resistenze (L’S&P mostra un guadagno di poco più del 2% da inizio anno). Per dare un idea della lateralità della price action, DB osserva che in assenza di sorprese l’S&P 500 chiuderà oggi la nona settimana di fila in cui la variazione è inferiore all’1%, il record dal 1993. Ovviamente l’azionario USA è alle prese con il collocamento del primo rialzo dei tassi. L’indicatore GDPNOW della FED di Atlanta ha superato in questi giorni il 2% di crescita, a testimoniare la fase di accelerazione ciclica in atto in US (guidata per lo più dai consumi e dall’immobiliare). Settembre, data indicata da alcunio per il primo rialzo, a questo punto non è cosi lontano.

Il malumore di Wall Street si è esteso all’Asia, con gli indici tutti più o meno in negativo. Spettacolare il nuovo crollo di Shanghai (-7.4%, -18% in 9 sedute). Si parla ancora insistentemente di margin calls, e calo dei nuovi conti di trading aperti (-30%). Innervosisce la salita recente dei tassi monetari (Shibor a 1 settimana giunto a 2.90%), senza che la PBOC reagisca. Sicuramente se continuiamo cosi le autorità interverranno riaprendo i rubinetti, cosi come li hanno chiusi quando l’euforia si è fatta eccessiva.
Più bilanciate le altre borse, con cali compresi tra il -1.5% di Sydney e il -0.15% di Taiwan.

Comprensibilmente negativa l’apertura europea, ma senza eccessivo pathos: borse in calo di poco meno di un punto e spread in area 126.
Ha aperto le danze  Varoufakis via radio, dichiarando che le parti hanno il “dovere morale” di trovare un accordo. Non male per uno che la settimana scorsa sosteneva che l’IMF ha un comportamento criminale. Ma il mercato vi ha dato poco peso.
Diversi effetti ha ottenuto, parecchie headlines più tardi, un dettagliato articolo dell’ Handelsblatt in cui si riportava che i creditori avevano offerto alla Grecia 15.5 bln di nuovi mezzi per 5 mesi. Il pezzo sosteneva che il Governo Greco aveva accolto il grosso delle richieste dei creditori, e il punto di frizione era che i greci volevano aver tempo fino all’autunno per approvare le riforme, mentre l’IMF non avrebbe sborsato un € senza l’approvazione della legge. Su questo i mercati si son portati in positivo, e più o meno li sono restati, nonostante sia comparso il rifiuto del Governo greco su questa proposta, la Merkel abbia negato l’esistenza di un piano B se non c’è accordo, e l’Eurogruppo sia stato anticipato domani dalle 19 alle 14.
Confrontando i vari documenti in circolazione, le principali divergenze restano sulle pensioni dove Bruxelles vuole tagli maggiori, e un anticipo del rialzo dell’età pensionabile mentre Atene insiste che i mezzi vanno reperiti alzando i contributi lavorativi.

Difficile dire qualcosa di nuovo su questa vicenda. A questo punto o domani raggiungiamo un accordo, e domenica inizia l’iter parlamentare in Grecia, oppure con ogni probabilità lunedi l’ELA verrà sospesa e verranno instaurati controlli sui capitali. Le banche verranno chiuse e riapriranno solo i) quando il raggiungimento di un accordo produrrà il ripristino dell’ELA ii) quando sarà stato istituito un sistema monetario parallelo (eventualmente con la circolazione di paghero’ statali) che le rimetta in grado di funzionare.  Presumibilmente gran parte dei risparmi dei Greci rimasit in patria verranno polverizzati, e il caos con i debiti contratti in € sarà totale. Alla luce di questo scenario, mi attendo un accordo.
Non ci resta che attendere.
Positiva la chiusura europea, con l’Eurostoxx a +0.3% e lo spread fermo a 122 (grazie al calo del bund.). Il fatto che al termine di una settimana di significativi guadagni (+4.8% ) non siano comparse prese di beneficio mostra che, coeteris paribus, il sentiment si è assai irrobustito. A completare il queadro positivo, € in discesa contro dollaro a 1.115.

Grecia a parte, oggi l’ECB ha comunicato i dati sugli aggregati monetari di maggio. In rallentamento M3, a +5% da +5.3%. Il lending a non financial firms corretto per sales e securitization è salito di 1.3 bln e quello ai consumatori è salito di 8 bln. Nulla di che ma il trend resta positivo.
In US  la U. of Michigan consumer confidence finale di giugno ha incrementato il rimbalzo chiudendo a 96.1 da precedente rilevazione di 94.6 ed il 90.7 di maggio. La salita, dovuta principalmente alla componente coincidente, è coerente con la ripresa dei consumi del mese scorso.